ALLA RICERCA DEI PASSI PERDUTI di Stefania Bocchetta
ALLA RICERCA DEI PASSI PERDUTI (dedicato a Giggi e agli amici di Colore nelle Ali)
Si può essere felici quando si pensava che la vita non ci riservasse che una solitaria vecchiaia?! La risposta non è così scontata, perché il concetto di felicità è molto soggettivo, ammesso che qualcuno sia mai riuscito a definirsi veramente felice.
Allora, meglio parlare di serenità, che sarebbe già un obiettivo di tutto rispetto. Per anni ricerchiamo questa chimera così tanto ambita e spesso, inutilmente perseguita come una sacra reliquia, come il Santo Graal. Quelli che avrebbero dovuto essere gli anni più belli, quelli della giovinezza e della piena salute, sono volati accompagnati da tutto ciò che non si può definire sicuramente col termine "serenità". Tanti i problemi, tante le delusioni, le ansie, i "No" che avrei voluto, anzi dovuto dire e non ho detto per compassione, per rispetto (mio verso gli altri, non certo il loro verso di me, anzi), per debolezza, per amore (fraterno, filiale ecc. ecc.), le battaglie, le separazioni. Poi un giorno, dopo l'ennesimo tradimento smascherato decidi che è ora di dire basta. Prima ti gusti la vendetta (e già questa è una novità non da poco) sottile e sacrosanta, poi ti dici "da oggi si cambia: da oggi sano egoismo e cuore chiuso in un'armatura (con mazzafrusto) e poi cassaforte blindata così nessuno può più ferirlo e pazienza se significa solitudine, in fondo da soli non si sta poi così male! Balle! Intanto non siamo noi a decidere ma il Destino. Un giorno incontri su internet uno sconosciuto. Oh non è il primo che ci prova e figurati se anche questo non lo fa! Ed invece no, anzi mi invita ad entrare in un gruppo di persone che si dilettano a scrivere.
Siccome a me piace scrivere, mi dico "ok, cosa ho da perdere? Accetto". Il Destino ti mette sempre di fronte ad una scelta, ti illude che puoi scegliere ma in realtà l'infingardo sa già la strada che prenderai ed infatti inizio a conoscere le persone del gruppo. C'è la "capa", una specie di "negriera" pignola e precisa come un orologio svizzero (ah, già, lei è svizzera!) alla quale però è difficile non voler bene; poi c'è la pittrice bravissima che sa anche scrivere bei racconti; poi la bella signora dal volto aristocratico; l'insegnate con la quale passi volentieri una serata a chiacchierare; c'è la ballerina di zumba e poi altre belle persone che nel tempo hanno lasciato il gruppo, ma anche un segno indelebile del loro passaggio. Nel gruppo "originale" quando sono entrata ovviamente c'era anche colui che mi aveva invitata.
Non so se ci siamo piaciuti subito, di sicuro ci siamo osservati a distanza per un anno, imparando a conoscerci da ciò che scrivevamo nei racconti, nelle poesie, nei post del gruppo. Ed è lì che il Destino ci ha "fregato" perché, quando oramai entrambi pensavamo di aver chiuso con i sentimenti, zacchete, eccolo lì che ci mette lo zampino. Non sempre Cupido è munito di frecce, a volte usa pure i mazzafrusti (scusate la battuta ma ci voleva per non sembrare troppo melensa!)
Per tornare al concetto di serenità, ebbene oggi sì, posso dire che ci siamo, ora che eravamo rassegnati è arrivata, ospite graditissima delle nostre giornate.
Forse noi due ci siamo incrociati o sfiorati in passato: lui è venuto spesso nella mia città, io ho frequentato la sua in vacanza per anni. Ripercorrendo a ritroso i passi percorsi e che ci hanno portato così vicini, mi chiedo, anzi lo chiedo a sto' cavolo di Destino, ma ndò cavolo stavi?
Ora ti guado mentre traffichi nella nostra cucina, nella nostra casa e penso con rammarico agli anni sprecati a rincorrere qualcosa che solo ora, insieme e nella maturità (si fa per dire...) abbiamo raggiunto e ti rivolgo la stessa domanda che spesso tu dici a me "Ma ndo stavi 20 anni fa?"
Fuori piove e la pioggia cancellerà quei passi perduti per avvicinarci: ora i nostri piedi calpestano le stesse orme!