ERNESTO: CAPITOLO XVI° di Luigi Lucaioli

31.03.2023

CAPITOLO 16

<<Ciao, Ernesto! Oramai sai tutto, quindi non ti dico niente tranne che devi farmi un favore, anzi due. Il primo è che dovresti metterti d'accordo col dj che verrà al pranzo del matrimonio; il secondo, ma più importante e a cui tengo in maniera particolare, è che vorrei tu mi accompagnassi all'altare. Non ho più i genitori, ti avrei voluto come testimone, ma per via dei documenti, non è possibile, perciò…>>

<<Caspita! Mi cogli di sorpresa. Mi aspettavo mi dicessi del cantare, ma portarti all'altare… è un grandissimo onore ma non ho un abito per questa occasione e quei soldi guadagnati con le traduzioni li ho usati per un'altra cosa, non saprei come fare!>>

<<A questo c'è rimedio. Hai la stessa taglia di Claudio, lui ha uno smoking che usa per le cerimonie ufficiali ma dovrà comprarsi un abito per l'occasione e quello lo metti tu. In quanto alla tua spesa, lo sai che la Casa ha le mura sottili? Sei uscito per fare acquisti ma non hai portato niente e, spesso, ti fermavi davanti a quella vetrina quando si andava a Torino. Abbiamo fatto due più due…. Poi tra donne sai che ci confessiamo un segreto con la formula: non dirlo a nessuno. E invece… ma io non so niente>>

Decisamente sì. Nel giro di poco meno di un anno ero nato e vissuto in un accavallarsi di eventi. Ma una ulteriore sorpresa ci fu quando il Sindaco mandò una richiesta scritta alla Fondazione Aurora, di concedere all'Amministrazione Comunale ospitalità di un giorno per presentare una iniziativa agli ospiti della Casa-Famiglia. Cosa che, a stretto giro di "protocollo", venne accettata con molto curiosità, ma neanche "ufficiosamente" si riuscì a sapere di cosa si trattasse.

Il giorno stabilito, una domenica, alle 10.00 vedemmo arrivare un corteo di auto: in testa una macchina con la scritta "Polizia Municipale", dietro due vetture, sulla prima c'era il Sindaco e a fine corteo un minibus grigio metallizzato infiocchettato come un pacco regalo, le fiancate recavano la scritta "Casa-Famiglia Villa Aurora". Ci fu un po' di confusione e di smarrimento per poter parcheggiare tutte le auto, ma quando fu tutto sistemato, ci fu chiesto se fossimo tutti presenti. Avutane conferma, il Sindaco ci pregò di restare fuori.

<<Quando il Dott. Martini ha invitato questa Amministrazione Comunale, abbiamo accettato con piacere, per l'onore che ci ha concesso e a testimonianza del lavoro svolto da lui e da tutti i suoi collaboratori, abbiamo pensato che come invitati non potevamo esimerci dal presentare il nostro regalo di nozze, ma sorgeva il problema che, essendo una Amministrazione pubblica, non potessimo fare regali ad un privato, capirete bene il perché, quindi abbiamo pensato che invece, con il contributo di privati cittadini, commercianti, la banca locale che si è offerta di partecipare, sarebbe stato più adeguato qualcosa di utile alla Fondazione. Avete già visto di cosa si tratta, non potevamo certo metterlo in uno scatolone, perciò è con grande onore, a nome di quanti hanno contribuito (potete leggere sull'attestato i nomi) di donare alla Casa-Famiglia, questo minibus che vi permetterà di fare escursioni tutti insieme, del quale consegno ufficialmente le chiavi al Dott. Martini e a lui personalmente le chiavi della città, come cittadino onorario>>

Stavo osservando incuriosito quanto si svolgeva davanti a me, ma gli occhi mi portarono di nuovo a guardare quel fiocco azzurro che avvolgeva il minibus. Ebbi un flash! Uno scintillio nella mia mente, come quando con un accendino elettrico si accende il gas. Nella mia mente in un lampo apparve una culla in legno, con un fiocco azzurro. Ebbi un sobbalzo nel momento stesso che una mano si posava sulla mia spalla.

<<Beh, non volevo spaventarti>>

<<No, assolutamente! Mi è venuto in mente che quel fiocco azzurro l'ho già visto, non so quando, con una signora bionda con una treccia attorcigliata sopra la testa, che mi diceva che era lì che avevo dormito nei primi anni della mia vita. Era mia madre! Ne sono sicuro!>>

Anna mi guardò, restò in silenzio per qualche minuto (cercava forse le parole giuste).

<<Bene, sei sulla via di recuperare la memoria. Ne sono felice per te, almeno prima di andartene potrai partecipare al matrimonio di Claudio e Lisa. Lei mi ha detto che si farà accompagnare all'altare da te>>

La abbracciai stringendola forte a me. Mi era mancata! Da quando aveva preso il posto di Lisa, ci vedevamo la sera, ma era talmente stanca che si addormentava subito. Volevo soprattutto farle sentire che non mi aveva perduto, ma avevo paura anche io. Nel momento stesso che avessi riacquistato la memoria, avrei potuto perderla.

