I MISTERI DEL LAGO PANTANO di Stefania CAPITOLO II°

02.08.2020

Capitolo 2

- Allora? - chiese l'anziana donna.

- Ne hanno trovato uno! - le rispose, timoroso, l'uomo.

- Quante volte ti ho detto che devi scavare fosse più profonde?! - lo rimproverò aspramente. L'uomo iniziò a dondolarsi nervosamente, ora su un piede, ora sull'altro.

- Ma l'ho fatto! - si lamentò - però quel tipo si è messo a scavare un pozzo, proprio lì! - 

- E tu dovevi scavare di più! - tagliò corto lei, irritata - speriamo che non riescano a concludere - nulla, con le indagini. Era uno scheletro, oramai! - 

- Sì, sì era proprio uno scheletro! L'ho visto mentre lo tiravano fuori! - si affrettò a confermare per compiacerla e farle dimenticare la sua mancanza. 

- Tu continua a tenerli d'occhio, ad ascoltare ma non farti notare, intesi? - lo ammonì lei. 

- Sì, mamma, starò attento! Nessuno mi nota, sono bravo per questo! - lei annuì e lo tranquillizzò con alcuni colpetti sulla spalla che lo fecero felice. 

Una settimana dopo, Nanni, nella sua veranda, leggeva i referti che i periti avevano redatto sui reperti rinvenuti: "Uomo, razza caucasica, tra i 60/70 anni.... Morte risalente presumibilmente a circa una decina di anni fa ..."

- Gli hanno spezzato il collo - concluse infine, chiudendo il fascicolo. Un omicidio, questo era certo, ma come? Perché? Chi? Quando? A così tanto tempo di distanza, ma a chi interessava?

"Magari è morto pure l'assassino! Gli consiglierò di lasciare perdere ed io ritornerò alla mia pace, troppo presto interrotta!" decise ma c'era qualcosa che non lo lasciava tranquillo per niente: una sensazione di incompiutezza che lo inquietava.

Il Prefetto accolse con un certo sollievo il suo consiglio, in fondo non aveva alcuna voglia d'imbarcarsi in un'indagine che, sicuramente, non avrebbe portato a niente. Il rinvenimento perciò, di un nuovo scheletro non venne accolto da nessuno con "piacere". 

Un uomo stava cacciando con il suo cane nei boschi, sul lato opposto del lago, rispetto al primo ritrovamento. Di solito andava a caccia di ..... tranquillità! Era la scusa per starsene qualche ora lontano dalla moglie e pazienza se tornava a mani vuote, l'importante era starle a distanza per qualche ora, col suo amato cane. Lo lasciava libero di scorrazzare, tanto non c'erano pericoli e si godevano quel meraviglioso senso di libertà, ma quel giorno fu decisamente diverso dagli altri! La sua Lilla amava scavare nel terreno, faceva delle belle buche dove infilava il naso in cerca di prede che non trovava mai, ma quel giorno qualcosa lo trovò e, fiera come se avesse rinvenuto una pregiata volpe o un succulento coniglio selvatico, tornò dal suo amato padrone per fargliene dono: rimase un po' interdetta dall'espressione inorridita di lui. Embé?! Era solo un osso, è vero ma si sa che ai cani le ossa piacciono e mica si trovano tutti i giorni! Ok, non era un granché come osso, visto che di carne intorno ce n'era giusto un po' mummificata, ma mica si può fare tanto gli schizzinosi! Un regalo è un regalo, in fondo non dicono che basta il pensiero! Bé, nemmeno Nanni Parenti ed il Prefetto apprezzarono molto l'insolito regalo di Lilla.

Il corpo venne ritrovato qualche metro più in là. Dallo stato in cui si trovava, gli esperti fecero risalite il decesso ad un paio di anni prima. Ancora "... uomo di razza caucasica, della presumibile età di 50/60 anni ..." anch'egli col collo spezzato.

