EGGI

27.12.2021

Eggi

A due chilometri dalla Flaminia, a 5 da Spoleto in direzione di Foligno, quasi a cavallo tra la Valle del Nera e quella Spoletana, incorniciato da uliveti, che verso la sommità dei colli cedono il posto alla macchia mediterranea, sorge Eggi. L'origine del nome è ignota, forse è collegabile a qualche famiglia di epoca romana ma di questo periodo non sono state rinvenute tracce monumentali. Si ha notizia di alcune epigrafi, ma non di ville o di insediamenti abitati. Una di tali lapidi è visibile in S. Giovanni, ove altri elementi romani sono utilizzati nella costruzione dell'edificio. Tombe di epoca romana costeggiavano la via, chiamata "La Fraschetta", che unisce Eggi con Bazzano, ed alla fine del secolo scorso e agli inizi dell'attuale vi furono rinvenuti numerosi sarcofagi, parte in calcare locale. Altre emergenze di epoca romana sono in località Collemarozzo ed è stata individuata una presenza monumentale, per la quale si pensò ad una villa, in località S. Beroto, il luogo ove gli antichi leggendari spoletini collocano il monastero nel quale visse l'abate omonimo.

Entro i confini dell'antica circoscrizione del comune di Eggi, nella parrocchia di S. Giovanni Battista, sorge Santa Maria in Mariano, ora cappella dei conti Pila, che secondo le antiche tradizioni di Spoleto sarebbe stato il primo Battistero della città, edificato da S. Brizio. La presenza delle tombe si collega inevitabilmente a un centro abitato fortificato, di cui rimangono i ruderi, che successivamente dovette spostarsi alle pendici del colle, in un luogo più comodo e prossimo ai campi, nel sito dell'attuale Borgo. La fase successiva è quella che vide sorgere un nuovo castello, a scapito del vecchio Borgo, ove però rimase la casa comunale. Il paese, di antiche origini (fu comune fino all'epoca napoleonica), presenta delle fasi edilizie che ne testimoniano la storia. Una fase corrisponde alla costruzione del castello (XIV sec.) che, pur avendo subito devastazioni a causa del tempo è ancora perfettamente riconoscibile nella sua struttura.

Il secolo XVI vide il perpetuarsi di questa floridezza. Già dall'inizio del secolo funzionava una scuola pubblica il cui costo gravava sul Comune di Eggi. Nel 1525 Giuseppe Racani otteneva Jus Patronato sulla Pieve di S. Michele e vi finanziava dei lavori: il portale, di linee semplici e di andamento elegante, ove l'unica ornamentazione non architettonica è costituita dallo stemma dei Racani e da quello della città di Spoleto; il fonte battesimale, a forma di uovo (simbolo della vita) baccellaio nella metà inferiore ed embricato in quella superiore. I Racani si costruirono un palazzetto in un'area attigua alla chiesa. L'edificio si sviluppa attorno ad un cortile centrale, ove, al piano nobile, compaiono degli stemmi: quelli di Spoleto, di Eggi e dei Racani. Nel 1527 Antonio di Refino faceva dipingere dallo Spagna (nome d'arte di Giovanni di Pietro allievo del Perugino) l'abside della chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista; la morte del committente e dell'artista fece concludere il lavoro nel 1532.

Il XVII secolo vide sorgere una edilizia di tipo popolare fuori della porta del castello rivolta verso la montagna, ed una più borghese a fianco della strada che dalla Madonna delle Grazie conduce a S. Michele. Il '700 vide un ulteriore sviluppo edilizio fuori del castello, con ampliamenti e modifiche di edifici preesistenti. L'elemento di spicco è costituito dalla villa d'estate dei marchesi Zacchei Travaglini.
Nel XIX secolo Eggi raggiunse l'aspetto attuale, caratterizzato nel lato a valle dal Casino dei Sordini e dalla villa dei conti De' Pazzi Morelli.  

Nel corso del XV secolo il paese cominciò a espandersi oltre le mura. Eggi in quell'epoca poteva contare su di un'economia molto florida, come ci testimoniano gli affreschi che ornano le chiese, notevoli per quantità e qualità, e per un curioso episodio del 1507. In tale circostanza gli abitanti di Eggi versarono al Comune di Spoleto la notevole somma di 2000 ducati d'oro necessari per il riscatto della Rocca di Ponte occupata dai Perugini. Ne ottennero come contropartita la cittadinanza rustica e l'esenzione dalle tasse. 

