
LA PITTURA: IL RINASCIMENTO UMBRO
31.05.2021
LA PITTURA: IL RINASCIMENTO UMBRO

Galleria Nazione dell'Umbria - Perugia
Molti sono i pittori di origine umbra che hanno contribuito a quel periodo artistico conosciuto come Rinascimento umbro. La maggior parte di loro è probabilmente nota solo agli appassionati o agli addetti ai lavori eppure il loro talento ha portato il Rinascimento umbro, nato dall'esperienza di artisti fiorentini e urbinati, a diventare una scuola artistica capace di creare un proprio stile e un proprio linguaggio tali da influenzare le maggiori città italiane, riscuotendo un grande successo soprattutto a Firenze e Roma. Molte opere sono purtroppo andate perdute col tempo ma molte altre sono ancora oggi visitabili non solo in Umbria bensì anche in molti musei nel mondo.
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Sicuramente uno dei maggiori esponenti del Rinascimento umbro è stato PIETRO DI CRISTOFORO VANNUCCI, ovvero detto il PERUGINO, anche se era originario di Città della Pieve. Insieme al Pinturicchio monopolizzò la scena artistica della Perugia del tempo grazie al suo stile "adattibile": solenne nelle opere ufficiali, devoto in quelle religiose benché lui non lo fosse affatto ma abile anche nei ritratti. Collaborò nella realizzazione dei decori della Cappella Sistina; fu anche maestro di Raffaello. Purtroppo le sue prime opere sono andate perdute ma in compenso molte altre si possono ammirare in molti musei in tutto il mondo. Noi però che amiamo l'Umbria vi invitiamo ad andare ad ammirare le sue opere alla Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia ma anche a Fontignano, a Deruta, a Montefalco, a Cerqueto, a Bettona, a Foligno, a Corciano, a Trevi, a Spello, a Monteleone d'Orvieto ovviamente a Città della Pieve o, come nel caso dell'opera nella foto, a Panicale."Martirio di San Sebastiano" - Perugino - Chiesa di S. Sebastiano (Panicale)
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Perugia ha dato i natali a BERNARDO DI BETTO BETTI alias il PINTURICCHIO, così soprannominato perché pittore non molto alto in altezza. Pur famosissimo e molto ricco sarebbe morto di fame, vittima di una torbida tresca amorosa che vide coinvolta la moglie Grania e il suo amante, un soldato di ventura chiamato Paffa che corteggiava pure la figlia Clelia. In ogni caso la sua arte ha fatto di lui un artista completo che sapeva padroneggiare sia la pittura su tavola, che l'affresco e la miniatura facendone uno dei grandi Maestri della scuola umbra. Le sue opere, come quelle del Perugino, si trovano sparse per il mondo. In Umbria le potete trovare a Perugia, a Città di Castello, a Spoleto, a Spello. L'opera qui rappresentata è La Cappella del Vescovo Eroli, un gruppo di affreschi del 1497 che si trova nel Duomo di Spoleto
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Un altro artista e esponente del Rinascimento umbro è NICCOLO' ALUNNO nato e morto a Foligno (1430/1502). In realtà si chiamava Niccolò di Liberatore ma a causa di un'errata traduzione di una iscrizione apposta dal pittore su una sua opera che recitava "Alumnus Fulginie" la tradusse erroneamente come "Alunno da Foligno" anziché "allevato a (cittadino di) Foligno", passando alla storia dell'arte appunto come Niccolò Alunno. Le sue opere umbre si trovano ad Assisi, a Foligno ovviamente, a Deruta, a Perugia, a Gualdo Tadino, a Lugnano in Teverina, a Nocera Umbra.L'opera che vi proponiamo è: Madonna con Gesù Bambino fra san Giovanni Battista e san Sebastiano del 1482, tempera su tavola di Nicolò Alunno e suo figlio Lattanzio, che potete ammirare sull'altare maggiore della chiesa di San Giovanni Battista a Cannara (PG)
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Nel 1420 Perugia diede i natali ad un altro grande pittore, definito dal Vasari "il più grande artista umbro prima dell'ascesa del Perugino, BENEDETTO BONFIGLI, dallo stile prettamente rinascimentale con qualche nota gotica. Lavorò per breve tempo in Vaticano ma a parte questa breve parentesi il suo lavoro d'artista si svolse tutto nella sua città. Non ci sono arrivate molte notizie ma le sue opere sono tutte da ammirare, si sa che si specializzò in gonfaloni, uno stile perugino che utilizza stendardi di tela o lino. Le sue opere umbre si trovano a Corciano, a Città di Castello e a Perugia come questa che vi proponiamo questa "Annunciazione con San Luca" - Pala del Collegio dei Priori - Galleria Nazionale dell'Umbria