Intanto nella Casa le cose si susseguivano a ritmo frenetico. Michele, l'ultimo arrivato, aveva ricevuto un'offerta di lavoro al Mercato ortofrutticolo, per il quale doveva trovarsi un suo domicilio e lasciare la Casa. Gli avevano garantito che lo avrebbero aiutato anche in questo, doveva solo dire di sì. Si confidò con me, dicendomi che non era abituato a vivere da solo, non avrebbe saputo neanche cuocere un uovo al tegamino. Mi sentii a disagio ma poi mi feci coraggio e gli dissi:<<Non vorrei essere invadente nella tua vita privata, ma qui ci conosciamo tutti e siamo una famiglia. Ho visto che hai legato molto con Franca e mi è parso di capire che potrebbe nascere qualcosa tra di voi. Perché non le proponi di venire a vivere con te?>> (in realtà lo avevamo visto sgattaiolare dalla camera di Franca alcune volte, quindi del tenero c'era già).

<<Ti ringrazio, sei un amico, credevo che anche tu fossi un operatore della Casa, ma ti sei comportato come tale con tutti. Ti auguro che tu possa tornare presto alla tua vita. Venendo qui sono stato fortunato. Andrò a chiederle se vuole vivere con me>>

E così, altre due persone sarebbero tornate alla vita. Succedeva anche a me, solo che non sapevo se potevo averla con Anna, a volte mi chiedevo se non fosse meglio continuare a vivere nell'oblio del mio passato: anche se non avessi potuto sposarla, sarei rimasto sempre con lei.

In questa ultima settimana ci eravamo visti poco o niente con Anna. A sera un "buonanotte" frettoloso e lei si addormentava all'istante. Anche se avevo tante cose da dirle, sapevo che aveva non poche incombenze da svolgere: il posto di Lisa, addestrare la sua sostituta, mantenere i contatti con l'Amministrazione. Così mi ritrovai la mattina del matrimonio che il suo buongiorno me lo lasciò su un bigliettino, sopra l'abito da cerimonia.

"Buongiorno, sono andata ad allestire la chiesa. Per le 10.00 dovete esser tutti pronti a partire col minibus. Prova a mettere le scarpe nuove (nere, di coppale lucido), per farle ammorbidire un po'. TI AMO"

Malgrado tutti i suoi impegni, aveva trovato il tempo di comprarmi le scarpe, che in effetti mi servivano dal momento che, quando mi avevano trovato avevo solo quelle che indossavo. Ma le sorprese non erano finite: camicia nuova con doppi polsini e relativi gemelli e farfalla. In pratica mi aveva rivestito completamente, ci teneva che fossi al top per accompagnare la sua amica-sorella (come la chiamava lei) all'altare. Così, vestito di tutto punto, sembravo un manichino, mi avvia verso il cortile dove era parcheggiato il bus, addobbato con festoni colorati. Al mio passaggio, sembrava che lo sposo fossi io: fischi di ammirazione e applausi. Passandomi accanto Gina mi disse: <<Sembri un modello>> e salì al posto di guida. Avrebbe guidato lei.

Arrivati davanti alla chiesa, Claudio, vestito da lord, con cilindro e guanti, era ansioso di vedere la sua Lisa, ma appena arrivato venne guidato fino all'altare, lì doveva attendere che io accompagnassi la sua sposa e, mentre percorrevo la navata, ebbi un flash! Avevo già vissuto una scena del genere! Ma fui subito distratto dalla cerimonia poi venimmo diretti a Torino per le foto e non ebbi modo di dirlo neanche ad Anna. Ma una cosa decisi di fare! Ritornati alla Casa, presi Anna in disparte e:<<Qualsiasi cosa succeda dopo, resterò con te, se tu mi vuoi>>. Presi dalla tasca l'anello che le avevo comprato e glielo porsi.

<<Ti sei deciso, finalmente! Tutta la Casa stava aspettando questo momento, perciò dovrai ripetere questa scena durante il brindisi che faremo per gli sposi>>

Così, dopo l'ennesimo brindisi e "viva gli sposi", Anna si alzò e, facendo tintinnare il suo calice:<<Rubo un momento di tempo agli sposi, per un annuncio che Ernesto deve fare!>> ma quando vide che non riuscivo ad emettere neanche un suono, fu lei stessa ad annunciarlo.

<<…la data non è ancora stata decisa, non sappiamo come e quando, ma io e Ernesto da oggi siamo ufficialmente fidanzati>>

Abbiamo veramente rubato la scena agli sposi per ben 15 minuti. Tutti gli ospiti della Casa erano galvanizzati da questi eventi positivi che si stavano presentando. Li faceva essere ottimisti sul proprio futuro. Mi soffermai a guardarli uno per uno. Fino ad allora ero stato tutto preso dalla mia vicenda e dalla storia con Anna, da non vedere che il clima della Casa era cambiato, in meglio.