ACERENZA

11.08.2020

Alto medioevo

Al tempo dell'Imperatore Giustiniano e nella metà del VI secolo, la città di Acerenza è ugualmente forte; infatti, Procopio scrive che Totila, avendo preso un certo presidio presso i Lucani... che alcuni abitanti chiamano Acerenza, vi pose un presidio di 300 uomini", e il suddetto presidio, comandato dal capitano Morra, passò all'Imperatore Giustiniano.

Nel 788 Carlo Magno per liberare Grimoaldo III, suo ostaggio e permettergli di tornare a Benevento, chiede come condizione l'abbattimento delle mura di Acerenza, condizione accettata.

Periodo normanno

Il 4 maggio 1041 il Vescovo di Acerenza, Stefano (1029-1041), che appoggiava il Catapano di Bari, muore combattendo sulle rive dell'Ofanto contro i primi Normanni che avevano conquistato la zona intorno a Melfi.

In seguito a questa battaglia, Acerenza viene conquistata dai Normanni, tra le prime località del sud Italia, in particolare da Asclettino I, della Casata Drengot Quarrel, cavaliere che emerge tra i primi Capi Normanni che fondano la Contea di Puglia. Asclettino si afferma nel territorio del Vulture, ed è attivo anche nella zona di Vieste (nel promontorio del Gargano).

Nel 1061 Roberto il Guiscardo ne fece una roccaforte rendendola un centro di difesa da rappresaglie bizantine. L'Arcivescovo di Acerenza Arnaldo di Saint Evroul (1066 -1101) svolgerà il ruolo di mediatore tra lo scomunicato Roberto d'Altavilla e Papa Gregorio VII, in meritò a ciò Arnaldo riceverà dal Guiscardo e dal Papa una somma consistente per terminare i lavori della Cattedrale, dedicata all'Assunzione di Maria Vergine e a San Canio. Nel 1228 l'Arcivescovo acheruntino Andrea II (1200-1246) parte assieme a Federico II per la Sesta Crociata; i due stringono amicizia durante il viaggio. Nel 1254 nel castello di Acerenza viene ucciso, per mano dei suoi stessi soldati, Giovanni Moro, servitore di origine saracena nonché Gran Camerario di Federico II e Corrado IV, poiché aveva voltato le spalle al suo signore Manfredi schierandosi con i guelfi filo-papali. Sotto gli Angioini divenne città demaniale insieme a Venosa, Melfi e Potenza. Dal 1363 al 1377 Bartolomeo Prignano il futuro papa Urbano VI reggerà la cattedra metropolita acheruntina. Il re Ferdinando D'Aragona, il 6 Luglio 1476, donò uno stemma alla città di Acerenza: due mani che stringono una rosa e, sotto di esse, le lettere M.F. acronimo di MAXIMA FIDES . Nel 1479 il borgo fu acquistato dalla famiglia napoletana dei Ferrillo, i quali ristrutturano la cattedrale insieme al Cardinale Giovanni Michele Saraceno (1531 - 1556) e realizzano nel 1523-24, sotto l'altare maggiore, la Cripta. Nel XVII sec. Acerenza seguì la sorte comune delle altre città feudali del regno, passando sotto il dominio di numerose famiglie nobiliari. Nel 1593 il re Filippo II di Spagna istituisce il Ducato di Acerenza. Dall'Unità d'Italia fu sede degli Uffici del Registro e Imposte Dirette e del Collegio Elettorale, di Pretura e Carcere mandamentale. Acerenza annovera tra i suoi uomini illustri anche Vincenzo Vosa, combattente garibaldino che segui Garibaldi nella spedizione dei Mille. Il 14 Maggio 1901 la cittadina fu colpita da un disastroso crollo che distrusse la zona sottostante Via Regina Elena, la cosiddetta "Curva dei Sedili" o Rampa Mazzini. Il "disastro" oltre a mietere 17 vittime distrusse anche le ultime vestigia delle antiche mura.


