ERNESTO: XV° CAPITOLO di Luigi Lucaioli

23.03.2023

CAPITOLO 15

Fui felicissimo di sapere queste cose e al tempo stesso mi rattristai. Desideravo anche io di avere una vita insieme ad Anna e magari avere dei figli, ma se non fosse stato possibile perché io avevo già una moglie? Questo chiesi a Claudio durante la nostra seduta e feci una figura barbina per la risposta ovvia che mi diede.

<<Qualora scoprissi che hai già una moglie, non dovrai far altro che una scelta: o lei o Anna. D'altronde già sapevi che c'era questa eventualità, quindi per ora vivi questo momento magico e preparati che voglio sentirti cantare al nostro matrimonio. Un'altra cosa, stiamo cercando di trovare qualche attività per tutti gli ospiti della Casa, per dar modo a loro di reinserirsi nella società. Come puoi ben capire per te rimane questo impegno delle traduzioni, non potendo presentare documenti per nessun tipo di attività ma, d'accordo con la Fondazione, tutti i proventi del tuo lavoro, saranno riscossi come abbiamo fatto finora, intestati a me, ma noi non prenderemo nessuna quota per la Casa. Se, e quando, potrai riavere la tua identità, ti saranno versati su un tuo conto, oppure ti sarà consegnato in contanti quanto vuoi. Anche adesso, magari avrai voglia di un pensierino per qualcuna…>>

Me ne andai lasciandolo con quel sorriso sornione, ma già pensando che sarei uscito per vedere una vetrina che avevo adocchiato durante una mia uscita con Anna. Avevo già in mente cosa regalarle, ma avevo bisogno di un consiglio femminile, se avessi potuto farlo prima, mi sarei fatto aiutare da Lisa, erano molto amiche, pensavo che conoscesse i suoi gusti in fatto di anelli. Sì, desideravo farle un anello, anche se poi… ma preferivo pensare che sarebbe stato per sempre. Lo chiesi a Franca, volevo distorglierla da quel momento cupo che stava attraversando. Lo dissi a Claudio, spiegandogli solo il motivo per cui avevo scelto Franca, forse per paura di un rimprovero non gli dissi che volevo comprare un anello e quando gli chiesi se per potevo usufruire di quel fondo di cui mi aveva parlato, mi rispose che potevo avere il denaro anche subito.

<<Ti ringrazio, per il momento mi interessa sapere di quanto posso disporre, poi ti dirò>>

<<Ma, se mi hai chiesto del fondo e mi hai detto che vuoi uscire con Franca (eravamo liberi di uscire, sempre comunicando i nostri spostamenti), due più due… ma certo, non devi comprare qualcosa a lei. Tranquillo, io non so niente!>>

Quelli erano i momenti in cui mi sarebbe piaciuto conoscere il mio passato, per capire se avessi già provato una emozione come quella che stavo provando: mi batteva il cuore al pensiero che potessi comprare qualcosa per Anna! Con mia sorpresa quando andai a cercare Franca per chiederle di accompagnarmi a scegliere un anello, la trovai intenta in una fitta conversazione con Michele, così ripiegai su Natasha, la quale fu ben contenta di uscire, sarebbe stata la prima volta da quando era giunta alla Casa.

Molto loquace, mi disse che si sentiva una reclusa e ora che avevamo la possibilità di cercare un lavoro, non vedeva l'ora di rifarsi una vita, come tutti del resto. E mentre Natasha mi raccontava i suoi sogni, le sue speranze, io pensavo: "Che strano, mi sono adattato a questa vita, peraltro molto intensa, che le ansie, le paure di conoscere il mio passato, non mi toccano affatto se non per il fatto che vorrei rimandare quel momento".

Scelto l'anello chiesi a Natasha se il prezzo fosse adeguato a quanto avevo scelto.

<<Non so di quanto puoi disporre, ma questa cifra vale l'anello. Credo che le piacerà>>

Che bello vedere che, mentre passeggiavamo, alcune persone ci salutavano. Che differenza da quando ero stato aggredito.

Appena rientrato andai in cerca di Anna ma… ebbi un sussulto! Aperta la porta dell'ufficio, vidi che parlava con Gina, l'infermiera che avevo conosciuto quando mi avevano ricoverato in ospedale.

<<Entra pure, con Gina ho terminato per oggi. Dal prossimo mese farà parte della nostra Famiglia>>

<<Ciao, Ernesto, ti trovo bene. Chiudi la bocca che entrano le mosche!>> se ne andò con un sorriso sornione, contenta di vedermi stupito.