DA VEDERE:

Il Castello, del XIV secolo, ad impianto triangolare. Entrando dalla porta che da sulla piazza, incontriamo affreschi del XV secolo rappresentanti santi protettori, tra i quali un S. Cristoforo di grandi dimensioni. Alla sommità del castello si può vedere una doppia porta difesa da due torri. Costeggiando il lato nord delle mura si possono osservare i resti del camminamento per le truppe, del quale rimane l'imposta delle volte.
Madonna delle Grazie - Edificio votivo della fine del XV secolo, ornato da affreschi nei quali predomina la ricerca di protezione contro il morbo della peste. Si compone di due parti ben distinte: la più antica, ancora legata a schemi romanici, l'altra, di poco posteriore, ha una pianta quadrata.
S. Giovanni Battista - ha conseguito l'aspetto attuale in seguito a più fasi edilizie. Fu parrocchiale fino al 1807. È ornata da affreschi dei secoli XV e XVI. L'abside fu decorata tra il 1527 ed il 1532 da Giovanni di Pietro detto Lo Spagna e dai suoi aiutanti.

affresco dello Spagna
affresco dello Spagna

Oratorio del Sacramento e complesso dell'Ospedale - L'oratorio presenta tracce di affreschi del XV secolo, ed una parete decorata su entrambi i lati dagli Angelucci da Mevale, famiglia di pittori attivi in Umbria meridionale e nelle Marche nel XVI secolo creando anche opere bellissime ed originali, nel 1576. A fianco vi è l'ospedale, costituito dalla casa per l'ospitaliera, il cancello per delimitare l'isolamento, un ambiente vasto ad uso di corsia, una cucina ed altre stanze di servizio; al piano terra il magazzino del Monte Frumentario.
S. Michele Arcangelo - Questo edificio è il risultato di diversi ampliamenti, e l'asimmetria dell'interno ce ne da immediata testimonianza. Il campanile fu ricostruito nella forma attuale dopo il terremoto del 1703. L'interno può essere considerato un repertorio della pittura umbra dei secoli XIV e XV. Qui fu identificata una serie di dipinti di un artista operoso nell'Umbria meridionale a cui fu dato il nome convenzionale di "Maestro di Eggi". Egli fu attivo nel XV secolo, e si mosse con una certa scioltezza ed eleganza nel mondo del gotico maturo.

Dal XVI secolo le famiglie nobili e borghesi cominciarono a costruirsi delle ville fuori città. Anche Eggi vide sorgere questo genere di edifici. La ex villa De' Pazzi Morelli presenta un corpo principale orientato verso sud e fronteggiato da un parco; il lato nord-ovest è contornato dai magazzini e da altri edifici di servizio. La cappella realizzata come corpo autonomo e non ricavata in un ambiente interno, presenta delle linee molto vicine a quelle di altri edifici sacri sorti o ristrutturati nella prima metà dell'800 che risentono in mode più o meno diretto dell'opera del Landini, curiosa figura che visse a Spoleto negli ultimi anni del '700 e nei primi dell'800. Egli era un architetto, nativo di Cingoli, che divenuto eremita visse in uno degli eremi del Monteluco. Presso di lui si formò una scuola per giovani che avevano attitudine per le belle arti. Lavorò oltre che in progetti di chiese anche per il Comune di Spoleto. La cappella, pur nelle ridotte dimensioni, consegue un discreto effetto di monumentalità accentuata dalla gradinata. Il fronte è ravvivato dalla semplice mostra del portale dalle lesene angolari e da timpano che si staglia sulla superficie curvilinea dell'esterno delle cupola. Questo prospetto, nella sua semplicità, non è esente da reminiscenze classicistiche e da suggestioni dell'antica Roma.

La "casa contadina" situata a Eggi ed allestita per volontà dell'Associazione Amici di Eggi e della Parrocchia di San Michele Arcangelo. "Così era..." è al centro del paese, nell'edificio che un tempo (1571) fu Ospedale, gestito dalla Confraternita del SS. Sacramento, dedita alla carità e all'assistenza di pellegrini e di infermi. Alla sua realizzazione hanno contribuito molte persone mettendo a disposizione oggetti e strumenti che offrono un'immagine precisa di quella che era la vita, la tradizione e la cultura popolare del territorio. La "Casa" occupa quattro stanze in cui sono riproposti gli ambienti tipici di una casa contadina: la cantina, il magazzino, la cucina e la camera da letto. In ogni stanza sono esposti oggetti e strumenti tipici dell'ambiente in cui si trovano.

CIBO E BEVANDE

Il prodotto tipico di Eggi è l'asparago al quale da quasi 30 anni è dedicata una sagra a Primavera durante la quale l'ortaggio viene proposto in tutte le salse: bruschette e frittate, strangozzi fatti a mano, zuppe, roastbeef in salsa di asparagi e persino una crostata alla crema di asparagi di bosco. 

strangozzi agli asparagi
strangozzi agli asparagi

La denominazione di origine controllata "Spoleto" è riservata al vino bianco "Spoleto", nella tipologia bianco, Trebbiano spoletino, Trebbiano spoletino passito, Trebbiano spoletino superiore e Trebbiano spoletino spumante, che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione.