LE AVVENTURE DEL CERTOSINO TAPINO di Stefania Bocchetta

21.01.2022

LE AVVENTURE DEL CERTOSINO TAPINO.

Un giovane certosino, di nome Cesare, era da tempo infastidito da una grande quantità di cerume nelle orecchie. Questa indesiderata presenza gli causava anche forti dolori alla cervicale, così che non riusciva più a dormire. Hai voglia accendere un cero a San Cesareo! Niente da fare, il cerume era sempre lì, così dolente da fargli scoppiare il cervello! L'abate gli consigliò un buon cerusico che però viveva piuttosto lontano dalla Certosa: in una baita isolata sul Monte Cervino. Il povero certosino si mise in viaggio, a piedi, portando con sé solo una cesta, dentro alla quale, oltre a qualche pagnotta e un po' di carne, c'erano un cero perché non si sa mai occorresse l'aiuto di S. Cesareo, un paio di cesoie (metti che la carne s'indurisse troppo) e qualche cerotto (le cesoie possono essere pericolose a volte). Certo non sarebbe stato un viaggio facile, ma il certosino era disposto a tutto pur di cessare quella tortura quindi, per 3 giorni e 3 notti camminò senza tregua finché giunse ai piedi del Cervino. Ma, vi chiederete, come faceva il tapino ad avere la certezza che quello fosse il Cervino? Niente di più facile! Mentre se ne stava accucciato dietro ad un cespuglio (non chiedetemi a far cosa), vide una bella cerva brucare l'erba fresca di rugiada. Così ammaliato dalla bellezza dell'animale, il certosino uscì allo scoperto e le si avvicinò. Ma all'improvviso, un rumore alle sue spalle lo scosse dall'incanto di quella visione: un grosso cervo lo stava osservando a sua volta!

"Un cervo ed una cerva! Sì, questo è il Cervino!" pensò il certosino.

Il cervo però non era affatto ben disposto verso l'intruso ed iniziò a sbuffare, puntando lo sguardo minaccioso sul tapino. Battendo più volte lo zoccolo sul terreno, prese la rincorsa e caricò il poveretto. Il certosino, spaventato a morte, sentì le viscere intorcinarsi per la paura e prese a correre così veloce che nemmeno Bolt avrebbe potuto far meglio. La casa del cerusico era oramai a pochi metri, quando il fraticello inciampò su una radice sporgente e con un capitombolo spettacolare, compì gli ultimi metri ruzzolando.

Il cerusico, attratto dal rumore si affacciò appena in tempo per vedere il certosino rialzarsi rapido e, come una saetta, comprimendo il ventre con le mani, entrare in casa urlando: - Un cesso, per carità! Datemi un cesso! -