<<Tranquillo, Gina ha tutti i requisiti per restare come operatrice, al posto di Lisa. Mi ha chiesto di noi e mi ha detto di non temere niente. Si è sposata con un dottore. È appena tornata dal viaggio di nozze. Ora che tutto si è chiarito, dobbiamo pensare alla riuscita della cerimonia che dovrà essere più grande di quella di Romolo, visto che ci sarà anche il rito religioso. Ora posso raccontarti un po' della nostra sposina. Io e Lisa siamo cresciute insieme. I nostri genitori partirono dalla Calabria che non eravamo ancora nate. Mia madre non sapeva neanche di essere incinta quando venne qui. Ai nostri genitori diedero un alloggio dove dividevamo la cucina fra di noi, il bagno era in comune con altre famiglie, sul terrazzo. Dovevamo fare tre rampe di scale per portare l'acqua con i secchi, più volte al giorno. Malgrado tutte le difficoltà, i nostri genitori hanno lavorato sodo per mandarci a scuola. Ne hanno subite, e poi anche noi, di angherie dalla gente, perché venivamo da "terronia", benché sia io che Lisa siamo nate qui! I loro sacrifici hanno fatto sì che potessimo andare all'Università e anche lì ci sentivamo denigrate, perché i "terroni volevano ragliare i loro somari in Torinese". Ma ce l'abbiamo fatta. Io rimasi in Italia, andai a lavorare a Milano, mentre Lisa seguì il suo "amore" come volontaria in Africa, fino a che non scoprì che "l'uomo della sua vita" se la faceva con tutte le crocerossine, inviate dall'Unicef ma anche con le giornaliste, insomma tutte le donne che gli capitavano a tiro purché decenti. Quando è tornata in Italia, 5 anni fa, mi disse che sarebbe entrata in questa struttura che la Fondazione aveva creato e io la seguii. L'unico suo rimpianto era stato di non aver voluto figli, per seguire il suo uomo ovunque andasse. Ora, a 39 anni, quando oramai pensava di non poter diventare più madre, era decisa a condividere la propria con Claudio, nella Casa ma, accortasi di essere incinta, non ha voluto perdere questa occasione che le si presentava. Per questo ha deciso di dedicarsi completamente alla "sua" famiglia, soprattutto al figlio che nascerà. Tutte le sofferenze, le umiliazioni subite, con Claudio sono sparite, ha riacquistato la fiducia negli uomini e vuole dedicarsi a lui e al bambino completamente. In quanto a Gina, abbiamo parlato a lungo. Era da tanto che voleva lasciare l'ospedale, ma avrebbe significato cambiare città, ma ora che si è sposata, quando ha sentito di questa possibilità, ha mosso mari e monti per avere questo posto e rimanere a Torino>>

Mi sentivo in imbarazzo e al tempo stesso temevo che qualcosa avrebbe incrinato il mio rapporto con Anna, ma cercai di calmarmi e di pensare al mio lavoro. L'indomani mattina mi recai da Claudio per la solita seduta.

<<Vieni, vieni. Accomodati pure, oggi siamo solo due amici che si fanno una chiacchierata. Ti dico subito che sia io che Lisa avremmo voluto che, il mio testimone, fossi tu, ma giuridicamente sai che non è possibile. Da come si stanno risvegliano i tuoi ricordi, molto presto ci lascerai. Spero solo che tu non perda la memoria del tempo passato qui da noi. Qualcuno ne soffrirà molto, ma Anna è forte, è preparata a questa evenienza. Per quanto riguarda la Fondazione saremmo felici se tu, ritrovata la tua identità, la tua vita, continuassi a fare le traduzioni per conto terzi. Questo ci ha permesso di aprire la nostra Casa al mondo esterno, dandoci la possibilità di mettere insieme tutti quei meccanismi per poter dar modo agli ospiti di rifarsi una vita. Tant'è che la Fondazione sta cercando finanziamenti per aprire altre Case-Famiglia, in altre città. È un progetto ambizioso ma, con le persone giuste come Lisa, Anna e mecenati che credono in questo sogno, potrebbe diventare realtà e un contributo come il tuo sarebbe auspicabile. Abbiamo notato il rapporto che tu hai instaurato con tutti e questo fa di te la persona giusta a fare da collante con tutte le varie personalità che approdano nella Casa. Fatta questa tiritera, tranne i tuoi turni nella gestione della Casa, ti chiederei un favore come amico, di aiutare Anna e Lisa nei preparativi del nostro matrimonio. Più tardi verrà Lisa, dovrà chiederti un favore che so non rifiuterai, non dico altro, vuole essere lei a chiedertelo>>

Non stetti a pensarci su, detti per scontato che mi avrebbe chiesto di cantare durante il pranzo, non immaginavo affatto ciò che invece mi avrebbe chiesto.