I DELITTI DELL'ISOLA: II° CAPITOLO

24.07.2020

(segue) Nanni Parenti aveva perfettamente ragione. Lo spettacolo che si presentò agli occhi del commissario Poletti e del questore era rivoltante. Il corpo inerme dell'amministratore giaceva con il busto riverso sulla scrivania, seduto alla poltrona di pelle nera ma, della sua testa non rimanevano che poche ossa intere: frammenti del cranio e materia cerebrale erano schizzati tutto intorno, mentre il sangue aveva invaso la scrivania colando sul pavimento. Nella stanza erano entrati solo i due uomini delle autorità, l'investigatore e Artemisio.- Dobbiamo sigillare questo ufficio fino all'arrivo del medico legale e della scientifica e con la bufera in atto, temo che non arriveranno tanto presto! - esordì il commissario - Chi ha trovato il corpo? -Artemisio si fece avanti.- Io. La signora mi aveva chiesto di salire a cercarlo dal momento che ancora non si era visto alla festa! -- Perché si trovava qui? - chiese ancora il commissario.- Deve chiederlo alla signora, è lei che dà gli ordini! - Artemisio sembrava proprio ottuso eppure Poletti era sicuro che non lo fosse affatto.- Lei quando ha visto vivo per l'ultima volta la vittima? -- Verso le 17.00! A dire il vero non l'ho visto, ma solo sentito. Ho accompagnato la cameriera fino al salottino qui fuori. Il dottor Sampieri era solito bere una tisana a quell'ora e gliel'abbiamo portata. Lui era qui, in questa stanza e ci ha chiesto di lasciare il vassoio nel salottino e così abbiamo fatto! - rispose Artemisio.- E' sicuro che fosse il dottor Sampieri? E perché ha dovuto accompagnare la cameriera? -- Sì, era la voce del dottore ne sono sicuro. Ho accompagnato la cameriera perché ancora il personale di servizio non è molto pratico del castello -Le spiegazioni di Artemisio parvero soddisfare il commissario che si limitò a chiedergli di procurargli un robusto lucchetto per chiudere la porta della stanza, fino all'arrivo della scientifica.Convennero con Donna Assunta di lasciare proseguire la festa, viste le personalità presenti, per quanto macabro, sembrava inutile turbare i presenti con un delitto perpetrato sotto il loro stesso tetto. Inoltre era chiaro che l'assassino era ancora al castello, dal momento che fuori la tempesta era abbastanza violenta da rendere insicura una eventuale fuga e per andare dove poi? Attraversare il Trasimeno con quel tempo sarebbe stato pericoloso per chiunque, solo San Francesco c'era riuscito, secoli prima ma lui era avvezzo ai miracoli. Così il commissario Poletti preferì chiudere l'ufficio con il cadavere dentro, lasciare all'amico Parenti l'onere di sorvegliare la porta mentre, col il questore e Donna Assunta, si accingeva a visionare l'elenco degli invitati. Donna Assunta aveva ragione: fino a che durava la tempesta potevano trattenere gli invitati senza problemi e senza dare spiegazioni, poi però, una volta che questa fosse cessata, non avrebbero avuto altra scelta che lasciarli andare. Del resto era molto improbabile che le illustri personalità presenti avessero a che fare con il delitto: il suo istinto gli diceva che l'assassino poteva essere una persona molto vicina alla famiglia, se non della famiglia stessa. Per questo chiese subito un colloquio con Donna Assunta: era necessario capire bene chi fosse la vittima!- Il dottor Sampieri è stato assunto dalla mia società, la Sammarchi e Co, circa vent'anni fa. Ha sempre svolto il suo lavoro come contabile in modo preciso, onesto, rivelandosi una persona integerrima e degna di fiducia. Per questo motivo l'ho promosso amministratore un anno fa, quando sono stata costretta a licenziare il suo predecessore - queste le informazioni che la donna gli diede.