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A Perugia nel 1420 nacque anche BARTOLOMEO CAPORALI del quale si hanno poche e frammentarie notizie. Si sa che è stato il capostipite di una famiglia di artista e in alcuni casi le sue opere vengono attribuite, da alcuni critici, ad altri pittori. Le sue opere umbre le possiamo ammirare a Deruta e sull'Isola Maggiore sul Lago Trasimeno. Abbiamo scelto per voi questa dolcissima immagine della "Madonna del gonfalone" che si può ammirare restaurata nel Museo di S. Francesco a Montone
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Tra il 1445 e il 1448 nasce ad Amelia PIERMATTEO DI MANFREDI, conosciuto come Piermatteo d'Amelia o da Amelia, pittore riscoperto solo nel 1953 da Federico Zeri che lo identificò come artista, intuizione confermata nel 1985 allorché è stato rinvenuto il contratto per l'esecuzione del Polittico per la Chiesa di S. Francesco ad Assisi. La sua formazione avvenne alla scuola di Filippo Lippi principalmente ma anche di altri artisti dell'epoca ma mantenne sempre un proprio stile. Alcune sue opere, come la decorazione delle stanze di Papa Alessandro Borgia che gli permisero di acquisire numerose onoreficenze. Un paio di curiosità: sembra che in uno degli affreschi del Duomo di Spoleto il pittore abbia dipinto il proprio ritratto e l'altra è che sotto ai mirabili dipinti di Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina ci sia un cielo stellato opera di Piermatteo d'Amelia. Qui vi proponiamo "Madonna col Bambino e le Sante Lucia e Apollonia" del1482, affresco che potete ammirare a Narni, chiesa di Sant'Agostino
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A Foligno, nel 1408 circa, è nato uno dei precursori del rinascimento umbro: BARTOLOMEO DI TOMMASO, detto anche Bartolomeo da Foligno. Su di lui non si hanno molte notizie, si sa che della sua famiglia gli era rimasto solo un figlio, Polidoro, che seguì le orme paterne, dopo aver perso nella sua città moglie e due figlie. Molte delle sue opere sono andate perdute, se ne ha conoscenza grazie ai documenti che ne testimoniano le commissioni. Tra quelle rimaste c'è IL GIUDIZIO UNIVERSALE opera che potete ammirare nella Cappella Paradisi a Terni, miracolosamente sopravvissuta alla distruzione della città sotto i bombardamenti della II guerra mondiale.
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Assisi ha dato i natali, intorno al 1500, ad un artista poco conosciuto, DONO DONI. Subì l'influenza di Michelangelo verso l'età matura ma le notizie scarseggiano. Restano le sue opere tra le quali il Calvario nel refettorio di S. Maria degli Angeli di Assisi, tre quadri d'altare nel duomo di Assisi, una Pietà nel duomo di Gubbio e altri quadri tra Foligno, Bevagna, Spoleto. Questo che vi proponiamo è la CROCIFISSIONE un olio che si trova nella Cattedrale di San Ruffino ad Assisi
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A Perugia, intorno al 1470, è nato il pittore EUSEBIO DA SAN GIORGIO, allievo del Perugino, collaborò anche con il Pinturicchio. Fortemente impressionato da Raffaello ne divenne un seguace. Eusebio fu un esponente di spicco dell'Arte dei Pittori di Perugia, che rappresentò come Priore di Perugia nel 1509. Nel 1520 affittò una propria bottega in Piazza del Sopramura. Fu documentato per l'ultima volta nel 1539 e morì in seguito in una data sconosciuta.Le sue opere si trovano nei musei di tutto il mondo a Liverpool, a Boston, a Budapest, a Dresda, a Francoforte, a Londra, a Stoccolma, al Louvre. Abbiamo scelto questa "Adorazione dei Magi" che potete ammirare alla Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia
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Intorno al 1470 Assisi diede i natali a TIBERIO RANIERI DI DIOTALLEVI, conosciuto poi come Tiberio d'Assisi. Di fazione Ghibellina venne perdonato dalla sua città nel 1490 questi vennero sconfitti. In passato si ritenne che avesse frequentato la scuola del Perugino ma cronologicamente non sembra affatto possibile. Il prestigio raggiunto con la sua arte lo salvò anche da una denuncia rivolta anche a tre suoi fratelli, da un giudice aquilano che avrebbero costretto con la minaccia delle armi a sposare una loro sorella. Non è annoverato tra i maggiori esponenti dell'arte pittorica umbra ma il suo stile viene considerato quello più vicino al popolo e alla sua devozione religiosa. Ritroviamo le sue opere a Perugia, nella Porziuncola a Santa Maria degli Angeli, ovviamente ad Assisi, a Bettona e a Montefalco dove potete ammirare il quadro che abbiamo scelto "Madonna del Soccorso" nel complesso museale S. Francesco.
