AVIGLIANO UMBRO

AVIGLIANO UMBRO

STORIA
E' un comune umbro che si trova in provincia di Terni a 441 m s.l.m., che nasce nel 1975 dal distaccamento da Montecastrilli. E' posizionato sul colle di San Rocco, forse da un accampamento dell'esercito romano, come testimonierebbero la collocazione del reticolo viario. Abitato fin dall'antichità, il territorio era attraversato dall'antica via Amerina e perciò rappresentava un importante snodo stradale, come testimoniato dalle iscrizioni in caratteri osto-umbri rinvenute in località Le Coste - I Trocchi e dalle numerose grotte artificiali che vi sono state scavate. Il popolamento del luogo venne favorito dalla fertilità della terra, in particolare olivi e viti, e dalla ricchezza del manto boschivo. Furono gli Umbri ad abitare gli insediamenti fortificati di altura, i cosiddetti castellieri, rinvenuti sul Monte Castellieri al confine tra Amelia e Guardea e sul Monte Pianicel Grande, risalenti tra il VII e il VI secolo a.C. Furono proprio gli Umbri a adibire a luoghi di culto la Grotta Bella vicino a Santa Restituta e Santa Maria in Canale nel comune di Amelia. Nel III secolo a.C. con l'arrivo dei Romani, vennero costruite le ville rustiche e la realizzazione della Via Amerina, risalente a questo periodo, ne incentivarono lo sviluppo. Deve il suo nome probabilmente alla Gens Avilla ma una tradizione, sembra confermata da un'epigrafe oggi perduta, affermerebbe che il nome sia legato alle assegnazioni di terre fatte ai veterani da parte di Ottaviano nel I secolo a.C. e in particolare queste dove sorse il borgo, vennero offerte al centurione Avilo e da qui il nome di Avigliano.

Durante l'invasione dei Longobardi, il borgo rimase in possesso dei Romano-Bizantini e faceva parte del "Corridoio Bizantino", un stretta fascia di territorio tra il Ducato di Spoleto e quello della Tuscia, l'unica via che all'epoca che collegava tra Roma, Ravenna e il nord Europa. Le prime notizie scritte risalgono al 1074, in un documento del Vescovo Gorodolfo (o Rodolfo) di Todi, che consacrò l'altare maggiore della Chiesa di Santa Maria in Foris (oggi non più esistente), dentro le mura del borgo. Avigliano poi divenne parte del feudo dell'Abbazia di Farfa, alla quale venne assegnato dagli imperatori tedeschi, come attestato da alcuni documenti del Regesto dell'Abbazia, risalenti al 1112, dai quali risulta situato nel Comune di Todi. Nel 1237 il borgo venne distrutto dalle forti truppe di Todi che uccisero gran parte degli abitanti. Due secoli dopo, su disposizione del Papa, venne costruita la cinta muraria. La posizione strategica del castello di Avigliano era decisamente importante trovandosi a metà strada tra Amelia e Todi, quest'ultima tolse al borgo una parte delle sue terre per costruirvi un proprio castello, Castel dell'Aquila, dotato di truppe che avevano il compito di sorvegliare la via e intimidire la ribelle Avigliano. Successivamente l'esercito di Todi distrusse le mura e a causa di ciò il borgo subì numerosi saccheggi da diversi eserciti di passaggio, tra i quali quello del capitano di ventura inglese John Hawkwood, italianizzati in Giovanni l'Acuto che, nel 1366, al soldo del Cardinale Albornoz cercò di riportare sotto il dominio dello Stato Pontificio, i castelli umbri. In ogni caso Avigliano si trovò sempre invischiato nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Solo nel 1429 si poterono ricostruire le mura. Il XV secolo fu caratterizzato dalle lotte tra le due famiglie di Todi, gli Atti, Guelfi e Signori di Collicello e i Chiaravalle, Ghibellini e Signori di Canale, che si concluse con la morte nell'Agosto del 1500 di Altobello di Chiaravalle per mano delle truppe di Papa Alessandro VI Borgia. La discesa dei Lanzichenecchi nel 1527 coinvolse il borgo con l'ultima grande invasione e devastazione fino all'arrivo delle truppe napoleoniche.

Il borgo è stato completamente ristrutturato, nei pressi del centro storico si trova una moderna torre merlata, utilizzata come serbatoio idrico e abbellita da un orologio del 1948, Del periodo medievale invece è un torrione cilindrico, con finestre e parti della cinta muraria, come anche una porta, Porta Vecchia, decorata da una raffigurazione simbolica: un'aquila che rappresenta Todi che tiene sotto le proprie ali due aquilotti, Amelia e Terni.
DA VEDERE
NEI DINTORNI

EVENTI
- Il TRIONFO DEL CARNEVALE che si svolete durante tutto il periodo carnevalesco, che ha come protagoniste le maschere umbre della commedia dell'arte: Nasotorto, Nasoacciaccato, Chicchirichella e Rosalinda. Si tengono spettacoli teatrali, sfilate e balli in maschera con abiti del '600. Il martedì grasso si brucia "Pippinaccio", un grosso pupazzo di cartapesta, intorno al quale si canta e si balla recitando una tiritera ispirata ai guai del momento del quale viene accusato Pippinaccio.