Se uno scheletro vecchio di 10 anni poteva essere ignorato, un secondo cadavere, così recente, no, non permetteva di poter lasciar perdere. Era accaduto qualcosa in quella zona negli ultimi 10 anni, ma cosa? Perché quei due uomini erano stati uccisi? E da chi? Nanni rimuginava su tutto ciò mentre, con Filippo, studiava una cartina della zona che lui, impiegato al Comune di Potenza, gli aveva procurato. Grazie alla sua memoria storica ed ai documenti reperiti al catasto, il vicino illustrava e spiegava i mutamenti del territorio intorno al lago. Nanni segnava tutte le nuove costruzioni ed ascoltava le storie di coloro che avevano vissuto, od ancora vivevano, nella zona. Filippo era affascinato da Nanni che non usava taccuini, ma solo il suo cervello, un po' come il celebre Poirot, sinonimo di un'intelligenza acuta, sottile, di notevole livello. 

- Non faccia movimenti strani, continui a muoversi come se nulla fosse. Siamo osservati! - Nanni lo riportò con l'attenzione su ciò che stavano facendo; Filippo continuò ad indicargli i vari luoghi sulla cartina, attenendosi scrupolosamente a quanto gli diceva, in tono pacato e basso, l'investigatore. Si sentiva eccitato come un ragazzino, coinvolto in un'insolita e pericolosa avventura. 

È dietro di lei, nella boscaglia, però riesco a vederlo. Direi sulla quarantina, più o meno! Media statura, di corporatura normale, direi. Credo di averlo già visto, anche se da qui non riesco a distinguerne i lineamenti! - Nanni cercò di frugare fra i suoi ricordi  - Dovrebbe essere quell'uomo che chiede l'elemosina di fronte al supermercato! -

Sì, ho presente - rispose Filippo - E' un tipo strano, che non da' confidenza, un tipo solitario che vive con la madre lungo il lago, un paio di km da qui. Sono persone tranquille ma molto riservate - 

- E perché ci sta spiando? -

- È un sempliciotto. Avrà saputo dello scheletro nel mio orto e, come i bambini, ne è incuriosito. Qui non accade mai nulla di nuovo ed anche il suo arrivo è stata una novità! -

Nanni tacque, alzò di scatto la testa e fissò lo sguardo sull'uomo nascosto che, come trafitto da un dardo, spaventato scappò via ma non abbastanza silenziosamente ed i cani abbaiarono.

Di una cosa Nanni era certo: voleva concludere questa storia il più velocemente possibile, per tornare alla pace tanto agognata. Aveva le persone a cui rivolgersi. Così, mentre un "mago" del computer gli ricostruiva graficamente il volto del secondo cadavere rinvenuto, il terzo saltò fuori sulle rive del lago. 

- Dove hai sepolto l'ultimo? - il tono della donna era aspro, duro come il granito. 

- Io ... ecco... là ... nel parco. Sono stato attento - rispose spaventato l'uomo.

- No, non è sicuro! Dobbiamo andarcene in fretta! Tu non farti vedere in giro! Soprattutto, stai alla larga da quell'investigatore, è pericoloso! Intesi? -

