CASTELLI E PALAZZI: PALAZZO CESI - ACQUASPARTA
25.09.2024
STORIA - Palazzo Cesi è stata la dimora cinquecentesca di una tra le più illustri famiglie umbro-romane, i Cesi appunto, nonché sede agli inizi del XVII sec. dell'attività scientifica del Principe Federico e della prima Accademia dei Lincei. Fra le dimore dei Cesi, quella di Acquasparta è stata la più prestigiosa e importante, centro di un feudo che Gian Giacomo Cesi e la moglie Isabella di Alviano, nel 1540 ottennero da Pier Luigi Farnese. Venne edificata nel luogo dove era situata una rocca precedentemente distrutta, nel primo '500, durante le guerre fra Todi, Terni e Spoleto e della quale vennero utilizzate le torri rimaste in piedi. La costruzione avvenne per volontà del Cardinale Federico nel 1561 e si concluse nel 1579.
STRUTTURA - La facciata severa presenta un grande portale a bugne molto rilevate sulla cui sommità troviamo la loggia e la slanciata finestra. La prospettiva si protende verso la piazza con due robusti avancorpi laterali e all'interno verso il giardino coronato da un'elegante loggia a due piani. Nel cortile antistante si trova l'orto botanico e la torretta dove si ritira il principe. Dall'androne si accede al piano terra del palazzo dove le decorazioni degli ambienti fanno riferimento alla mitologia soprattutto alle Metamorfosi di Ovidio. Dal portico, tramite una scale un tempo ornata di statue dentro delle nicchie, si sale al piano nobile caratterizzato da affreschi, soffitti lignei a cassettoni con intagli che rappresentano Ercole, putti, trofei d'armi e mascheroni, mentre quello centrale reca il grande stemma di famiglia sorretto da due figure rappresentanti la Vittoria. Gli affreschi celebrano la famiglia Cesi ispirandosi alle vite di Plutarco, nonché le virtù militari di Gian Giacomo e di Angelo Cesi; la personalità di Paolo Emilio, primo cardinale della famiglia, ricchissimo, colto e potente. Tra le decorazioni pittoriche possiamo ammirare uno stendardo con l'emblema dell'Accademia, la lince contornata da una corona d'alloro. Dai documenti e dallo stile è stato possibile attribuire gli affreschi all'artista marchigiano Giovan Battista Lombardelli, che in quel periodo godeva di notevole fama negli ambienti papali. Al pian terreno troviamo anche la sala di Callisto realizzata tra il 1618 e il 1624 per volontà di Federico il Linceo con decorazioni che richiamano la storia della ninfa amata da Giove e trasformata in orsa dalla gelosa Giunone ma anche targhe con iscrizioni e motti in latino, greco ed ebraico in cui vengono espressi i suoi ideali di ricerca. Una epigrafe che sovrasta l'architrave di una delle porte della sala della genealogia dei Cesi, luogo dove si svolgevano le riunioni. Le decorazioni di Palazzo Cesi costituiscono uno dei maggiori esempi della pittura di gusto romano in Umbria del periodo di rinascita del mondo cortese cinquecentesco. Risalgono invece al '700 la decorazione della cappella, mentre molto nella sala del trono un camino che reca una dedica a Galileo che fu ospite nel palazzo nel 1624. Da rilevare inoltre du importanti tele "Mosè e le figlie di Jetro" di Matteo Rosselli e la "Fuga di Lot da Sodoma" di un pittore fiorentino coevo. Il castello rimase per lungo tempo disabitato, poi nel dopoguerra venne utilizzato per ospitare i senzatetto, infine nel 1964 venne acquistato dall'Università di Perugia che ne iniziò il restauro concluso nel 1973.
Palazzo Cesi
FEDERICO CESI IL LINCEO