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Intorno al 1475 a Perugia nasceva SINIBALDO IBI, un esponente importante della società dell’epoca, anche per la sua partecipazione attiva alla vita politica della città. Iscritto al Collegio dell’Arte di Porta S. Angelo, costituì insieme ad altri pittori una società per contrastare l’egemonia del Perugino, che relegava molti artisti non appartenenti alla sua bottega a ruoli secondari. Nella vita cittadina ricoprì per 6 volte la carica di Camerlengo dell’ Arte dei Pittori. Il suo stile pittorico ha risentito sempre l’influenza del Perugino. Molte le opere alla cui realizzazione collaborò attivamente, comprese alcune dello stesso Perugino, di Berto di Giovanni e molti altri ancora. La data della sua morte non è certa a sicuramente successiva al 1548, anno della sua ultima nomina a Camerlengo così come riportato dagli annali cittadini. Tra le sue opere datate e firmate c’è il Gonfalone di S. Ubaldo a Gubbio (Museo Civico), una pala d’altare che si trova nel Duomo di Gubbio, un’altra pala d’altare conservata nella Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia e un’altra ancora in S. Francesca Romana a Roma. Tra le sue opere abbiamo scelto proprio il Gonfalone di Gubbio.
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A Perugia, nel 1480 circa, nacque DOMENICO ALFANI, figlio di un orafo di prestigio del quale però non ci sono giunte opere. Iscritto alla matricola dell’Arte dei pittori per Porta Eburnea, frequentò fin da giovane la scuola di Pietro Perugino, dove conobbe un altro allievo, Raffaello, col quale strinse una duratura amicizia. Inevitabilmente il suo stile ha risentito delle influenze dei due grandi artisti. L’apice della collaborazione con Raffaello lo raggiunse con la Pala Baglioni (Galleria Borghese a Roma), della quale Domenico dipinse la cimasa della pala ove viene raffigurato Dio Padre circondato da angeli. Alla morte dell’amico lo stile di Alfani si avvicinò al manierismo fiorentino, in particolare a Rosso Fiorentino. Della sua vita privata, tanto per fare un po’ di gossip, si sa che nel 1536 sposò Maddalena Filippi, dopo aver legittimato nel 1520 i figli avuti da lei. Nel 1530 era stato eletto Camerlengo dell'Arte, carica che gli fu conferita di nuovo nel 1546. Dal 1545 iniziò a lavorare in collaborazione con il figlio Orazio, che ne continuerà l’opera, ma dal 1553 non si hanno altre sue notizie, anche se la morte viene fatta risalire al 1557. L'opera che abbiamo scelto si trova a Perugia nella Chiesa di San Francesco al Prato, s'intitola Sacra Famiglia con san Giovannino e i santi Francesco e Antonio da Padova, realizzata insieme al figlio Orazio.
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MAESTRO DI SAN FRANCESCO - Nel XIII secolo operava in Umbria un pittore sconosciuto, anonimo denominato poi e così giunto a noi col nome di Maestro di San Francesco. Questo nome gli deriva da una tavola con la raffigurante San Francesco e due angeli, oggi conservata nel Museo di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. E’ l’autore anche degli affreschi delle pareti laterali della navata della basilica inferiore di S. Francesco ad Assisi, con il ciclo di storie francescane e cristologiche. Per la Basilica Superiore ha invece realizzato i cartoni delle vetrate. E’ stato il primo pittore ingaggiato per lavorare nella basilica francescana. Ben poco si sa di questo artista, forse uscito dalla scuola di Giunta Pisano considerato il maggiore innovatore della pittura italiana nel secondo quarto del XIII secolo, dal quale apprese la finezza della composizione, ma lo contraddistingue il tratto rapido, spesso pesante, e un gusto per i colori vivaci e accostati talvolta 'a intarsio',con influenze della cultura gotica occidentale della quale si ignora come fosse venuto a contatto. E’ stato uno dei Maestri che hanno influenzato lo stile di Cimabue. Le sue opere oltre che nella Basilica di San Francesco ad Assisi come già detto, si possono ammirare alla Galleria Nazionale dell’Umbria (Crocifisso – tavola; Deposizione di Cristo – tavola; Discesa dalla croce; Deposizione nel sepolcro, tre santi - pannelli di un dossale), al Louvre di Parigi e alla National Gallery di Londra. Nella foto il Crocifisso della Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia.
