I DELITTI DELL'ISOLA: III° CAPITOLO
(segue) L'alba arrivò anche per il commissario Poletti e per l'investigatore Parenti, impegnati a perlustrare ogni centimetro dell'ufficio dove giaceva il corpo senza vita della vittima. Sulla scrivania c'era una tazza, evidentemente era la tisana e ce n'era ancora un po', abbastanza per farla analizzare. Tracce di sangue e materia cerebrale sul davanzale della finestra, inducevano a pensare che l'arma del delitto giacesse in fondo al lago. Esaminarono attentamente il cadavere, frugarono nelle tasche, nel portafogli ma senza rilevare nulla di interessante. Nemmeno i cassetti della scrivania contenevano qualcosa di utile e sul piano c'erano solo i libri contabili. Niente, se non il loro disappunto!- Speriamo che la scientifica abbia più fortuna di noi! - sbottò stizzito il commissario. L'investigatore annuì continuando ad osservare gli oggetti sulla scrivania, poi prese dal ripiano un antico orologio da taschino, semi sommerso dai libri contabili. La cassa di ottone, piuttosto bombata, gli dava davvero la forma di una grossa cipolla. Era perfettamente funzionante eppure c'era qualcosa che stonava.- Ti piacciono i vecchi "cipolloni"? - Poletti gli si avvicinò incuriosito.- Mi chiedo cosa poteva farsene di questo vecchio orologio il povero Sampieri, visto che ne indossa uno al polso! - rispose Parenti rigirando l'oggetto tra le mani. Poi con le dita iniziò una lieve pressione sul bordo e finalmente la sua pazienza venne premiata: con un clic la cassa bombata si aprì ed un piccolo foglietto di carta scivolò fuori. Poletti lo prese al volo e lo srotolò. Con caratteri nitidi ed eleganti c'era annotata una serie di numeri da un lato ed un messaggio della vittima dall'altro "TEMO PER LA MIA VITA QUINDI NASCONDO QUI QUESTO NUMERO DI .....". Il messaggio non era completo ma terminava con uno scarabocchio come se Sampieri fosse stato interrotto da uno spavento improvviso e fosse stato costretto a nascondere precipitosamente il biglietto. Convennero che era troppo lungo per essere un numero di telefono o di una cassetta di sicurezza, forse potevano attribuirlo ad un conto corrente, magari estero.- Lascialo a me! Ho una persona che in poco tempo può scoprirne le origini! Tu, seguendo le vie ufficiali, rischi di perdere tempo prezioso! - propose l'investigatore.- Ok, ma non voglio sapere come ci riuscirai ma tienimi informato! - acconsentì il commissario - E adesso chiudiamo tutto ed andiamo a dormire. Ci penserà la scientifica a trovare prove ed indizi .- Dobbiamo fare in fretta! Se Sampieri aveva scoperto qualcosa di scottante, potrebbero esserci altre vite in pericolo! - lo esortò Parenti.- A chi stai pensando? -- A Donna Assunta! - il commissario restò a bocca aperta.In accordo con le autorità competenti, gli invitati illustri poterono lasciare l'isola senza sapere dell'omicidio; solo Donna Assunta, suo figlio, la sua fidanzata Giusi Mondello, Artemisio e tutto il personale di servizio furono obbligati a restare. Non pioveva più, anzi un bel sole settembrino riscaldava l'aria che si manteneva comunque fresca e piacevole. Le acque del Trasimeno, tornate all'abituale calma, permisero alla scientifica di giungere su Isola Maggiore senza problemi e, mentre essi si occupavano dei rilievi insieme al medico legale, tutti coloro ancora presenti al castello vennero convocati in una delle splendide sale, per consentire al commissario Poletti di informarli dell'omicidio e studiarne le reazioni. Sembrarono tutti orrendamente colpiti dal modo in cui Sampieri era stato ucciso. Tutti troppo sconvolti per rivolgere qualsiasi domanda? O qualcuno temeva che a chiedere si sarebbe potuto scoprire? Chi poteva dirlo con esattezza? Il personale di servizio fu congedato ed una volta rimasti soli, Donna Assunta si rivolse al figlio che, impassibile, sorseggiava un whisky.