Nanni Parenti osservava il corpo appena rinvenuto. Era conservato abbastanza bene, non occorreva l'autopsia per stabilire che era un uomo, più o meno della stessa età degli altri due, bianco e dai vestiti ben curato. L'unica differenza, anche questa intuibile dai resti rinvenuti, era che la sua morte era recente quindi l'assassino continuava ad uccidere uomini bianchi, di mezza età, da almeno 10 anni. Quanti altri cadaveri si nascondevano nel terreno della zona intorno al lago Pantano? Era una domanda al momento senza risposta, ma che metteva i brividi! Dal secondo cadavere l'investigatore, tramite un amico esperto di diavolerie tecnologiche, era riuscito a ricostruire un presunto identikit, che insieme alle foto dell'ultimo uomo ritrovato morto, vennero pubblicate sui giornali e passate ai vari notiziari. Quella sera Nanni riaccese a malincuore il suo pc, per cercare negli archivi degli scomparsi, un volto che potesse assomigliare ai suoi identikit. E lo trovò, almeno lo sperava. Un uomo che corrispondeva alla descrizione fatta dai periti era scomparso da Palermo circa un anno prima e non aveva più dato sue notizie. Poteva essere benissimo il terzo cadavere. Informò il commissario perché rintracciasse la famiglia e Nanni sentì il bisogno di un bagno caldo ed un buon bicchiere di vino rosso. Tre giorni trascorsero prima che arrivassero le prime conferme, tre giorni durante i quali Filippo si chiese dove passasse le giornate il suo vicino investigatore, dal momento che non era mai in casa. Tre giorni che Nanni Parenti aveva passato a spiare una certa abitazione e i suoi abitanti, acquattato nella boscaglia silenzioso come una pantera, vigile come un'aquila, tutti i sensi all'erta come se fosse lui la preda e non il cacciatore. In ogni caso, quando il Commissario ed il Prefetto lo convocarono nell'ufficio di quest'ultimo, l'investigatore non si fece attendere. C'erano anche altre persone presenti e furono presentate come i famigliari di tale Rolando Cosso, ex imprenditore agricolo in pensione e probabile identità del terzo cadavere rinvenuto, anzi certa perché le impronte dentarie lo confermavano. La sorella raccontò che l'uomo era partito per andare ad incontrare una giovane donna, conosciuta su un social network. Ne aveva visto la foto: una bella ragazza bruna, capelli neri, sui 40 anni. Il fratello le aveva raccontato che si erano conosciuti e parlati in chat per circa 6 mesi, si erano piaciuti al punto che lui aveva deciso di incontrarla perché c'era la possibilità di qualcosa di serio. La sorella era molto contrariata perché essendo l'uomo benestante, sospettava che la donna fosse un'adescatrice, mirasse al denaro. Rolando Cosso era un uomo di sessant'anni, ancora in discreta forma fisica e buona salute ma di certo non un Adone e "quella donna" era troppo bella per cercare un uomo sul web se non fosse per scopi poco leciti, la sorella ne era certa. In quanto al nome della sconosciuta adescatrice, si ricordava solo che si chiamava Valeria e che era di Potenza, nient'altro. Il Commissario le chiese se il fratello aveva conoscenze a Milano o se avesse manifestato l'intenzione di recarvisi; lei rispose di no. Una volta che i famigliari di Rolando Cosso se ne furono andati, Nanni apprese che la domanda su Milano aveva un senso. A quanto risultava dai movimenti bancari, dopo aver lasciato Palermo la vittima aveva fatto parecchi prelievi dal bancomat ed acquisti con la carta di credito, almeno fino a un paio di mesi prima, tutti in banche e negozi del capoluogo lombardo. 

Quando Filippo lo andò a trovare quel pomeriggio, lo trovò al computer assorto ad armeggiare con l'accesso ad un social network, con espressione che lo preoccupò e che non avrebbe saputo definire. 

- Non mi sembrava tipo da Facebook! - cercò di cacciare quella brutta sensazione sdrammatizzando. 

- Credo che sia ora di darci del "tu" e no, non sono tipo per queste diavolerie tanto è vero che non ci capisco niente! - era parecchio irritato e nervoso. 

- Se vuoi iscriverti, posso aiutarti. Io ho già un profilo FB! - Filippo si sentiva onorato di quell'improvvisa concessione di confidenzialità e desiderava contraccambiare rendendosi utile; l'espressione di sollievo sul viso dell'investigatore lo inorgoglì. Insieme cercarono sul social network il profilo di Rolando Cosso e fra i suoi contatti una Valeria di Potenza; la trovarono ma le informazioni erano scarse e solo un paio di foto che ritraevano una bella donna mora di capelli, occhi scuri, sorridente. Poche le amicizie, in prevalenza uomini. Il suo diario non arrecava nessuna informazione rilevante per poterla individuare. 

- Per me è un falso profilo - commentò Filippo. 

- Cosa intendi? - 

- Ci sono persone che creano profili con false identità per scopi non proprio leciti: truffe, relazioni clandestine, incontri a luci rosse. Roba di questo genere insomma! Questo profilo mi sembra sospetto ma questa Valeria potrebbe essere davvero una persona molto riservata - Nanni lo ringraziò per l'aiuto.

