MAUD LEWIS: un'artista nonostante tutto
MAUD LEWIS
Dipingeva principalmente su cartongesso con una pittura a base di olio. Stendeva un primo strato di bianco, poi disegnava le linee guida e poi dipingeva direttamente con la pittura dal tubetto, senza mai sfumare o mischiare i colori. I suoi primi dipinti sono molto rari mentre una sua grande collezione d'arte si trova nell'Art Gallery of Nova Scotia. Tra il 1945 e il 1950 la gente si fermava a casa di Maud e Everett a Marshalltown, per comprare i suoi dipinti per 3 o 4 dollari, solo negli ultimi anni il prezzo salì ai 7 o 10 dollari. Grazie ad un articolo pubblicato sul giornale di Toronto, Star Weekly nel 1964 e ad un'apparizione in TV nel 1965, iniziò ad attirare l'attenzione nazionale, tanto che due suoi dipinti vennero commissionati dalla Casa Bianca nel 1970 dal Presidente Nixon ma la sua malattia le impedì di portare a termine altri lavori commissionati da privati. Negli ultimi anni i suoi dipinti, venduti all'asta, conobbero un crescendo di prezzi fino a raggiungere i 45.000 dollari di un dipinto ritrovato in un negozio dell'usato in Ontario e venduto in un'asta on line nel 2017. Negli ultimi anni della sua vita, Maud continuò a dipingere tra un ricovero e l'altro in ospedale, fino alla sua morte avvenuta a Digby il 30 Luglio 1970 a causa di una polmonite aggravata dal fumo della legna utilizzata per riscaldare la casa e dalla costante esposizione alle vernici senza un'adeguata ventilazione; nove anni dopo Everett venne ucciso da un ladro durante un tentativo di furto nella loro casa.
Nata a South Ohio, nella Nuova Scozia, il 7 Marzo 1903 il suo cognome da nubile era Dowley; soffriva di artrite reumatoide fin da giovane, che la rese poi curva. Il padre John morì nel 1935 e due dopo accadde alla madre Agnes, la casa in cui vivevano venne ereditata dal fratello, col quale visse per qualche tempo, per poi trasferirsi a Digby da una zia. La madre l'aveva avvicinata all'arte fin dalla più tenera età, insegnandole a realizzare delle cartoline natalizie con gli acquerelli e questa attività diede inizio alla sua carriera artistica. A 14 anni lasciò la scuola forse a causa di episodi di bullismo nei suoi confronti per l'aspetto fisico dovuto alla malattia. Mel 1928, da una relazione con tale Emery Allen, nacque l'unica figlia Catherine, ma lui le abbandonò. La sua biografia dice che, causa delle precarie condizioni economiche, la piccola venne tolta alla madre dal Tribunale e data in adozione; Catherine da adulta sarebbe andata alla ricerca della madre naturale ma ogni tentativo di contatto sarebbe stato respinto da Maud. Da quanto narrato nel film realizzato sulla sua vita, sarebbero stati il fratello Charles e la zia di Maud a vendere la piccola e che l'artista sia venuta a conoscenza di quanto accaduto solo in punto di morte dalla zia stessa; l'artista sconvolta dalla rivelazione riuscì a vedere la figlia oramai adulta grazie al marito che l'avrebbe rintracciata e l'avrebbe accompagnata dove la ragazza viveva con la famiglia adottiva dando la possibilità alla moglie di vederla da lontano e di nascosto. Maud un giorno lesse un annuncio affisso alla vetrina di un negozio del paese sul quale si diceva che un uomo, Everett Lewis di mestiere pescivendolo quarantenne, cercava una domestica che vivesse a casa sua: decise di presentarsi e lui la accettò. Dopo diverse settimane si sposarono e si trasferirono in una casa a Marshalltown, munita di una sola stanza e della soffitta, che divenne lo studio di Maud e dove vissero in povertà per quasi tutta la loro vita. Maud accompagnava il marito nel suo giro quotidiano per vendere il pesce e portava con sé le cartoline natalizie che disegnava e vendeva per pochi centesimi e che venivano molto apprezzate, tanto che iniziò a dipingere su diverse superfici cartone, teglie per dolci, sulla carta da parati di casa, le porte, il forno, su tutto che ricoprì di fiori dagli steli sinuosi, foglie e boccioli, animali. Everett la incoraggiò e le regalò il primo set di colori ad olio. Maud usava colori brillanti per realizzare i suoi amati soggetti, anche scene esterne come le barche che galleggiavano sull'acqua di Cape Island, le slitte, le pattinatrici, oltre agli animali delle fattorie e del bosco. I ricordi della sua infanzia erano la fonte della sua ispirazione ma anche la vita e la gente che viveva nelle zone intorno a Digby. La maggior parte dei suoi dipinti sono piuttosto piccoli, 20 cm x 25 cm, eccetto 5 un pò più grandi questo perché la sua manualità era impedita dalla malattia che le creava difficoltà nel muovere il braccio.
Dopo la loro morte la loro modesta abitazione cadde in stato di abbandono, fino a quando un gruppo di cittadini di Digby diede vita alla "Maud Lewis Painted House Society" con lo scopo di salvare la casa considerata un monumento all'artista. Nel 1984 la provincia della Nuova Scozia l'acquistò e la consegnò alla cura della Art Gallery of Nova Scozia di Halifax che la restaurò e vi installò la galleria come mostra permanente dell'opera di Maud Lewis. Nel luogo dove sorgeva la sua casa a Marshalltown oggi è collocata una struttura d'acciaio che la riproduce, su progetto dell'architetto Brian MacKay-Lyons mentre un'altra copia è stata costruita nel 1999 poco distante dalla cittadina, da un ex pescatore, Murray Ross, completa degli interni. A Maud Lewis sono stati dedicati diversi libri, tre film documentari, un'opera teatrale nonché un cortometraggio realizzato da un gruppo di studenti delle scuole elementari che si ispirarono ai suoi lavori per creare un proprio dipinto in stile arte folk. Ma ciò che ci ha fatto scoprire questa straordinaria donna, dall'aspetto fragile e dolce ma dal carattere deciso è stato il film della sceneggiatrice Sherry White e diretto da Aisling Walsh, "Maudie", del 2016 interpretato da una bravissima Sally Hawkins nella vesti dell'artista e da Ethan Hawke in quelle del marito. Maud Lewis è stata una straordinaria artista nonostante i limiti fisici imposti dall'artrite reumatoide e la povertà, amata per i suoi dipinti dai colori vivaci
Dipingo tutto a memoria, non copio molto. Perché non vado da nessuna parte, mi limito a creare i miei progetti (cit.)