I DELITTI DELL'ISOLA: I° CAPITOLO

24.07.2020

Dalla torre del castello, il lago era quieto, tranquillo; le stelle brillavano e donavano alle acque silenziose la propria bellezza, diamanti preziosi gettati ad illuminare la via di quanti si stavano recando sull'isola per il grande evento: castello Guglielmi risorgeva a nuova vita!Donna Assunta Perego Sammarchi era la nuova proprietaria e dava una grande festa per inaugurare il suo nuovo prezioso "giocattolino". Dalla torre medievale, la donna osservava la distesa quieta del Trasimeno, rotta solo dalla scia dell'ultimo battello che stava attraccando al molo privato, anche quello ricostruito. All'orizzonte, verso Tuoro, nubi nere si avvicinavano lente, preannunciando un brutto temporale; sarebbe stato necessario predisporre le camere per gli ospiti, che avrebbero sicuramente preferito pernottare al castello piuttosto che affrontare il lago in tempesta, in una traversata di certo non piacevole. Lasciò quindi, il suo punto di osservazione per accingersi a dare le nuove disposizioni e per finire di prepararsi per la festa.Donna Assunta Perego Sammarchi era una donna molto ricca, anzi ricchissima, grazie a due matrimoni ben riusciti: vedova, entrambi i mariti le avevano lasciato ingenti patrimoni, gestiti poi abilmente dalla donna, Presidente ed unica azionista della "Sammarchi & Co", ma non era sempre stato così. Donna Assunta ricordava molto bene le sue umili origini, delle quali non si vergognava affatto, anzi era ben orgogliosa di essere diventata ciò che era. Donna Assunta era nata proprio lì, su quell'Isola Maggiore lambita dalle acque del Trasimeno, figlia di un povero pescatore analfabeta e da una donna a servizio dei Guglielmi, finché i signori Marchesi avevano vissuto al castello di cui erano stati i proprietari. All'inizio la sua famiglia non se la passava tanto male: il pesce del lago si vendeva abbastanza bene e la pesca era florida, inoltre i Marchesi Guglielmi davano sempre lavoro agli abitanti dell'isola. Non solo lavoro fisso come domestici, giardinieri, autisti ma anche per lavori di muratura, falegnameria, idraulica ecc. preferendo sempre gli isolani. Poi però i Guglielmi avevano lasciato l'isola, loro residenza estiva preferita ed il castello, che il loro antenato Giacinto aveva costruito per Isabella, la sua amata moglie, era stato abbandonato al degrado e poi venduto.Nanni Parenti ammirava ammutolito lo splendore nuovo che Donna Assunta aveva ridonato ad una proprietà oramai condannata al decadimento totale. Ricordava perfettamente le condizioni fatiscenti in cui lo avevano trovato quando aveva accompagnato la donna, due anni prima, per un sopralluogo. Macerie ovunque, all'interno ed all'esterno del castello, ingombravano cortili ed ambienti, gli affreschi degli antichi saloni erano poco più che visibili, invasi da muffe e vegetazione, il giardino ed il bosco erano infestati da piante e parassiti, alberi abbattuti dalle intemperie intralciavano il passo. Donna Assunta amava quell'isola, quel castello, tanto che era ben decisa ad acquistare la proprietà a qualunque prezzo ma era un'abile e scaltra donna d'affari, che aveva saputo sfruttare le aste di vendita andate inesorabilmente a vuoto per accaparrarsi il tutto per 1/3 del suo valore di mercato.Parenti riprese la salita verso il castello. Non era arrivato sull'isola con gli altri ospiti ma con un motoscafo silenzioso, che l'aveva lasciato su un piccolo molo nascosto, né avrebbe partecipato ai festeggiamenti per l'inaugurazione del castello: era lì per lavoro. Era un ometto piccolo di statura, mingherlino, folti capelli neri tenuti fermi dalla brillantina, un aspetto inquietante ed un modo di fare silenzioso e guardingo. Gli occhi scurissimi ed attenti sembravano sempre vigili e non perdevano mai d'occhio l'interlocutore, né tanto meno l'ambiente circostante.Per l'inaugurazione del castello, Donna Assunta aveva organizzato una festa in costume rinascimentale, alla quale era stato invitato il fior fiore del jet set internazionale: imprenditoria, politica, arte, nonché nobiltà più o meno decaduta, avevano ricevuto un invito al quale non si poteva dire di no. La festa si teneva nell'immenso salone delle feste, arredato lussuosamente con lampadari in cristallo di Murano ad illuminare gli affreschi restaurati, a rendere scintillanti le rifiniture dorate, a risaltare stucchi di pregio, tendaggi raffinati, uno scenario che lasciò a bocca aperta anche il più avvezzo al lusso: quello di Donna Assunta era sempre stato un gusto, uno stile di gran classe. La padrona di casa fece il suo ingresso alla festa al braccio del figlio Gustavo Camillo, avuto dal primo marito e poi adottato dal secondo, visto che altri bambini non ne erano arrivati. Avevano un portamento regale, accentuato dai ricchi abiti cinquecenteschi. Lei era ancora una bella donna sessantenne, di gran fascino ma non era l'avvenenza a colpire i suoi interlocutori, piuttosto l'intelligenza vivace, alimentata da un desiderio insaziabile di apprendere che le