- Hai osato portare questa donna in casa mia, pur sapendo come la penso su di lei e considerato il fatto che dell'azienda non ti interessi affatto, ti informo che ho redatto un nuovo testamento. A parte la legittima che la legge mi obbliga a darti, non avrai nient'altro! Adesso, dal momento che in qualche modo mi sento responsabile per la morte del dottor Sampieri, per favore Artemisio, accompagnami, voglio andare a pregare in chiesa! - Uscì al braccio del suo factotum senza attendere la reazione del figlio, impietrito dalla notizia appena ricevuta alla presenza di tutti. Strinse il bicchiere oramai vuoto e con rabbia lo scagliò contro la parete di fronte a sé. Donna Assunta e Artemisio uscirono da un cancello secondario che dava su Viale Marchesa Isabella, ma svoltarono poco dopo per dirigersi verso la Chiesa di San Michele Arcangelo ma non si fermarono. Proseguirono fino alla chiesetta di San Salvatore e lì, Donna Assunta, decise di entrare. Si guardò intorno, la stessa chiesa spoglia di tanti anni prima eppure le sembrava di sentire ancora il profumo di lillà di sua madre e la sua voce mentre recitava le preghiere.- Quanti anni sono passati amico mio?! - esordì con voce sommessa.- Ci siamo conosciuti qui ma tu eri troppo piccola e non puoi ricordartelo - rispose l'uomo.- Già, avevo quattro anni appena e c'era la guerra -- Sì, era il '44 ed io ero solo un ragazzone di 10 anni, ebreo, che le famiglie di Isola Maggiore nascondevano in questa chiesa insieme ad altri, che scappavano dai rastrellamenti nazisti. Poi nemmeno questo posto fu più sicuro e tutti gli ebrei vennero spostati altrove, tranne il sottoscritto. Non avevo nessuno e nessuno volle prendersi la responsabilità di prendermi con sé. Tutti tranne tuo padre che, mentre i Tedeschi vi minacciavano e rastrellavano l'isola, mi nascose nella sua barca e mi salvò! -- Mio padre era un uomo buono. Ti prese con sé, alla fine della guerra, per insegnarti il mestiere del pescatore e tu gli volevi bene! -- Sì, come se fosse mio padre! E tu mi insegnasti a leggere e scrivere quando iniziasti ad andare a scuola. Ero un ragazzone troppo cresciuto per la mia età e quando gli altri mi prendevano in giro, mi deridevano, tu mi difendevi sempre. Eri già una leonessa! Da allora ho promesso, ho giurato che mi sarei preso cura di te, sempre! -Donna Assunta gli posò una mano sulla spalla e con lievi colpetti lo rassicurò sul fatto di esserci riuscito.- Non sono più la leonessa di un tempo ed ho allevato un figlio inetto! - sospirò con un tono di voce carico di amaro dolore.- Lo hai amato e protetto troppo - le rispose l'amico.Uscirono dalla chiesetta ma non tornarono al castello, scesero in paese godendosi il panorama di un Trasimeno quieto, dove solo le anatre osavano rompere il silenzio di quella pace. Il battello da Tuoro era appena arrivato carico di turisti che affollavano la piazzetta, il bar, il chiosco ed il negozio di souvenir. I mattoni rossi di via Guglielmi risuonavano dei loro passi, mentre alcune isolane sedevano davanti al Palazzo delle Opere Pie, sede del Museo del Merletto, intente a lavorare con i loro uncinetti, il pizzo d'Irlanda. Le case dei pescatori erano diventate bar o ristoranti, altre erano ancora abitate, molte erano malridotte "... ma con un buon restauro potrei ridonare loro la vita!" pensò Assunta mentre passavano davanti alla Chiesa del Buon Gesù con il portale barocco e tele del '600 e poi il medievale Palazzo del Capitano del Popolo. Le ultime villette erano state costruite lungo la riva e dalla strada sterrata che saliva su verso il castello, Donna Assunta poteva ammirare il "suo" lago nella sua meravigliosa bellezza.- Non voglio tornare al castello, ancora! Torniamo indietro, voglio fare il giro lungo il lago - decise ed Artemisio le porse il braccio.Ritornarono sui loro passi, si sedettero al bar in piazzetta ed ordinarono delle bibite fresche. Il battello da Castiglione del Lago era appena attraccato ed i turisti stavano riempiendo il molo. Ad un tratto le parve di vederlo, guardò meglio, frugò tra la folla ma nulla, non riuscì a scorgerlo di nuovo.- Cosa c'è? - le chiese Artemisio.- Non so, mi è sembrato di vedere Alberto Ludovisi tra i passeggeri che sono scesi dal battello, ma devo essermi sbagliata! Non lo vedo più! - Anche Artemisio iniziò a scrutare tra la folla ma inutilmente, decisero perciò di riprendere la passeggiata. Passarono oltre la spiaggetta e proseguirono in silenzio soli, i turisti non erano ancora arrivati fin lì e il lungo lago era tutto per loro. Si soffermarono per respirare l'aria a pieni polmoni, per ammirare il panorama con Isola Minore così vicina da dare l'impressione di poterla raggiungere a piedi. Quando raggiunsero la statua di San Francesco, Donna Assunta si raccolse in preghiera per qualche minuto, la stessa cosa fece davanti allo scoglio ed alla fonte del Santo. Poi risalirono su fino alla cappella con il giaciglio del fraticello di Assisi, come in una specie di pellegrinaggio o forse alla ricerca di un passato che non sarebbe tornato mai più.Al castello il commissario e Parenti l'attendevano: il primo era visibilmente impaziente, il secondo impassibile.