- Che lei sappia, la vittima aveva nemici? C'era qualcuno che poteva avercela con lui? -Donna Assunta rifletté un po' prima di rispondere, poi dopo un profondo respiro, si decise a parlare.- Ho il forte dubbio di averlo messo io in questa situazione. Non penso che Sampieri, per il tipo di persona onesta che era, potesse avere nemici. Tuttavia aveva ricevuto da me il delicato incarico di esaminare i libri contabili, tenuti dal suo predecessore, vagliare tutti i conti ed ogni singola voce di bilancio. Questa verifica era necessaria, perché abbiamo scoperto gravi ammanchi ed irregolarità, tali che ho dovuto licenziare l'amministratore precedente - Il commissario Poletti fissò dritto negli occhi Donna Assunta, così temuta negli affari da far tremare i suoi concorrenti, eppure qualcuno aveva osato "sfidarla".- Come si chiama questo ex amministratore? -- Alberto Ludovisi. Ho assunto Nanni Parenti per investigare su di lui. Sono sicura che potrà avere tutte le informazioni che vuole da lui -Mentre la festa iniziava la sua parabola finale, senza che gli invitati si fossero accorti di alcunché, il commissario tornò nel salottino antecedente il luogo del delitto, per parlare con l'investigatore privato. Si conoscevano da anni, si potevano anche definire amici, di sicuro si stimavano perciò, qualunque cosa Nanni Parenti gli avesse riferito, il commissario sapeva che sarebbe stata attendibile.- Cosa pensi di questo omicidio? -Parenti rifletté qualche minuto e poi sembrò rispondere soppesando attentamente le parole.- E' stato commesso con un'atrocità inaudita! Spaccargli la testa a quel modo, mi induce a pensare che sia stato premeditato -- L'arma del delitto? - chiese il commissario.- Artemisio mi ha riferito che nella galleria delle armature manca un mazzafrusto -- Che roba è? - chiese incuriosito Poletti.- E' un'arma utilizzata dal '200 al '600 e consiste in una palla di ferro chiodata, collegata ad un bastone tramite una catena -- Uhmm, un aggeggino "leggero"! Adatto ad un uomo? -- Non necessariamente. Non è molto pesante, anche una donna può usarlo agevolmente -- Parlami di questi Sammarchi. Donna Assunta ha detto che stai lavorando per lei, di che si tratta? -Nanni si mise comodo sul divano ed iniziò a raccontare come Donna Assunta lo avesse incaricato di investigare inizialmente su Giusi Mondello, la fidanzata del figlio Gustavo Camillo, una vistosa commessa dei grandi magazzini. Donna Assunta non la voleva come nuora e non per le umili origini, anzi aveva sempre ammirato le persone che riuscivano a farsi strada da sole nella vita, ma disprezzava le arrampicatrici sociali prive di scrupoli e sospettava che la ragazza lo fosse. Dalle indagini non solo era emerso che l'anziana donna aveva ragione, del resto aveva sempre avuto un fiuto eccezionale nel catalogare le persone, ma Parenti aveva anche scoperto una tresca con l'ex amministratore della Sammarchi e Co., non ancora licenziato. Il suo compito era quello di procurarsi le prove della relazione clandestina ma, nel frattempo, il dottor Sampieri aveva scoperto delle irregolarità nell'amministrazione tenuta dal Ludovisi, così Donna Assunta lo aveva licenziato ed aveva incaricato lo stesso Sampieri di fare chiarezza sugli ammanchi. Le loro indagini parallele ma sempre più connesse, avevano portato a scoprire una sorta di spionaggio industriale ai danni della Sammarchi e Co, a tutto vantaggio della sua maggiore rivale, la Morassuti spa. La famiglia Morassuti, che ne era titolare, era sospettata da tempo di connivenze con la mafia per la quale, si diceva, riciclasse il denaro sporco.- Sampieri oggi pomeriggio mi ha telefonato. Era euforico, diceva di aver fatto una scoperta straordinaria. Voleva vedermi, non voleva parlarne al telefono, riteneva non fosse sicuro - concluse Parenti.