aveva permesso di spaziare i proprio interessi in molti campi diversi. Il figlio invece, non aveva ricevuto lo stesso dono della madre: era un bell'uomo, alto di 30 anni, capelli ed occhi scuri, il fisico ben curato, sempre elegante, amava le auto sportive e veloci quanto le belle donne, presso le quali aveva fama di riscuotere notevole successo. Amava la bella vita e seguiva gli affari della madre solo quando ne era costretto, perché lei minacciava di tagliargli i viveri. Donna Assunta salutò tutti i suoi invitati uno per uno, trattando tutti con la stessa cortesia, tanto fossero celebrità o semplicemente autorità locali. Fu Gustavo a dare inizio ai balli, accompagnandosi ad una deliziosa damina che Donna Assunta riconobbe con un moto di stizza. Il suo sguardo incrociò subito quello di Artemisio, il suo factotum, un uomo dalla stazza imponente, i capelli cortissimi oramai quasi del tutto bianchi, di pochi anni più anziano di Donna Assunta, era la sua ombra, i suoi occhi, le sue orecchie ma, soprattutto, la sua mano, più fidato del più fedele dei cani.Senza essere notati, i due uscirono dal salone da una porta nascosta dietro un pesante tendaggio e si ritrovarono in un piccolo studiolo.- Cosa ci fa qui quella donnaccia? - tuonò furiosa la padrona di casa.- E' arrivata col signorino ed i suoi ospiti, se l'avessi fermata ci sarebbe stato uno scandalo! - rispose lui. Donna Assunta convenne che era stato meglio evitare sceneggiate pubbliche, i giornali scandalistici ci avrebbero ricamato su per un bel po'.- Dovevi informarmi subito, comunque, e quella poco di buono deve andarsene al più presto o l' affogo nel lago. In quanto a mio figlio, questa volta ha osato sfidarmi apertamente e dovrà pentirsene! -Tirò fuori da un cassetto dello scrittoio una busta gialla e la consegnò ad Artemisio.- Spediscila quanto prima al mio avvocato! E il dottor Sampieri che fine ha fatto? Non l'ho visto alla festa! -- Era ancora nel suo ufficio, l'ultima volta che l'ho visto! Sembrava su di giri. Ha detto che doveva finire una cosa e poi sarebbe sceso! -Gli ordinò di andarlo a cercare mentre lei tornava dai suoi ospiti.Non erano passati che pochi minuti e fuori la tempesta infuriava con violenza inusuale, quando Artemisio riapparve nel salone e le sussurrò all'orecchio che era richiesta urgentemente la sua presenza altrove. Donna Assunta seguì l'uomo su per il maestoso scalone di marmo bianco, poi attraversarono la galleria dei ritratti, tutte opere d'arte di notevole pregio, collezionate nell'arco dei anni, poi il salone Minore così chiamato perché le finestre davano sul lato dell'Isola Minore ed infine la galleria con le armi e le armature, un'altra pregevolissima collezione con pezzi rari, soprattutto risalenti al Medioevo.Fuori dalla galleria, un disimpegno abbastanza ampio da accogliere un salottino arredato con un divano, un caminetto, una libreria con libri d'arte ed una console con sopra un vassoio quasi vuoto. Dal salottino, una porta bianca con rifiniture dorate ed intarsi barocchi, portava ad uno studio arredato come un moderno ufficio, con fax, computer, tv per videoconferenze, telefoni dotati di linea interna ed esterna. Davanti alla porta dell'ufficio, in piedi, con la sigaretta spenta tormentata dalle mani nervose, c'era Nanni Parenti."Strano" pensò Donna Assunta "Parenti è sempre così freddo ed impassibile! Cosa lo preoccuperà?"- Donna Assunta, lo spettacolo all'interno dell'ufficio non è proprio adatto ad una signora! - aveva esordito nel vederla, omettendo persino l'abituale "Omaggi Donna Assunta" che era il suo modo di salutarla ogni volta che si incontravano. La donna lo guardò interrogativamente: quello era l'ufficio che aveva riservato a se stessa ed al suo amministratore lì al castello. Sapeva per certo che Sampieri aveva lavorato lì tutto il giorno, cosa poteva esserci di sconveniente o sconvolgente in un ufficio supertecnologico?! Forse erano esplosi i computer?- Si tratta del dottor Sampieri! - le preannunciò Artemisio. Poi dopo un'occhiata a Parenti proseguì - E' morto! -- Morto?! Un malore? - Donna Assunta faticava a realizzare il concetto della morte del suo amministratore.I due uomini sembravano molto scossi, eppure avevano sangue freddo da vendere e lei lo sapeva bene.- Da come stanno le cose in quell'ufficio, direi proprio di no. Temo che sia stato ucciso! Sarebbe meglio avvertire le autorità. So che il commissario Poletti ed il questore sono presenti alla festa - rispose l'investigatore; lei aveva annuito.- Mi raccomando, discrezione. Ci sono molte personalità importanti alla festa! - si era raccomandata.- Non si preoccupi, conosco bene il commissario, siamo amici da anni, è la discrezione fatta persona! Vado io a chiamarlo e, Donna Assunta, segua il mio consiglio, non entri in quella stanza. Non è un bello spettacolo! -Dagli sguardi inquieti dei due uomini, la donna si convinse che era meglio accettare il consiglio e lasciò che Artemisio la guidasse verso il divano, dove attese l'arrivo delle autorità. (continua)