LE LEGGENDE: IL MISTERO DEL LAGO AISO

09.06.2023

Il Lago Aiso vicino Bevagna tra leggenda e mistero

Nel borgo di Capro, vicino Bevagna, si trova il lago Aiso, conosciuto anche come il lago dell'Inferno, la cui storia, affascinante e curiosa, é avvolta tra leggenda e mistero. Il pittoresco laghetto dal diametro di 25 metri, perfettamente circolare, dalle acque molto profonde di circa 15 metri è una risorgiva artesiana. La strada per raggiungerlo è nascosta da quella principale e l'aria che si respira prima di arrivarci è strana, davvero inspiegabile, quasi magica. Superata una fila di pioppeti, incastonato in un paesaggio bucolico tipico umbro potrete scorgere il Lago Aiso, riconosciuto luogo del cuore dal Fai, fondo ambiente italiano. La storia (risalente al '600) ai confini tra leggenda e mistero racconta che il lago si formò nei pressi di un casolare di un vecchio contadino avido, di nome Chiarò, un uomo che pensava solo al lavoro e a fare soldi, senza alcun rispetto per le festività religiose e le tradizioni connesse. La moglie invece era era una donna molto caritatevole. Dovete sapere che in occasione della festa di S. Anna, il 26 Luglio, protettrice delle donne incinte e patrona dei lavori agricoli, è fatto divieto assoluto di trebbiare: chi non rispetta la regola avrà problemi col raccolto e con la terra coltivata. Per questo motivo si ritiene ci sia una correlazione tra la formazione di abissi, voragini e sprofondamenti nelle zone coltivate. Proprio il giorno di S. Anna il contadino decise di trebbiare obbligando i suoi braccianti a lavorare, la moglie venne avvertita dalla voce di un angelo che doveva fuggire perché la casa sarebbe sprofondata. Spaventata la donna prese con sé i figlioletti e scappò mentre la cascina sprofondava insieme al marito. Si accorse però di essere inseguita dall'acqua, disperata le apparve di nuovo l'angelo che le consigliò di abbandonare il figlio più piccolo perché crescendo sarebbe diventando avido ed avaro come il padre. La donna riuscì a mettersi in salvo e proprio dove il bimbo venne abbandonato ha preso forma il lago più piccolo chiamato Aisillo. Leggenda? C'è chi afferma che il giorno di S. Anna se ci si reca sulle rive del laghetto si possa vedere, attraverso le acque, le travi del casolare sommerso con gli arredi della cucina e udire la voce triste di Chiarò. Una curiosità nel lago Aiso vi vivrebbero dei misteriosi pesci con un occhio solo!

Al di là della leggenda nelle tre polle d'acqua chiamate Aiso e Aisilli, nel 1990 a causa di alcuni lavori di ampliamento da parte del proprietario, apparvero dei reperti archeologici ai quali non venne data importanza. Dieci anni dopo, a causa dell'abbassamento delle acque per la siccità, procedendo ad una pulitura dei laghetti, il proprietario rinvenne tratti di mura e di travertino. Dietro segnalazione al Sindaco, intervenne la Soprintendenza che trasferì parte dei reperti nei propri magazzini e parte li destinò al Museo di Perugia. Emerse (è proprio il caso di dirlo) che si trattava di un luogo di culto utilizzato tra la fine del II sec. a.C. e il IV sec. d.C. e vennero rinvenuti due bracci di un portico che circoscrivevano uno spazio con al centro una grande vasca circolare dove si raccoglievano le acque della risorgiva. Nell'ambiente più intatto venne rinvenuto un pavimento a mosaico realizzato con tessere bianche e rifinito con tre file di tessere rosa. Probabilmente, avendo l'antica Melania dal IV sec. a.C. un ruolo molto importante per gli Umbri, soprattutto dal punto di vista religioso, in questo luogo si suppone vi fosse una via triumphalis pavimentata con la pietra del Monte Subasio, curata dal collegio sacerdotale allo scopo di favorire la frequentazione di diversi santuari rurali dove l'acqua aveva un ruolo importante. Probabilmente la divinità femminile venerata nel santuario dell'Ausillo era Valetudo preposta alla salute e alla vittoria, in contrapposizione al dio Clitumno. La sua importanza non venne meno con i Romani ma proseguì fino a all'età costantiniana quando iniziò un processo di cristianizzazione dell'Umbria.