Il giorno seguente venne rinvenuto il quarto cadavere! Venne trovato nel Parco del Pantano, poco distante dalla sede dell'oasi, da un gruppo di scout che avevano allestito il campo e stavano cercando legna secca per accendere il fuoco. Avevano notato della terra smossa di fresco e, in mezzo a degli arbusti, un pezzo di stoffa: visti gli ultimi ritrovamenti il capo scout pensò fosse meglio avvertire i Carabinieri. Così saltò fuori la quarta vittima: un altro uomo con le stesse identiche caratteristiche degli altri due, solo che era stato ucciso da un paio di settimane. Nanni fissava i referti dei RIS che aveva poggiato sul tavolino del bar; Filippo lo vide seduto sotto i portici davanti alla Prefettura e gli sembrò di vedere un fantasma. Gli si avvicinò preoccupato e, dopo un rapido saluto, gli chiese se si sentisse male. L'investigatore esitò a rispondere, come se cercasse le parole giuste. Fissò lo sguardo sul viso preoccupato del suo vicino e sentì una nuova energia passare direttamente da quegli occhi di uomo giusto ed onesto, gentile e generoso, al suo corpo stanco e fino a poco prima, anche rassegnato. 

- No, ora sto bene, amico mio, grazie! È il male che ho respirato in questi giorni che mi consuma, è la malvagità che il mio mestiere mi porta a conoscere e dalla quale ho cercato inutilmente di scappare a perseguitarmi. Ma ora mi ha trovato ed io devo estirparla! - così dicendo prese i documenti dal tavolino e glieli porse ma poi ci ripensò - no, è meglio che tu non li legga! - 

- Cosa sono? - 

- Gli ultimi risultati sugli esami dei corpi ritrovati - 

- Sono così terribili? - Nanni annuì 

- Ti basti sapere che prima di ucciderli, gli hanno spezzato le gambe. Probabilmente volevano essere sicuri che non scappassero! - si alzò - ti aspetto nel pomeriggio a casa mia. Abbiamo l'identità del quarto cadavere, ne era stata denunciata la scomparsa -

Filippo lo guardò allontanarsi con un passo più lento di quello che aveva imparato a conoscere, come se tutti i mali del mondo pesassero sulle sue spalle stanche: provò pena per lui.

Quando si incontrarono nel pomeriggio, sembrava tornato di nuovo il Nanni di prima. Gli chiese se poteva svolgere, in modo discreto, una ricerca per lui: chiedere agli erboristi dei dintorni se avevano clienti che richiedevano dei rimedi naturali per dormire. Filippo si mise subito all'opera: fingendosi un addetto di un'azienda di sondaggi telefonò a tutte le erboristerie, farmacie e parafarmacie di Potenza e dintorni. Annotò su un foglietto le risposte che, alla fine, consegnò all'investigatore. In effetti sì avevano clienti che acquistavano la passiflora. 

Bene, grazie Filippo. Adesso ascoltami attentamente, è molto importante! Domani sera andrò ad incontrare il MALE. So chi sono ma devo trovare le prove, prima che scappino. So che stanno preparandosi alla fuga, hanno paura di essere scoperti. Sanno di avere poco tempo ma non posso permetterlo. Devo fermarli. Ti consegno questa busta per il Commissario: se entro 48 ore non avrai mie notizie, tu devi consegnarla direttamente a lui! Non aprirla per nessun motivo. Non cercare di sapere, perché potrebbe essere pericoloso. Non dirlo a nessuno e non farla vedere a nessuno fino a quando non la consegnerai. Vorrei non coinvolgerti ma mi fido di te. Sei un uomo onesto e non voglio che tu rischi la tua vita più del necessario -

- Nanni così mi fai preoccupare! Perché non fai intervenire le forze dell'ordine? -

- Perché occorrono prove schiaccianti! Adesso nascondi la busta e vai a casa - così dicendo tirò fuori da un cassetto la sua pistola ed iniziò a pulirla - Ah, un consiglio. Non accettare mai incontri da sconosciute, per quanto tu possa in futuro, sentirti solo! -