CATTEDRALE
CATTEDRALE

Chiesa di San Laviero Martire è del 1065 e venne dedicata a S. Laviero martire acheruntino e patrono della città di Acerenza con S. Canio e S. Mariano. Al suo interno si può ammirare un altare in pietra in stile barocco su cui troneggia la tela che raffigura il martirio di S. Laviero, opera di Filippo Donzelli del 1700. La tela è molto venerata dal popolo acheruntino e nella chiesa si conservano similmente le statue di S. Rocco in cartapesta leccese e di S. Giuseppe in legno, della Madonna Addolorata in manichino con un vestito nero del 1847. La chiesa viene poi usata ogni anno il 17 novembre in occasione della festa in onore di S. Laviero martire.

Sala dell'Episcopio: Il nobile Francesco Antonio Simonello, o de Simonellis ha lasciato al clero di Acerenza la pala d'altare che era situata nella cappella di Santa Caterina d'Alessandria, all'interno della Cattedrale, di proprietà delle famiglie Simonello e Caterini, raffigurante il "Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria", dipinta da Hieronimus Jacobotta da Spinazzola nell'anno 1596. Nell'angolo destro in basso sono raffigurati i coniugi Simonello con il loro blasone. La famiglia Simonello giunse ad Acerenza nel 1414 da Castellaneta di Taranto, infatti questa famiglia nel 1400 era nobile di Taranto e Castellaneta.

La Fontana di San Marco è un edificio molto caratteristico di Acerenza, un simbolo della città. Lo stile della struttura è neoclassico, è imponente e dalle forme lineari perseguendo lo stile settecentesco; presenta un basamento realizzato da scaloni che donano imperialità all'edificio che presenta la forma di una tholos di stile greco (tholos significa cupola in greco ed erano monumenti funerari), con colonne di stile ioniche.


FONTANA S. MARCO
FONTANA S. MARCO

La Chiesa di San Michele di Acerenza è uno degli edifici di culto più noti e anche misteriosi di tutta l'area: si tratta di un antico santuario rupestre, le cui prime notizie lo fanno risalire già al Duecento, quando è attestata la sua presenza come edifico appartenete alla confraternita degli Ospedalieri di San Giovanni da Gerusalemme. La chiesa, sebbene molto antica, è ancora officiata, motivo per cui vi si svolgono le celebrazioni eucaristiche.

Il Museo dei Legni intagliati è un percorso espositivo etnologico, un modo per conoscere al meglio la popolazione della zona. L'esposizione è stata realizzata nel 1967 ad opera di Giuseppe Di Trani, artista locale che iniziò ad intagliare il legno, realizzando un percorso che si articola in ben 1899 opere. Il Museo vuole far conoscere tutti gli oggetti caratteristici della tradizione contadina, attraverso i suoi simboli, le sue tradizioni e i suoi miti.

La Casa contadina è un percorso museale di tipo etnologico, una testimonianza storica del territorio lucano con i suoi usi e i suoi costumi. Il Museo della civiltà contadina conserva all'interno del suo percorso espositivo i segni caratterizzanti la vita locale, come gli strumenti tipici del contadino, e gli oggetti che rappresentavano la sua quotidianità in ambito familiare e personale.

Il castello di Acerenza è un edifico che ha un'origine ancora più antica dei molti che ne costituiscono il suo centro storico: è attestato infatti già in età longobarda. Interventi si sono poi succeduti prima nel periodo longobardo, poi in quello fredericiano, nel Duecento inoltrato. L'esterno si presenta con un loggiato a doppio ordine di finestre intervallato da balconi.

Chiesa di San Vincenzo e dell'Annunziata è una piccola cappella annessa al Castello. Ha un impianto a navata unica, databile al Settecento. Molto bella la volta a crociera, decorata con stucchi. La Chiesa dell'Annunziata si trova vicino al municipio. E' un piccolo edifico del '200, che conserva ancora l'abside originaria e un portale a sesto acuto.

