ERNESTO: X CAPITOLO di Luigi Lucaioli
CAPITOLO 10
Il giorno del loro matrimonio sembrava festa nazionale. Il salone della TV fu sgombrato da divani e poltrone, furono allineate sedie e messi fiori e festoni su pareti e soffitto, il tutto compreso il rinfresco era offerto dall'Amministrazione Comunale. All'organizzazione aveva aderito anche la fioraia del paese che aveva preparato anche il bouquet per la sposa, due ragazzi che prestavano servizio civile in Comune si prodigavano per appendere lampioncini di carta colorata e festoni ovunque. Tutte le donne ospiti della Casa allestirono il rinfresco con tutto quello che alcuni commercianti si erano offerti spontaneamente di mettere a disposizione. L'obiettivo del Sindaco di avvicinare i cittadini agli ospiti di Villa Aurora (così si chiamava la struttura) era stato raggiunto. Anna, la mia Anna, si era offerta di fare da testimone alla sposa e Claudio lo fece per lo sposo. Ma prima della cerimonia mi aveva detto:<<E' solo per una questione legale, c'è da mettere una firma per legalizzare il matrimonio. Virtualmente saresti tu, perché Romolo me lo aveva chiesto espressamente>>
Non me ne crucciai, ero troppo felice per l'evento ma le sorprese non dovevano finire lì. Alla cerimonia avrebbe partecipato anche il parroco! Con sommo stupore, Romolo ci disse che aveva conosciuto il prete tramite Consuelo che frequentava la parrocchia e l'aveva aiutata. Quando lei gli aveva detto che si sarebbe sposata, ma che non poteva farlo in chiesa perché il futuro marito era un divorziato, se ne era dispiaciuto per lei, sapeva quanto ci tenesse, ma volle essere partecipe, era troppo affezionato a quella donna che era passata tra mille sofferenze senza ma perdere la Fede. Alla richiesta del parroco, perfino un antipapa come Romolo non seppe dire di no! E quel giorno, fatidico per lui, mentre parlavo con i suoi vecchi compagni della Casa, si voltò e lo riconobbe: suo figlio! Restò impietrito, con gli occhi fissi, tutti noi ci girammo verso dove lui stava guardando, un nodo alla gola gli impediva di parlare.
<<Non lo hai fatto tu, allora mi sono invitato da solo, posso?>> e vedemmo Romolo scoppiare a piangere come un bambino e, siccome non riusciva a parlare, fu Claudio che ci presentò questo ospite: Remo! E come poteva essere altrimenti? Padre e figlio avevano la stessa verve ironica ed essendo "figli della Lupa"… ovvio che il padre avesse dato questo nome al figlio. Ci volle un quarto d'ora prima che il pianto e il singhiozzo permettessero allo sposo di riprendere fiato. Li lasciammo soli, mentre lui presentava suo figlio a Consuelo. Quel pianto a dirotto di Romolo valse più di mille richieste di perdono, di scuse per aver abbandonato un figlio. Ma ancora più grande era stato il gesto del figlio. Quando Claudio lo aveva contattato per dirgli di suo padre, non aveva risposto neanche e il dottore non aveva insistito più di tanto, sapeva che era una situazione molto delicata. Quello che non sapeva però era che Remo si era recato dove suo padre aveva la bottega ed era rimasto ad osservarlo fino a quando era sopraggiunta Consuelo ed erano usciti insieme. Allora si era rivolto a Claudio per sapere della vita di suo padre ed ora era lì. Durante la cerimonia ho sentito Lisa dire ad Anna che normalmente ai matrimoni erano le donne che versavano fiumi di lacrime, ma in questo gli uomini si squagliavano come neve al sole. non posso fare raffronti, ma devo dire che la partecipazione era grande. In un momento come questo non potevo certo sentirmi il solito signor nessuno. Tutto questo era opera di Claudio! Ecco cosa era che mi aveva fatto restare a fissare quest'uomo. Ciò che faceva per gli ospiti della Casa andava oltre la sua deontologia. Stava prodigando tutto se stesso per far star meglio tutti noi anche dal punto di vista umano. Mentre ero assorto in questi pensieri, mi arrivò un "buffetto" dietro la nuca, era Lisa.
<<Ti sei incantato? Non sarai mica innamorato del dottor Martini?>>
Esposi i miei pensieri a lei e Anna, che stranamente si tenevano sottobraccio e confabulavano fra di loro. Anche Claudio si era accorto che lo stavo fissando e mi venne incontro ma non era per la solita raccomandazione di non avere fretta.
<<So che avevi espresso il desiderio di fare qualcosa, che ne dici di fare un esperimento con me? Ti do delle pubblicazioni mediche in inglese da tradurre in italiano. Anche se non ricordi, hai la capacità di farlo. Avrai così la possibilità di fare traduzioni dietro compenso. Una parte dei soldi andrà al fondo della Casa e una parte potrai tenerla per te. Ti va?>> avrei voluto abbracciarlo per quanto mi aveva proposto. Accettai pensando che potevo comprare quel regalo che avevo pensato quando ero stato aggredito, senza sapere ancora quanto sarebbe stato il mio compenso, ma mi sarei accontentato di pochi euro, giusto per il pezzo di bigiotteria che piaceva ad Anna. Decisamente nella Casa non c'era modo di annoiarsi. Mi trovavo bene lì, ne ero convinto, anche se non sapevo come poteva essere stato prima di allora.