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ANDREA D’ASSISI Assisi ha dato i natali nel 1480 a ANDREA D’ALOIGI detto l'Ingegno, del quale si sa ben poco ma è certo che sia stato il miglior allievo del Perugino e collaborò anche con il Pinturicchio perché riportato dal Vasari nella sua opera “Vite” anche se con molte incongruenze cronologiche. Sembra che con il “divin pittore” alias Perugino abbia collaborato per la realizzazione dei lavori di decorazione della sala del Cambio di Perugia, le cui pareti ospitano un ciclo di affreschi tra i più grandi esempi di arte rinascimentale, realizzati tra il 1498 e il 1500. Mentre con il “piccolo pintor” alias Pinturicchio, sembra che collaborò al cantiere della Cappella Sistina a Roma, all’epoca di Innocenzo VIII. La critica rimane divisa, c’è chi nutre dei forti dubbi sulla sua partecipazione ai lavori del Nobile collegio del Cambio, chi, invece, attribuisce attendibile la seconda. Di sicuro sono sue le pitture degli stemmi eseguite nella piazza e alle porte della città di Assisi, in occasione dell’elezione al pontificato di Innocenzo VIII; l'affresco nella cappella di san Brizio del duomo di Orvieto, iniziata dal Beato Angelico; l’affresco ubicato sulla controfacciata dell’Oratorio dei pellegrini ad Assisi, che vede San Giacomo, sant’Antonio Abate e sant’Ansano che volgono lo sguardo al Cristo benedicente; sembrerebbe poi che ci sia la sua mano anche nella realizzazione della Madonna col Bambino (1490-1500), situata al National Gallery, a Londra, il cui tratto è peruginesco ma con dubbi sull’esecuzione. Una precoce cecità lo costrinse, sembra intorno al 1501, a rinunciare alla pittura ma non si ritirò dalla vita pubblica ma rivestì ruoli pubblici nella sua città tra i quali quello di Podestà e di Camerlengo della Camera Apostolica. Il Papa Sisto IV gli avrebbe assegnato una pensione fino alla morte, avvenuta all'età di 86 anni. L'opera che vi proponiamo si trova a Città della Pieve - Madonna in adorazione di Gesù Bambino, San Cristoforo, San Bernardino da Siena
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Nel 1445 circa a Perugia nasceva FIORENZO DI LORENZO, figlio di un falegname e intagliatore. Iscritto nella matricola dei pittori di Porta S. Susanna tra il 1463 e il 1469, l’anno successivo rivestì la caria di camerlengo e nel 1472 fu eletto priore dell’arte. Fu allievo di Niccolò Alunno e subì l’influsso del Perugino ma senza fare quel salto che avrebbe potuto portarlo fuori dai confini provinciali. Federico Zeri lo ha definito un semplice artigiano anche se d’alta classe. Diverse sue opere (numerosi polittici e tavole generalmente a soggetto sacro) sono andate perdute come il polittico di Paciano del 1513, mentre gran parte di quelle che ci sono pervenute si trovano nella Pinacoteca di Perugia, oltre ad una Crocifissione nella Chiesa di Santa Maria a Monteluce sempre a Perugia e in altri comuni della regione, a Pesaro, a Vienna, a New York. Abbiamo scelto il “Polittico dei Silvestrini” che venne commissionato dai Silvestrini di S. Maria Nuova in Porta Sole nel 1472. Non si conosce la data esatta della sua morte avvenuta intorno al 1522.
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La pittura umbra del Trecento è realizzata da artisti dei quali oggi non conosciamo i nomi: uno di questi, nonché capostipite della pittura spoletina, è il Maestro di Fossa, che con la Crocifissione di Trevi realizzò uno dei suoi massimi capolavori, allievo d’un altro grande anonimo, il Maestro della Croce di Trevi. Il Maestro di Fossa è stato un pittore e intagliatore italiano attivo nella prima metà del XIV secolo tra l'Umbria meridionale, nel reatino e in Abruzzo, rimasto anonimo, deve il suo nome alla cittadina di Fossa dove era conservata una sua opera: una madonna lignea racchiusa in un tabernacolo dipinto. Scarse sono le informazioni biografiche, ma tante e singolari sono le sue opere distinte in pale, croci, sculture e affreschi Per analogie stilistiche gli sono state attribuite varie opere, tra le quali: Madonna di Fossa in legno intagliato e dipinto del XIV secolo, proveniente dalla chiesa di Santa Maria ad Cryptas di Fossa da cui deriva il nome dell’artista; Presentazione al tempio tempera su tavola del XIV secolo, proveniente dalla chiesa di Santa Maria ad Cryptas di Fossa (AQ); Santa Giulitta e san Quirico tempera su tavola del XV secolo, proveniente dalla collegiata di San Michele Arcangelo di Città Sant'Angelo in provincia di Pescara. San Bartolomeo tempera su tavola del XIV secolo, proveniente dalla collegiata di San Michele Arcangelo di Città Sant'Angelo; Madonna con il Bambino, crocifissione e annunciazione affresco della prima metà del XIV secolo, proveniente dalla chiesa di Santa Croce di Trevi (PG); La croce di Posta tempera su fondo oro, proveniente dalla chiesa di San Francesco a Posta, conservata presso il Museo civico di Rieti; Angelo con due oranti affresco all'interno della cripta di San Ponziano a Spoleto, realizzato con polvere d'oro e di lapislazzuli nella prima metà del Trecento che è l’opera che abbiamo scelto di mostrarvi nella foto; San Pietro martire con domenicano genuflesso tempera su tavola con fondo d'oro lavorato, posto all'interno dell'oratorio della chiesa di San Domenico a Spoleto.
