BASTIA UMBRA

BASTIA UMBRA
Iniziamo col dire che è' un comune in provincia di Perugia, situato nella Valle Umbra, sulle rive del fiume Cascio. Il nome Bastia venne dato grazie alle imponenti opere militari, alle mura e al castello dotato di 17 bastioni.

STORIA
Le sue origini indicano come primi abitanti gli Umbri, popolo più antico sia degli Etruschi che dei Romani, che probabilmente si stabilirono nella zona in un'epoca anteriore al V secolo. Erano un popolo d'avanzata civiltà, religiosa che usavano le armi in difesa del proprio territorio, non erano conquistatori. Quando gli Etruschi colonizzarono la rive occidentale del Tevere, il fiume rimase a lungo il confine naturale tra i due popoli. Nel IV sec. a.C. arrivarono i Romani che in circa cinquant'anni conquistarono l'intero territorio, la loro presenza è testimoniata dai numerosi ritrovamenti di parti di edifici quali architravi, fregi, tronchi di colonne, capitelli, ville rustiche e sepolcri. Nel 476 il crollo dell'Impero Romano d'Occidente a seguito delle invasioni barbariche che devastarono e distrussero anche il territorio umbro. La guerra combattuta da Giustiniano contro i Goti che ne uscirono sconfitti fece anche di questo territorio una provincia dell'Impero d'Oriente. Nel 568 arrivarono i Longobardi che si insediarono nel Ducato di Spoleto, la controffensiva bizantina fermò gli invasori sul Chiascio che divenne il confine e il campo di battaglia fra le due fazioni, facendo dell' Insula Romana il contrafforte di vitale importanza contro il gastaldato longobardo di Assisi. Il corridoio bizantino che si creò e che univa Roma a Ravenna, passando da Perugia, era una realtà talmente forte che le campagne a sinistra del Chiascio vennero chiamate Territorium Langubardorum e quelle a destra Territorium Romanorum. Alla fine dell'VIII secolo arrivarono i Franchi di Carlo Magno e il territorio di Insula entrò nella giurisdizione del Ducato di Spoleto, principato franco dall'821 al 920, divenuto una provincia del Sacro Romano Impero. Durante il Feudalesimo iniziò a prendere forma lo Stato Pontificio e Insula in un primo tempo si schierò con Assisi per contrastare la guelfa Perugia e nel 1319 rallentò l'avanzata delle sue truppe resistendo ad un assedio durato sette mesi, ma la resa le costò la distruzione ma la sua ricostruzione fu rapida con grandi opere militari, mura e castello con 17 torrioni da cui iniziò a chiamarsi Bastia.

Nel 1380 Assisi dispose la costruzione di gualchiere e mulini che ne sottolinearono la destinazione agricola. Nel 1397 divenne signore del Castello di Bastia Biordo Michelotti, di origini perugine ma nel 1419 arrivò il capitano di ventura Braccio da Montone che lo conquistò. Dopo un breve periodo di nuovo sotto Assisi, nel 1431 venne assegnato a Malatesta Baglioni, famiglia che vi mantenne il potere fino al 1580 quando passò a Filippo Boncompagni, nipote di Papa Gregorio XIII che concesse al borgo la facoltà di tenere una fiera della durata di una settimana, a Settembre di ogni anno. Nel 1614 Bastia si diede uno statuto rendendosi libera fino al 1808 quando in Italia giunsero le truppe di Napoleone: alla sua caduta nel 1816 finì a far parte dello Stato Pontificio fino al 1861 quando entrò a far parte del Regno d'Italia. I terremoti del 1832 e del 1854 arrecarono gravi danni al borgo. Nel 1926 assunse ufficialmente il nome di Bastia Umbra. Durante la II° guerra mondiale i suoi opifici, la ferrovia e i ponti sul Chiascio subirono pesanti bombardamenti. Il dopoguerra vide un'espansione della città con l'allocazione di stabilimenti industriali dei settori alimentare, tabacco, metalmeccanico, arredamento e abbigliamento oltre che artigianali e commerciali. Nel 1978 nasce il centro fieristico regionale Umbriafiere, oggi intitolato a Lodovico Maschiella, politico, giornalista ed ex Sindaco di Bastia Umbra.
DA VEDERE
NEI DINTORNI
EVENTI
PRODOTTI TIPICI

La cucina è quella tipica umbra: l'imbrecciata, arvoltoli, torta al testo, coratella d'agnello, le lumache, la polenta, le penne alla norcina, la trecciola che a Bastia Umbra è fatta con budellini di vitello da latte lessati con finocchio selvatico, aglio e maggiorana, poi conditi con olio d'oliva e sale, cotti alla brace.