LE AVVENTURE DEL CERTOSINO TAPINO 2 di Stefania Bocchetta

25.01.2022

LE AVVENTURE DEL CERTOSINO TAPINO: n. 2

Dopo l'infelice avventura sul CERVINO, il nostro CERTOSINO tapino fece ritorno alla sua CERTOSA di San CESAREO. Il suo abate lo tenne per un po' al sicuro tra le antiche mura affinché potesse CESSARE il tremolio che ogni tanto lo scuoteva, conseguenza dell'increscioso incontro con il CERVO. Venne però il giorno in cui, il suo superiore ritenne fosse giunto il momento, per il povero fraticello di tornare a fare la questua per i paesi vicini. Quindi lo chiamò e gli ordinò di andare di casa in casa a raccogliere quel poco che, il buon cuore dei fedeli era disposto a donare. Fu così che i certosino CESARE riprese il suo CESTINO di vimini e, seppur con un CERTO timore, riprese a girovagare di villaggio in villaggio. Certo non erano paesi sperduti e tanto meno c'era il rischio di incontrare pericolosissimi animali feroci, come quel terrificante cervo quindi, con questi pensieri rassicuranti che gli affollavano il CERVELLO in una sorta di autoconvincimento, il fraticello proseguì sempre più spedito.
Aveva camminato per tutta la mattina ed i piedi iniziavano ad essere dolenti quando, adocchiato in lontananza un CERRETO fresco ed ombroso, vi si diresse tranquillo. All'ombra di un rigoglioso CERRO, il certosino tirò fuori dal cestino un po' di frutta che iniziò a mangiare con gusto, tanto era succulenta. La gente era stata generosa donandola insieme ad altro cibo e qualche soldino per il solito CERO a S. Cesareo che non si sa mai.
Sazio e soddisfatto si apprestò a schiacciare un pisolino, quando udì avvicinarsi un allegro fischiettare. All'inizio fu preso da una sorta di agitazione ma poi si ricordò che né i cervi né altri animali similmente feroci hanno l'abitudine di fischiettare motivetti alla moda.
CERTUNI potrebbero obiettare che il nostro povero tapino fosse un po' fosse un po' troppo timoroso! Ma siete mai stati rincorsi da un cervo furioso? Il nostro amico sì e quindi è più che normale che cercasse di CAPIRE se un cervo o chi per lui, si palesasse, cosa che avvenne in poco tempo.
Era questi un giovincello lentigginoso che camminava con passo spedito, recando in mano un cesto intrecciato. Subito il certosino pensò che portasse qualche cosa da donare ai buoni frati e lesto gli si avvicinò.
- Buon giovine! Lode a te! Hai qualcosa per questo povero fraticello e per i suoi fratelli? -
Il ragazzo rispose di no, che non aveva né denaro né altro.
- E in quel cesto, cosa rechi? Non mi sembra vuoto! - insistette il certosino.
- Ah, già, buon fraticello!!! Non ci pensavo ma in effetti qui, qualcosa porto con me. Non è molto ma posso comunque dividerne un po' con i certosini. Prendi, predi pure! - rispose il ragazzo allungando il cesto verso il frate.
Il tapino infilò la mano nella stretta fessura e con stupore le sue dita sfiorarono qualcosa di viscido e freddo ma non fu questo che lo fece urlare di spavento: dall'apertura priva del coperchio il certosino vide far capolino una testa scura ed affusolata.
- Aiutoooooooooo!!!!!!!!! Un serpente velenosooooooo!!!!!!! Il Demonio tentatore! - e mollato tutto ciò che aveva raccolto si mise a correre più velocemente di quanto le sue povere gambe fossero capaci, a dire il vero sembrava avere le ali! Con il saio sollevato con le mani per evitare impedimenti, corse a perdifiato e senza orientamento mentre il giovane stupefatto riuscì soltanto a dire: - Ma è solo un CAPITONE!