LORETO APRUTINO

23.03.2022

UN PO' DI STORIA

Il paese porta questo doppio nome solo dal 1863 quando con l'unificazione d'Italia bisognò distinguerlo dall'omonimo paese marchigiano. La sua origine invece è antichissima, come testimoniano gli innumerevoli reperti in zona Fiorano, dove le necropoli della popolazione Vestina rinvenute sono tantissime e probabilmente risalgono ad insediamenti italici del IV- V secolo a.c. Il nucleo più antico di Castrum Lauretum è stato documentato a partire dall'anno 884 e viene menzionato tra i possedimenti di Montecassino. Già dal 1071 Loreto era divenuta contea normanna e contava 1056 abitanti. Successivamente entrò nell'orbita degli Angioini, dopo una fiera opposizione a Federico II, nel 1252 fu assoggettata da Corradino. Nei secoli successivi la Contea di Loreto fu retta da potenti famiglie fino a quando nel 1806 entrò in vigore il codice napoleonico che pose fine alle contee. Loreto reca intatte le testimonianze di tanti secoli di storia.

Nel nostro viaggio ideale lungo la nostra bella penisola ci siamo imbattuti siamo giunti in Abruzzo, precisamente in provincia di Pescara, a LORETO APRUTINO,  uno dei centri principali dell'area Vestina (I Vestini erano un popolo italico di lingua osco-umbra). Incastonato tra la costa pescarese e il Gran Sasso, Loreto Aprutino è una cittadina d'arte, di grande storia e di notevole spessore culturale, tra le più belle D'Abruzzo. L'antica Laurentum romana si erge suggestiva nell'antica terra dei Vestini sulla sommità di un colle a 307 m. a sinistra del fiume Tavo tra immense distese di uliveti . Il suo centro storico conserva intatto il caratteristico aspetto medioevale di case e palazzi stretti intorno al Castello e si mostra in modo scenografico e di grande impatto emotivo con la policromia delle facciate delle case e l'ocra del mattone.

IL CENTRO STORICO

Una visita a Loreto Aprutino non può non partire dal centro storico, tra i trecento più belli d'Italia. In esso si possono distinguere almeno tre fasi di espansione con due cerchie di mura, un quartiere extra moenia adibito a mercato creato nel 1500 e un nucleo , costruito tra il 1800 e il 1900 collocato nella parte a valle. Loreto ha diverse porte: Porta Castello, Porta dell'Ospedale, Porta Palamolla che conducono al paese. Decine di strette viuzze, le tipiche ruelle, scendono verso la via principale del Baio, antichissima strada , sulla quale si susseguono le facciate degli antichi palazzi signorili delle famiglie più importanti della storia loretese e il palazzo Acerbo uno dei più belli del borgo.

ABBAZIA DI S. PIETRO APOSTOLO
ABBAZIA DI S. PIETRO APOSTOLO

Tra gli edifici sacri di grande valore è l'Abbazia di San Pietro Apostolo, chiesa madre di Loreto del 1400, preceduto da una suggestiva loggia che si affaccia sulla Maiella di cui si hanno documenti risalenti al 1066 quando venne donata dal conte Tasso Normanno, la sua pavimentazione è realizzata in ceramica di Castelli.

Un'altro pregevole luogo di culto è la chiesa di San Francesco d'Assisi, che conserva tutte le sue caratteristiche medievali, un bel portale trecentesco con annesso chiostro, splendidi affreschi, la croce lignea di Francesco Novelli e un organo del 1745 di Adriano Fedri.

IL POLO MUSEALE

MUSEO DELLE CERAMICHE
MUSEO DELLE CERAMICHE

Loreto Aprutino inoltre ha un nutrito polo museale che conserva e divulga le memorie del paese.

Il Museo delle Ceramiche di Castelli che raccoglie maioliche d'inestimabile valore, frutto della passione del barone Giacomo Acerbo è situato nel centro storico del paese, subito sotto la via del Baio, vicino alla chiesa di San Pietro. L'edificio che lo ospita era una dipendenza di Palazzo Acerbo, ristrutturata appositamente per ospitare la collezione di maioliche. In seguito a un accordo tra gli eredi e l'amministrazione comunale, la collezione è stata acquistata dagli enti locali ed è attualmente gestita dalla fondazione dei Musei Civici di Loreto Aprutino.


MUSEO DELL'OLIO
MUSEO DELL'OLIO
  • Il Museo dell'olio invece è allestito nell'antico e innovativo oleificio di Raffaele Baldini Palladini imprenditore lungimirante che fece conoscere l'olio loretese in tutto il mondo tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, esso è situato nel Castelletto Amorotti singolare rifacimento neogotico di fine ottocento.L'opificio nacque alla fine del 1800 grazie appunto alla volontà di Raffaele Baldini Paladini che con il suo olio vinse numerosi concorsi oleari in Italia e in Europa; il frantoio rimase attivo fino al XX secolo, quando ai macchinari a trazione animale vennero sostituite la mola e le presse idrauliche.Il Museo documenta la storia del lavoro contadino e l'evoluzione delle tecnologie nella lavorazione delle olive , nelle sale vi sono macchine e attrezzi per la frangitura , la pressatura che parte dal "trapetum" di epoca romana e arriva alle presse idrauliche del dopoguerra. Vi sono conservati tra gli altri anche documenti firmati da illustri estimatori dell' olio loretese.

Cosa mangiare: 

pasta alla chitarra, pasta alla mugnaia, ravioli di ricotta, fettuccine, sagnarelle, carni e formaggi alla brace.La fama della cittadina vestina viene anche e soprattutto dai prodotti della sua terra. In particolare dall'olio extravergine d'oliva, da anni con marchio Dop.

LA FESTA DI SAN ZOPITO

È centenaria la tradizione folcloristico-religiosa di San Zopito, il patrono della cittadina . Dal 1711 ogni anno, il lunedì di Pentecoste, si ripete il rituale del Bue bianco che sfila per le vie del centro storico facendo visita ai palazzi signorili , ma la fermata più apprezzata è quella nel cortile di Palazzo Valentini, dove il noto produttore vinicolo offre tarallucci e vino a concittadini e turisti.In segno di devozione nei confronti del santo protettore, il bovino, cavalcato da un bambino vestito da angelo, s'inchina davanti alle reliquie del patrono in un clima di grande trasporto.La prima tappa è sempre la piccola chiesa di Sant'Antonio. In occasione della festa di San Zopito, c'è il Ritorno dei Vetturali, i venditori d'olio che partivano a cavallo e arrivavano fino a Napoli per esportare il loro prodotto d'eccellenza.I Vetturali sfilano in un corteo di cavalli e muli con personaggi rappresentanti alcune delle antiche corporazioni rurali, che aprono il corteo precedendo il vetturale che porta la bandiera.