Il Museo Diocesano di arte sacra è un percorso espositivo per lo più composto dal tesoro della Cattedrale di Santa Maria Assunta, organizzato dall'Arcidiocesi della città. L'esposizione è articolata in diverse sezioni tematiche, come l'oreficeria, l'argenteria, la statuaria lignea, i dipinti e l'insieme di tutti i paramenti liturgici della chiesa. Inoltre il percorso espositivo offre l'opportunità di ammirare i reperti acheologici ritrovati nella l'area apulo-lucana

Il lago di Acerenza è artificiale, frutto della costruzione di una diga nel 1984, raggiungibile attraverso la contrada "Il Maglio". Il lago ha sbarrato il corso del fiume Bradano e ha ricoperto la strada che collegava Acerenza a Pietragalla, ed è affiancato dalla tratta ferroviaria del 1930, la ferrovia apulo-lucana. Dal lago sono ancora visibili le due peschiere risalenti al XIX secolo, ed è un luogo ricco di flora e fauna; è circondato per la maggior parte da boschi e abitato da volpi, ghiri e ricci.

Nei dintorni di Acerenza si possono visitare:

- Banzi (Km.19) - Abbazia S.Maria VIII sec.; Parco Archeologico.

- Cancellara (km.15) - Castello federiciano.

- Genzano di Lucania (km.20) - Fontana Cavallina, monumento nazionale;

- Chiesa dell'Annunziata (ex Monastero Clarisse); Castello di Monteserico XI° secolo.- Irsina (km.40) - Cattedrale di S.Maria Assunta del XIII sec. in cui è custodita la statua marmorea di Sant'Eufemia, attribuita ad Andrea Mantegna.- Oppido Lucano (km.14) - Santuario Madonna del Belvedere.- Palazzo S.Gervasio (km.30) - Pinacoteca D'Errico.

- Pietragalla (km.14) - Palmenti complesso di "grotte" che, secondo recenti studi condotti hanno origine nella prima metà del XIX secolo- Tolve (km.33) - Santuario di S.Rocco.

- Vaglio di Basilicata (km.25) - Scavi archeologici di Serra e Rossano (V-VI sec. a.C.) - Museo delle Antiche Genti Lucane.

I SAPORI

La tavola nella tradizione acheruntina è ricca di prelibatezze che non deludono le aspettative del visitatore che può destreggiarsi tra numerose e gustose portate. Acerenza è una delle città del vino per questo ogni piatto è accompagnato a tavola dall'Aglianico rosso del Vulture, uno dei vini migliori della regione. Non da meno sono anche la malvasia ed il moscato.

Tra i primi piatti si distinguono i "maccaroun a desch't" maccheroni di pasta fresca fatti con le dita e gli "z'zridd" pasta casereccia da degustare con fagioli e lenticchie.

Gustosi sono i dolci tipici della vendemmia come il "sasanidd" pasta fresca di grano duro cotta nel mosto e le "lagh'ne chiappute" lasagne di pasta di grano duro condite con noci, mandorle, mollica di pane e vino cotto e lo "sfogliolato" pasta di pane ripiena di cannella, uva sultanina ed alici.

Da non perdere a Pasqua il "pastizz" torta di ricotta ed a Natale i "calzoncelli" dolci ripieni di castagne e ceci.

Acerenza (PZ)

Acerenza è un comune italiano di circa 2 400 abitanti della provincia di Potenza in Basilicata. Sorge a 833 m s.l.m. nella parte nord-orientale della provincia. Assieme ai comuni lucani di Venosa, Castelmezzano, Pietrapertosa e Guardia Perticara, è considerato uno dei borghi più belli d'Italia.

Storia: Periodo antico

Posta su un altipiano dai fianchi ripidi, tra il fiume Bradano e il suo affluente Fiumarella, è stata sempre molto importante dal punto di vista strategico per la difesa del territorio.