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Il MAESTRO DELLE PALAZZE è un anonimo pittore di scuola umbra, attivo a Spoleto nella seconda metà del XIII secolo. Il suo stile ha origine dalla tradizione umbra duecentesca e è stato accostato dalla critica sia a Pietro Cavallini (pittore mosaicista romano), sia agli artisti influenzati dalle opere di Cimabue e del Maestro della Cattura in Assisi (pittore anonimo di cui vi parlerò in seguito). Le opere attribuite a questo sconosciuto artista si dividono tra alcuni musei americani e la città di Spoleto; qui si possono essere ammirare al Museo Nazionale del Ducato, nella ex chiesa dei Santi Giovanni e Paolo e, alcune tracce, nell'ex monastero di Santa Maria inter Angelos. Nel monastero di Santa Maria inter Angelos Nel Monastero di Santa Maria inter Angelos sono stati ritrovati una serie di affreschi con scene relative all’infanzia e alla passione di Cristo risalenti al 1200 in una stanza probabilmente adibita a oratorio. Questo complesso è conosciuto anche come Monastero delle Palazze perché era il nome con il quale venivano chiamate le monache clarisse che lo abitavano e dal quale deriva il nome attribuito all’ignoto artista. Questi affreschi dall’iconografia complessa e articolata sono stati ignorati per secoli fino al 1903, poi nel 1921 vennero strappati dalle pareti e venduti dall’allora proprietario del monastero, nonostante fossero stati segnalati tra gli affreschi di interesse nazionale. L’anno seguente vennero rintracciati e sequestrati a Bergamo a due mercanti d’arte ma non fu possibile impedirne l’esportazione in Francia, dove vennero poi venduti a musei e collezionisti americani. Altre opere del Maestro delle Palazze sono state rinvenute nel 1956 nell’oratorio del Monastero, poi staccate, restaurate e destinate alla Pinacoteca di Spoleto, alla Chiesa di Sant’Agata e al Museo Nazionale del Ducato di Spoleto. Nella ex chiesa dei Santi Giovanni e Paolo La Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo si trova nel centro storico di Spoleto, in quello che in epoca tardo medievale era il quartiere bizantino della città. Qui, nel sottotetto , si trovano due parti di affresco, attribuiti al Maestro delle Palazze che negli anni ottanta sono stati ripuliti, consolidati e restaurati. rappresentano l’Annunciazione e la Flagellazione due episodi distanti l’uno dall’altro che fanno supporre l’appartenenza ad un ciclo di affreschi in gran parte andato perduto. L'opera che abbiamo scelto per voi è la "Crocifissione" e si trova nel Museo Nazionale del Ducato di Spoleto.
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Con MAESTRO DI SANTA CHIARA viene indicato l'ignoto autore pregiottesco della tavola con “Santa Chiara e otto storie della sua vita” del 1283, conservata nel transetto destro della basilica di Santa Chiara ad Assisi. Può essere considerato, assieme al Maestro di San Francesco, del quale vi abbiamo già parlato, fra i grandi del secolo, attivi ad Assisi, prima dell'arrivo di Cimabue. Autore di opere caratterizzate da modi vivacemente espressivi e talvolta venati di accentuato patetismo, il pathos del Maestro di Santa Chiara è più tenero e moderno rispetto a quello del Maestro di San Francesco; la sua cultura non è provinciale, ma è aperta a fatti e fenomeni del centro-Italia nella seconda metà del XIII secolo. La tavola con “Santa Chiara e otto storie della sua vita” è caratterizzata da una libertà narrativa che anima le storie della santa, gli elementi di abbandono sentimentale e la libertà tecnica oltrepassano la malinconia tragica di Cimabue, che forse si trovava ad Assisi mentre il Maestro dipingeva. Le figure sono toccate vividamente, la grafia è immediata, lo schema bizantino di sottofondo e la maschera tesa dei volti sono rianimati, resi più vivi e nervosi, secondo uno stile ed una qualità rare a trovarsi nel Duecento, coniugati con le nuove correnti gotiche provenienti da Nord, soprattutto francesi, che si stavano diffondendo in quel periodo in Umbria, anche grazie al movimento francescano. Nei due fianchi della tavola sono dipinti gli otto episodi della vita di Santa Chiara. Sempre del Maestro di Santa Chiara sono nel transetto, a sinistra della Natività, la tavola con la “Madonna col Bambino” del 1265 e sopra l'altare maggiore il “Crocifisso” ligneo appeso. Nella foto una delle tavole con la vita di S. Chiara - Basilica di S. Chiara - Assisi