Dopo alcune traduzioni che Claudio mi aveva sottoposto, mise subito in rete quella proposta di traduzioni che avrebbero svolto "gli ospiti della Casa". Claudio mi spiegò che ci voleva un referente da indicare e non poteva di certo dare il mio nome, come per il matrimonio di Romolo. Ripenso spesso a quel giorno, le sorprese che non finivano mai, il figlio di Romolo, mezza Giunta comunale e il prete! Quella sì che era stata una grande sorpresa: vedere Romolo stringere la mano al parroco (Consuelo gli aveva spiegato perché lo aveva voluto lì). E gli occhi di Anna… lucidi, le si era sciupato il trucco. Sono sicuro che i suoi occhi dicevano che anche lei desiderava un giorno così. Mi ripromisi di chiederle ancora di più di quanto mi avesse raccontato, perché svolgesse il suo lavoro nella Casa ma ero anche incuriosito per Claudio. Forse Lisa sapeva qualcosa di più, era molto più a contatto con lui di qualsiasi altro membro della Casa. Ebbi l'occasione con Lisa di chiederle di Claudio, un pomeriggio che venne a bussare alla mia camera. Anche Claudio aveva la sua storia: lavorava in un manicomio, reparto psichiatrico. Laureato con master in psichiatria, psicologia e sociologia. Sempre disponibile, buono, generoso, altruista, aiutava tutti (notai che a Lisa quando parlava di lui le brillavano gli occhi), sempre reperibile in ospedale, collaborava con una casa di cura, aveva a cuore la sorte dei suoi pazienti e quando si era guadagnato questa fama era talmente subissato di richieste d'aiuto che aveva dovuto aprire uno studio in proprio, senza tralasciare gli altri pazienti. Per questo sua moglie se ne lamentava ma, anziché parlarne con lui, magari dargli un ultimatum per dimezzare il lavoro, aveva pensato bene di sopperire all'assenza del marito tradendolo. Lui aveva intuito che nel suo matrimonio qualcosa non andava e aveva cominciato a rallentare i ritmi di lavoro, stava cercando di riconquistare sua moglie, quando lei gli aveva inflitto la pugnalata al cuore (in senso metaforico) facendosi trovare a letto con un altro, nel loro letto, il dottore era caduto in uno stato di prostrazione che lo fece richiudere in se stesso. Aveva vissuto un anno senza né vedere né sentire nessuno. Solo quando aveva visto una intervista in una TV locale, che parlava di questa Villa Aurora, una sorta di Casa-famiglia, sovvenzionata sia da enti pubblici che da privati e che cercavano appunto uno psicologo perché avrebbero ospitato persone con problematiche legate allo Stato sociale e umano, aveva ritrovato tutta la sua voglia di essere utile ad altri: aveva presentato subito il suo curriculum che non venne neanche letto. Conoscevano tutti la sua storia ma, soprattutto la sua professionalità ed iniziò subito. Aveva conosciuto Natasha, Dolores, Giovanna che erano state le prime ospiti. Poi quando questa sorta di esperimento si era rivelato vincente, avevano deciso di ospitare anche uomini, su suggerimento di Claudio che riteneva il socializzare fra uomini e donne fosse un passo importante per loro, per aiutarli a riacquistare fiducia nel genere umano con la solidarietà e la fratellanza. Persone come Natasha, Aldo, Romolo pian piano ammorbidirono quella scorza dura, fittizia che si erano creati a difesa e ricominciarono ad aprirsi verso gli altri. E i risultati erano evidenti: avevano ricominciato a provare sentimenti, ad amare e anche a risposarsi! Il matrimonio di Romolo era stato una iniezione di fiducia e di sicurezza in tutti gli ospiti. Era rimasta in sospeso la risposta alla mia domanda a Lisa: aveva una storia con Claudio? Non ce ne fu bisogno: quel suo arrossire era più di una risposta. Fece tenerezza, come una quindicenne al suo primo innamoramento.
<<Avresti dovuto capirlo, non hai visto che Claudio ha una sua camera a disposizione? Non è mica un ospedale che ha il medico di guardia!>> così mi disse Anna quando le raccontai il mio dialogo con Lisa.
Lei era assistente quando Claudio faceva consulti alla Casa di Cura dove lei già lavorava, fin da allora si era innamorata di lui e quando seppe che, dopo essere sparito per tanto tempo dalla circolazione, aveva accettato il lavoro a Villa Aurora, non aveva perso tempo, presentò a sua volta domanda. I requisiti e una buona lettera di presentazione fecero sì che potesse stargli vicino e magari, visto che era in attesa di divorzio, essere ricambiata di tutto l'amore che lei aveva provato per lui. E così era stato. Erano stati e continuavano ad essere molto discreti.