- Abbiamo trovato questo orecchino sotto la scrivania dove era riverso il corpo di Sampieri. Appartiene a Giusi Mondello, stiamo per interrogarla! - annunciò Poletti - Vuole assistere? -Donna Assunta annuì e li seguì in un salotto, dove la ragazza li stava già aspettando.- Allora, signorina Mondello, riconosce questo orecchino? - le chiese il commissario mostrandoglielo.- Oh, l'avete trovato! Ieri sera l'ho cercato tanto ma chissà dov'era finito. Poi siccome è solo bigiotteria, ho lasciato perdere! - rispose lei tutta contenta per il ritrovamento.- Signorina, l'abbiamo trovato vicino al cadavere della vittima. Ha una vaga idea di come mai fosse finito lì? - insistette Poletti. La ragazza sgranò gli occhi inorridita.- Oh mio Dio! No, non so come mai sia finito lì! Non saprei proprio! - - Forse perchè lei è entrata in quella stanza! - le suggerì il commissario.- Noooo, non ci sono mai entrata! Non mi allontano mai troppo dalle stanze che conosco, ho paura di perdermi! E poi perché avrei dovuto entrarci? -- Per uccidere Sampieri!?! - la incalzò Poletti.- Oh, mio Dio! Non potrei mai e poi non lo conoscevo, perché avrei dovuto farlo? - la ragazza era terrorizzata oltre che inorridita.- Il motivo lo scopriremo, di certo c'è che questo orecchio è suo e si trovava sul luogo dell'omicidio senza un valido motivo e questo è un indizio grave contro di lei, signorina! - La ragazza iniziò a piangere spaventata ed a professare la propria innocenza; le fu imposto di non uscire dal castello fino a nuove disposizioni. Rimasta da sola con Artemisio e Parenti, Donna Assunta scosse il capo.- Io non credo che sia stata lei! Cosa ne pensa Parenti? - anche l'investigatore era scettico.- C'è solo quell'orecchino ed hanno trovato qualche capello biondo, non è molto a mio avviso ma per il commissario potrebbe essere sufficiente per incriminarla con l'accusa di omicidio! -- E quel numero che avete trovato? -- Avrò una risposta in giornata -Avevano taciuto il ritrovamento del biglietto per non allarmare l'assassino, perché sicuramente doveva rappresentare la chiave di svolta dell'omicidio. Parenti si congedò e Donna Assunta raggiunse Artemisio alla finestra che dava sul viale di accesso principale: suo figlio si accingeva ad uscire, vestito come al solito molto elegantemente.- Seguilo! - gli ordinò.Risalire all'ora della morte di Sampieri con assoluta certezza, non era possibile secondo il referto dell'autopsia. Il medico legale tuttavia, considerando i residui della tisana ingerita, poteva indicare un'ora compresa tra le 18:00 e le 19:00. Chiaramente il decesso era dovuto allo sfondamento del cranio, con conseguente fuoriuscita di materia cerebrale. La scientifica aveva appurato che il capello trovato addosso al cadavere era compatibile con Giusi Mondello, ma non solo, una sua impronta era stata rinvenuta tra le tante rilevate sulla maniglia della porta dell'ufficio. Era evidente che la ragazza aveva mentito: era stata sul luogo del delitto. Occorreva un nuovo interrogatorio della giovane, per questo motivo il commissario la mandò a chiamare ma risultò introvabile. Poletti fece il diavolo a quattro per quella sparizione, il poliziotto lasciato di guardia e che imprudentemente si era allontanato per dei rumori sospetti, si prese addosso tutta la veemenza dell'ira del suo superiore. Per sua fortuna l'attenzione del commissario si concentrò sulla telefonata che giunta ad interrompere un fiume di improperi.- No! Dove? Arrivo subito! - Poletti era sconvolto; chiuse il cellulare con un colpo secco e poi si rivolse ai presenti ma a nessuno in particolare, forse solo a se stesso, per assimilare la notizia appena ricevuta ma senza riuscirci completamente - Hanno trovato il corpo senza vita di Alberto Ludovisi! -- Cosa?? Non è possibile! - Donna Assunta era sbiancata in volto.- Era Artemisio al telefono. Dice che era in paese quando è arrivata la notizia che, una coppia di turisti, ha trovato il cadavere ai ruderi della torre romana. Prima di chiamarmi si è recato sul posto ed ha verificato di persona l'identità della vittima. E' proprio lui, non ci sono dubbi! Ci sta aspettando! - le spiegò in tutta fretta. (continua)