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Vi proponiamo un altro anonimo pittore attivo alla fine del XIII secolo il MAESTRO DELLE CATTURE. A lui si devono le scene cristologiche della seconda campata nella Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi, in particolare l’affresco con la scena della “Cattura di Cristo) dal quale il nome con il quale è stato identificato nella storia dell’arte. Allievo di Cimabue, gli è stata attribuita anche la figura di un angelo nella volta dei Santi, le figure di Sant’Agostino e forse di Sant’Ambrogio nella volta dei Dottori, San Benedetto e Santa Chiara nell’arcone di accesso e, in collaborazione con Giotto all’interno del ciclo francescano. Le sue origini restano sconosciute, hanno pensato ad un artista toscano, poi ad un allievo Cimabue romano per poi definitivamente o quasi stabilire che si trattasse di un pittore locale fortemente influenzato dai caratteri artistici delle maestranze romane con le quali operò. Di sicuro c’è che ci ha lasciato opere straordinarie, oltre a quelle già citate che si trovano ad Assisi, anche un Crocifisso su tavola conservato alla Pinacoteca comunale di Trevi. Vi proponiamo l’affresco dal quale deriva il nome di questo artista
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Gubbio ha dato i natali, nel 1375, ad un pittore e miniatore che divenne anche console della città: OTTAVIANO NELLI. E’ stato l’artista più importante attivo a Gubbio alle fine del Trecento prima metà del Quattrocento, forse discendente di un altro pittore Mello da Gubbio, di cui vi parleremo prossimamente. Non esistendo documentazione anagrafica, la data di nascita è stata dedotta dalla sua attività politica. Nel 1400 infatti era console del quartiere S. Pietro a Gubbio e dato che la carica non poteva essere ricoperta se non dopo aver compiuto 30 anni, ne è stato dedotto che sia nato intorno al 1375. Le sue prime opere lo pongono stilisticamente vicino alla scuola senese di Taddeo di Bartolo per poi avvicinarsi al gusto cortese dominante nella città di Urbino dove resterà per circa 11 anni in due periodi diversi nel ‘400. Rientrerà definitivamente a Gubbio nel 1420, precisamente nel quartiere di S. Andrea, dove possedeva degli immobili pervenutigli in dote dalla moglie Balda di Bartolello e dove visse fino alla morte. Nel 1439 adottò come figlio Marte di Pompeo, adozione che avrebbe voluto annullare dopo la morte della moglie. Un altro figlio, Guido di Suppolino Corboli fu adottato nel 1441. La data e il luogo della morte sono sconosciuti, da alcuni documenti risulta già deceduto il 29 ottobre 1449. Esercitò una forte influenza in Umbria e nelle Marche, ma furono soprattutto i maestri eugubini a prendere in considerazione i dettami della sua arte. Restò sempre fedele al proprio linguaggio espressivo, popolaresco e accattivante e alla capacità di passare nella stessa opera, dai temi colti a quelli vernacolari, dal sacro al volgare. Nei suoi dipinti ed affreschi, affollati di Madonne, santi, Bambini irrequieti, cieli trapunti d’oro e vesti dai tessuti sontuosi, ritroviamo anche tratti realistici di vita quotidiana. Pittore dai tratti umoristici e a volte spregiudicati, accosta scene sacre a corpi nudi, scene erotiche e putti giocosi. Si tratta di un vero e proprio “manifesto del gotico internazionale”. Dimenticato fino all’Ottocento, è stato molto criticato per il suo modo di dipingere, troppo volgare e rustico ma vicino al vivere popolare del suo tempo. Le sue opere si possono ammirare ovviamente a Gubbio nella Chiesa di Santa Maria Nuova, nella Chiesa di S. Francesco e nella Chiesa di S. Agostino; a Perugia nella Galleria nazionale dell’Umbria; a Urbino nell’Oratorio dell’Umiltà, nell’Oratorio di Santa Croce e nella Chiesa della Madonna dell’Homo; a Foligno nella cappella di Palazzo Trinci; a Worcester negli USA nel Worcester Art Museum; ad Avignone nel Musèedu Petit Palais; nei Musei Vaticani. L'opera che vi proponiamo in questa immagine è la "Madonna del Belvedere" che si trova nella Chiesa di S. Maria Nuova a Gubbio
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MELLO DA GUBBIO è nato a Gubbio fra il 1330 e il 1360, come molti artisti dell’epoca è difficile stabilirne la nascita con esattezza ma di sicuro è considerato uno dei pittori migliori successivi a Giotto. Formatosi alla scuola di Ambrogio Lorenzetti tra Gubbio e Siena ha portato lo stile elegante del suo maestro nei territori dei Conti di Montefeltro che si estendevano tra Umbria e Marche. Mello è il capostipite di una famiglia di artisti molto conosciuta e apprezzata, tra i quali il nipote Ottaviano Nelli che trovate a parte in questa galleria di pittori umbri. Nulla di più si sa sulla vita di questo artista e neanche sulla sua morte. Le sue opera possiamo ammirarle ovviamente nel Palazzo dei Consoli, Museo Diocesano e al Museo Civico a Gubbio; nel Duomo e nella Chiesa di S. Francesco a Pergola (PU); nella Chiesa di S. Francesco a Cagli (PU); alla Galleria Nazione dell’Umbria a Perugia; nella Pinacoteca Civica di Forlì (non attribuito unanimanente). L'opera che vi mostriamo e "Madonna con Bambino e Santi" che si può ammirare al Museo Civico di Gubbio.