Le prime notizie di insediamenti abitati risalgono al VI secolo a.C. e sul luogo dell'attuale abitato nacque l'antica Acheruntia, citata dagli scrittori romani Tito Livio e Orazio, e nel Medio Evo da Procopio. Tutti la citano come "Fortezza di guerra" e "presidio".Nel V secolo fu istituita come una delle diocesi lucane.


GLI IPOGEI
GLI IPOGEI

Monumenti e luoghi d'interesse

Il centro storico mantiene ancora importanti testimonianze storiche. Acerenza è un dedalo di strade e stradine di particolare bellezza. Si trova su uno sperone roccioso che guarda i vigneti verdeggianti che si aprono alle sue pendici. Questo ha fatto sì che la tradizione dell'olio e del vino si diffondesse anche nel centro storico. Infatti, persi tra gli edifici più rappresentativi (come la cattedrale e le numerose chiese), è possibile passare in rassegna a un sentiero ipogeo degli antichi locali destinati alla conservazione dell'olio e del vino aglianico

Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio Vescovo è un pregevole monumento, tra i più importanti della regione: risalente all'XI secolo, fu consacrata nel 1080 in stile romanico con influenze gotiche. Ha una grande abside e un interno a tre navate con importanti tavole cinquecentesche, una cripta del 1524, sulle cui pareti vi sono degli affreschi di Giovanni Todisco da Abriola (pittore del 1500). Sia la facciata sia i campanili sono stati ritoccati nel corso dei secoli; la cupola sulla crociera è del XIX secolo. All'interno della sacrestia emerge un busto di Flavio Claudio Giuliano (imperatore e filosofo romano); un passaggio consente di girare attorno al coro e di ammirare le absidi in pietra squadrata. Di recente sono stati ritrovati, dopo alcuni scavi, le fondamenta di un battistero adiacente la cattedrale.


CHIESA DI S. LAVIERO
CHIESA DI S. LAVIERO

Il convento risalente al secolo XV-XVI edificato nel 1586 è un convento francescano. Costruito dagli Osservanti Alcantarini con le caratteristiche austere delle tipologie francescane post-riforma, il complesso presenta una planimetria quadrangolare con la chiesa inglobata. La parte centrale costituita dal chiostro è circondato da un porticato aperto con volte sostenute da pilastri e adiacenti erano collocati i locali comunitari, mentre il livello superiore era destinato a uso residenziale. Il primitivo impianto medievale sul quale venne costruito il monumento era dedicato a Santa Maria Maddalena e risulta che fosse di andamento opposto alla chiesa attuale poiché, sotto il pavimento della zona di ingresso sono state ritrovate le murature di fondazione di un abside semicircolare che, presumibilmente chiudeva la chiesa preesistente.
Il busto dell'imperatore romano Giuliano rappresenta l'Imperatore tardo imperiale Giuliano l'Apostata e si trova sul pinnacolo della cattedrale di Acerenza, come immagine di santo protettore della città. La presenza di questo busto qui è probabilmente dovuta al fatto che la città fosse favorevole alla rivoluzione politeista che Giuliano voleva intromettere all'interno dell'Impero. Probabilmente il busto faceva parte di una raffigurazione totale dell'imperatore, ciò avvalorato dal ritrovamento all'interno della Cattedrale di un'iscrizione votiva a lui dedicata.


BUSTO IMPERATORE GIULIANO
BUSTO IMPERATORE GIULIANO
CHIESA DI S. VINCENZO E DELL'ANNUNZIATA
CHIESA DI S. VINCENZO E DELL'ANNUNZIATA
MUSEO DEI LEGNI INTAGLIATI
MUSEO DEI LEGNI INTAGLIATI
LA CASA CONTADINA
LA CASA CONTADINA
CASTELLO
CASTELLO
CASTELLO DI MONTESERICO
CASTELLO DI MONTESERICO