- Cosa pensi avesse scoperto? -- Non lo so ma credo che, se l'assassino non l'ha trovato, potrebbe essere ancora in quell'ufficio - Il commissario Poletti giocherellò con la chiave del lucchetto che teneva in tasca, poi si decise ad estrarla e mentre gli invitati andavano a dormire, i due uomini entrarono di nuovo nella stanza dell'omicidio. Donna Assunta aveva congedato i suoi ospiti, che ben presto avevano occupato le stanze del castello, poi con passo stanco e gesti nervosi, si era liberata del prezioso vestito rinascimentale per una più comoda tunica. Fuori dalla finestra la tempesta ancora infuriava, tanto da impedirle di distinguere dove finisse la terraferma ed iniziassero le acque lacustri. Ricordi d'infanzia le affiorarono alla mente. Altre notti, altre tempeste e lei bambina spaventata che la mamma, con le altre donne, cercava di distrarre insegnandole a lavorare il merletto a punto d'Irlanda, come da tradizione secolare, fin da quando la Marchesa Elena Guglielmi, figlia di Giacinto ed Isabella che così tanto avevano desiderato costruire quel castello, aveva insegnato a sua volta, agli inizi del '900, alle figlie dei pescatori. Ora il merletto di Isola Maggiore era una delle lavorazioni artigianali più richieste ed apprezzate dai turisti che non se ne andavano senza averne acquistato almeno uno. Lungo la strada principale, via Guglielmi, le donne sedevano ancora fuori dalle case in estate e ricamavano sotto lo sguardo incuriosito ed affascinato dei gitanti.Presto sarebbe arrivata una nuova alba, plumbea ma forse la bufera si sarebbe placata, di sicuro c'era solo che il dottor Sampieri non l'avrebbe vista. Donna Assunta invece la vide. Vide lentamente allontanarsi le nubi nere dal cielo, vide schiarirsi il panorama così da permetterle di distinguere le acque del Trasimeno che, piano piano, si quietavano. Dalla sua finestra, il suo sguardo insonne iniziò a distinguere le forme del giardino all'inglese ed i contorni della piante esotiche iniziarono a diventare più nitidi, poi il bosco circostante. A destra si iniziava a scorgere la Cappella di San Francesco con il giaciglio dove il Santo aveva dormito durante la sua travagliata Quaresima. Quante volte la mamma l'aveva portata a deporre fiori freschi e lumini quando era ancora una bambina! Percorrendo il Sentiero dei Lecci raggiungevano poi la Chiesa di San Salvatore, una chiesetta di pietra di epoca romanica, spoglia all'interno ma a sua madre piaceva raccogliersi in preghiera in quel luogo semplice ma suggestivo mentre a lei, bambina, piacevano le decorazioni floreali del portale finemente realizzate. L'ultima tappa del loro percorso religioso era la Chiesa di San Michele sulla sommità dell'isola. Ci arrivavano percorrendo la strada di San Salvatore e giungevano davanti alla bella facciata in pietra, risalente al 1200 ca., all'ora in cui le sue due campane iniziavano a richiamare gli isolani per la Messa. Ad Assunta era sempre piaciuto molto osservare gli affreschi che abbellivano le pareti, che richiamavano Giotto e il suo stile e la bella Madonna con Bambino in trono che invece risaliva al rinascimento umbro. Sopra all'altare c'era la splendida volta a crociera con costoloni decorati con figure di Santi e dei 4 Evangelisti. L'opera più bella però era il Crocifisso del 1460 del maggior esponente del rinascimento umbro: Bartolomeo Caporali. L'aveva sempre colpita intensamente la drammaticità della sofferenza del Cristo ma anche l'eleganza di fondo che rappresentava una caratteristica dell'arte pittorica di quel periodo in Umbria.Donna Assunta si riscosse dai suoi ricordi di una giovinezza sofferta sì ma pregna dell'amore della sua famiglia e per la sua terra. Ora, così prossima alla vecchiaia, si sentiva profondamente sola e senza affetto: non avvertiva nemmeno quello di suo figlio. (continua)