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PIETRO DI GALEOTTO nacque a Perugia intorno alla metà del Quattrocento. Il padre, Galeotto di Ercolano, era un medico condotto del comune. Il primo documento noto su Pietro è un contratto stipulato ad Arezzo il 15 novembre 1473 con la locale Compagnia di S. Giovanni Battista per la pittura di uno stendardo su tela che purtroppo è andato perduto. Fu allievo di Piero della Francesca. Non si hanno molte notizie di certo si ha testimonianza che nel 1479 Pietro risiedeva nel quartiere di Porta S. Susanna, in parrocchia di S. Stefano, e si iscrisse all’arte dei pittori; nello stesso anno, il 7 giugno, ricevette il prestigioso incarico di dipingere la pala per l’altare della cappella nel palazzo dei Priori. Si hanno testimonianze di altri incarichi da parte delle Autorità perugine, alcune delle quali sono andate perdute. Le caratteristiche dello stile di Pietro di Galeotto richiamano gli insegnamenti ricevuti presso la scuola di Piero della Francesca: un’architettura luminosa all’antica in marmi bianchi e colorati messa in buona prospettiva, la solidità dei corpi statuari, la cura nella resa dei diversi materiali e della variabile incidenza della luce sulle loro superfici ma anche l’esasperazione espressiva dei carnefici, dietro la quale si è intravista la conoscenza di modelli tedeschi. Nel Maggio 1483 la prematura morte di Pietro lasciò incompiute diverse opere portate poi a termine da altri pittori come Bartolomeo Caporali, Pietro Perugino e Sante di Apollonio del Celandro. Restano comunque molti dubbi sulle attribuzione delle opere di Pietro e solo recentemente si è supposto che buona parte delle rare opere del Maestro della Madonna Villamarina, anche lui della scuola di Piero della Francesca, siano di Pietro di Galeotto. In ogni caso sono opere da vedere. Il dipinto che vi mostriamo è un San Rocco con un paesaggio sullo sfondo.
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ANGIOLELLO DA GUBBIO O Angioletto da Gubbio era un pittore e maestro vetraio umbro del ‘300 del quale si hanno notizie a partire dal 1315, in quanto presente in una lista di ghibellini esiliati dal Comune di Gubbio. Si hanno notizie di diverse commissioni per opere sulla facciata del Duomo di Orvieto, le vetrate della cappella di San Ludovico nella Basilica inferiore di San Francesco ad Assisi. E’ considerato uno dei capiscuola della pittura eugubina del Trecento. Gli sono state attribuite diverse opere, è stato ipotizzato che potesse essere lui l’artista che si cela dietro il nome di Maestro di S. Chiara di cui vi abbiamo già parlato ma l’unica opera certa che ci è pervenuta è la quadrifonia della cappella di San Ludovico nella Chiesa inferiore di Assisi. In Angiolello è stata ipotizzata anche l’identità del Maestro delle Vele del quale vi parleremo prossimamente. Troppo poco il materiale artistico pervenutoci per stabilire delle certezze, non ci resta che visitare i luoghi in cui si trovano queste opere e ammirarle ringraziando l’artista che le ha create chiunque egli sia. Nella foto Apoteosi di San Francesco 1335 c. / Assisi, Basilica inferiore di San Francesco
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PIER ANTONIO MEZZASTRIS era nato a Foligno nel 1430 ca. da una famiglia di artisti. Nel 1447, alla morte della sorella maggiore Onofria a soli vent’anni, sposata con il pittore Bartolomeo di Tommaso del quale vi abbiamo già parlato, Pier Antonio si prese in carico i due figli, Isotta e Polidoro, il quale diventerà a sua volta un pittore. Pier Antonio Mezzastris è stato un pittore e un decoratore che ha lavorato su soggetti di genere sacro, principalmente a Foligno e zone limitrofe. Con abilità tecnica, sensibilità ed eleganza artistiche si ispirò a Benozzo Gozzoli con influenze di artisti del calibro di Beato Angelico, Masolino da Panicale e Paolo Uccello. Il figlio Bernardino nato verso la fine del 1400 è stato a sua volta un pittore modesto, oltre che collaboratore e seguace del padre. L’ultimo atto documentato dell’esistenza in vita di Pier Antonio Mezzastris è il suo testamento del 13 Novembre 1506 nel quale nomina suo erede il figlio e fornisce una dota adeguata alla figlia Orsolina. La sua opera di maggior rilievo la dipinse sulle pareti dell’oratorio dell’ospedale dei Pellegrini ad Assisi (Storie dei SS. Antonio Abate e Giacomo). Le sue opere le possiamo ammirare a Foligno nella Pinacoteca Civica, nella Chiesa di San Domenico, nel monastero di Santa Lucia, nella chiesa di San Giacomo (attribuita), nel monastero di Sant’Anna (attribuita), nella chiesa di Santa Maria Infraportas, nel monastero di Sant’Anna, nella chiesa della Madonna alla Fiamenga, nella chiesa di Santa Maria in Campis e nella chiesa di Vescia. Altre opere ad Assisi oltre al già citato Oratorio dei Pellegrini, nel convento di San Damiano; a Trevi nella chiesa di San Martino; a Montefalco nella chiesa di San Francesco e nella chiesa di Sant’Agostino (attribuita); a Narni nella chiesa di San Francesco e nel Duomo (attribuita); a Spello nella chiesa di San Girolamo (attribuita); a Bevagna nella chiesa di San Vincenzo (attribuita e danneggiata). Nella foto vi proponiamo “San Rocco e i committenti” che si può ammirare nella Chiesa di San Giacomo a Foligno.
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FRANCESCO MELANZIO nacque a Montefalco circa nel 1465 è stato un pittore esponente della scuola umbra e attivo soprattutto nella sua città natale. Sulla sua vita, come per la maggior parte degli artisti dell’epoca, esiste poca documentazione ma fortunatamente ci sono giunte le sue opere che indicano che fu molto attivo nella zona. Inizialmente venne influenzato dallo stile di Niccolò Alunno, del quale vi abbiamo già parlato, e dalla cultura artistica perugina impersonata principalmente da Maestri come il Perugino e il Pinturicchio, oltre che da Antoniazzo Romano e da un giovane Raffaello. La prima opera che ci è pervenuta è del 1487, una Madonna con Bambino e Santi che si trova al Museo di San Francesco di Montefalco. E’ nel 1498 con la realizzazione di uno stendardo da processione per la chiesa di San Leonardo a Montefalco che Francesco inizia ad avvicinarsi allo stile del Pinturicchio. Nel 1515 con la realizzazione del suo capolavoro per la chiesa di San Leonardo sempre a Montefalco, un polittico (Madonna col Bambino in trono fra i Santi) l’Artista si avvicina alla scuola del Perugino. Tra i suoi aiutanti ci fu anche il nipote Febo. La data della sua morte, come per molti artisti dell’epoca, non è data a sapersi, gli ultimi documenti che ne testimoniano l’esistenza in vita risalgono al 1526. Le sue opere oggi le possiamo ammirare principalmente a Montefalco nel Museo di San Francesco, nella chiesa di San Fortunato, nella chiesa di Santa Illuminata, nella chiesa di Sant’Emiliano, nella chiesa di Santa Elisabetta di Vecciano, nella chiesa della Madonna delle Grazie, chiesa di Santa Maria di Turrita, nella chiesa di Sant’Agostino, nella chiesa di Santa Maria Maddalena, nella chiesa di San Leonardo, nella chiesa di Santa Maria di Piazza; a Massa Martina nella chiesa di San Felice; a Roma nella Pinacoteca Vaticana; a Trevi nella chiesa di Santo Stefano a Picciche, nella chiesa di Santa Maria di Pietrarossa; a Foligno nella chiesa di Sant’Anna. Nella foto "Adorazione dei Magi e San Nicola da Tolentino", chiesa di Santa Illuminata, Montefalco
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Il MAESTRO DELLA DORMITIO DI TERNI era un pittore attivo in Umbria tra il 1370 e il 1420 ma non ci sono notizie sulle date di nascita e morte, né sul luoghi dove siano avvenute. Deve il suo nome ad un affresco monumentale raffigurante la “Dormitio Virginis” conservato nella Chiesa di San Pietro a Terni. E’ stato un esponente della pittura gotica e a lui sono attribuiti la “Maestà” affrescata nella di San Gregorio a Spoleto risalente al 1360, due scomparti di polittico facente parte alla Collezione Lambert e due il Trittico conservato nella Raccolta Viezzoli a Genova. Da alcuni documenti che ci sono pervenuti risulta che nel 1412 egli abbia affrescato la lunetta esterna della Chiesa di San Nicolò a Spoleto con una “Madonna col bambino tra i santi Agostino e Nicolò” e che il suo nome fosse Francesco di Antonio. Altre sue opere si trovano al Philadelphia Museum of Art, nel Museo Diocesano di Milano