NELLIE BLY: una vita in giallo
Il suo vero nome era Elizabeth Jane Cochran ed era nata il Pennsylvania il 5 Maggio 1864 la tredicesima di ben quindici figli. Il padre, da modesto mugnaio era diventato un ricco possidente, vedovo e già padre di 10 figli aveva sposato in seconde nozze Mary Jane dalla quale ebbe i restanti figli, compresa Elizabeth soprannominata "Pink" dalla madre perché la vestiva solo di rosa. Rimasta orfana e in condizioni economiche precarie a solo 6 anni, la situazione familiare peggiorò quando la madre si risposò con un uomo che poi si rivelò alcolizzato e violento, dal quale in seguito divorziò.
Proprio a causa delle ristrettezze economiche Elizabeth, che aveva intrapreso gli studi per diventare maestra, fra le poche professioni rispettabili aperte alle donne, dovette abbandonare la prospettiva di ottenere il diploma e mettersi a cercare un lavoro. Si trasferì a Pittsburgh dove cercò di intraprendere l'insegnamento quando, dopo aver letto un articolo sul "Pittsburgh Dispatch" dal titolo "A cosa servono le ragazze" decise di scrivere una risposta al direttore firmandosi "Ragazza orfana solitaria". Erasmus Wilson, uno dei più famosi editorialisti di Pittsburgh, scriveva che le donne appartenevano alla sfera domestica e il loro compito era cucire, cucinare e crescere i bambini: quelle che lavoravano erano una mostruosità. Al giornale piovvero lettere di protesta. Una di queste, firmata Little Orphan Girl, colpì Madden per la sua forza e intelligenza. Certo che fosse stata scritta da un uomo, Madden pubblicò un annuncio sul giornale proponendogli un lavoro: si ritrovò davanti a Elizabeth. Fu lui a cambiarle il nome in Nelly Bly, dal titolo di una famosa canzone, pseudonimo che per un errore di trascrizione dello stesso Madden divenne Nellie Bly.
La neo-giornalista si dedicò alle condizioni delle donne nelle fabbriche ma ben presto si appassionò al giornalismo investigativo, fu inoltre una delle poche giornaliste ad intervistare Belva Ann Lockwood, la prima donna candidata alla Casa Bianca.
La sua attività a favore delle lavoratrici le causò problemi con il mondo degli affari e dell'industria che minacciò di non finanziare più il giornale se le inchieste continuavano. Nellie venne relegata alle pagine di giardinaggio e di moda, finché non convinse Madden a inviarla come corrispondente in Messico.
Fra 1886 e 1887 raccontò le storie di povertà e di corruzione del paese. Dopo soli sei mesi il governo messicano la espulse: aveva pubblicato la storia di un giornalista imprigionato dal presidente Porfirio Diaz per aver criticato il governo. Nellie ritornò al «Dispatch» e alle pagine di giardinaggio, ma per poco. Nel 1887 lasciò un biglietto a un suo collega "Caro Q.O., me ne vado a New York. Sentirai parlare di me presto. Bly": venne assunta dal "New York World" di Joseph Pulitzer, al quale propose di condurre un'inchiesta sulle condizioni nel reparto femminile dell'ospedale psichiatrico della città. Nellie si finse pazza, venne internata e così potè constatare di persona le condizioni in cui vivevano le pazienti. Venne dimessa dopo 10 giorni a seguito dell'intervento del suo giornale. Con la sua inchiesta rese pubblica la realtà di quel manicomio gestito come una prigiona anziché come un ospedale: vitto scadente, bagni freddi, igiene praticamente inesistente e maltrattamenti. Lo definì "… una trappola umana per topi. E' facile entrare ma, una volta lì, è impossibile uscire" e dove vi erano ricoverate oltre a persone malate, anche emigrate, donne povere o ripudiate dalle famiglie, sane ma rifiutate dalla società. La pubblicazione dell'inchiesta destò grande scalpore, tanto che vennero aumentate le sovvenzioni per migliorare le condizioni dei pazienti nelle case di cura. Fu grazie a lei che prese piede il giornalismo in incognito che divenne un modello di riferimento per coloro che avrebbero intrapreso questa carriera. Dopo l'inchiesta sul manicomio, Nellie continuò ad occuparsi di problemi sociali dallo sfruttamento delle operaie nelle fabbriche, ai bambini abbandonati, alle condizioni di lavoro delle domestiche e della gestione degli istituti di carità.
Nel 1888 Nellie decise di mettere in pratica quanto descritto da Jules Verne nel suo "Il giro del mondo in 80 giorni", riuscendo a convincere un riluttante Pulitzer a finanziare il suo progetto: il 14 Novembre 1889 la giornalista partì da Hoboken nel New Jersey per arrivare il 25 Gennaio 1980 a New York dopo aver percorso circa 40000 km circumnavigando la Terra in nave, in treno e a dorso d'asino, in poco più di 72 giorni. Il «New York World» pubblicò ogni giorno i suoi articoli e un gioco dell'oca intorno al mondo per i lettori. Più di un milione di persone partecipò alla lotteria istituita da Pulitzer per indovinare l'attimo in cui Nellie avrebbe rimesso piede a New York. Il suo record decretò anche un successo di pubblico per il suo diario che venne poi pubblicato, oltre a rimarcare la propria indipendenza in quanto prima donna a viaggiare da sola senza un accompagnatore. Tra le tappe del viaggio Nellie incluse anche la visita a Verne nella sua casa di Amiens che la definì "… giovane, carina e snella come un fiammifero".
Nel 1895 Nellie sposò il miliardario Robert Seaman e lasciò il giornalismo. Nel 1904, alla morte del marito, si ritrovò a gestire le attività ereditate ma senza successo tanto che dovette dichiarare fallimento. Nelle sue fabbriche c'erano ambulatori medici e biblioteche, si svolgeva attività fisica e corsi per insegnare agli operai a leggere e a scrivere. Un metodo estremamente moderno ma molto costoso che, dopo pochi anni, la costrinse a dichiarare bancarotta e per sfuggire ai creditori si rifugiò in Svizzera.
Allo scoppio della I° Guerra Mondiale ritornò al giornalismo; si ritrovò in Europa sui fronti russo e serbo dal quale inviava i suoi reportage, nudi e crudi per le descrizioni degli orrori visti e vissuti, al "New York Evening Journal" diventando la prima corrispondente di guerra nella storia del giornalismo. Ritornata negli USA riprese ad occuparsi e a battersi per le vedove e gli orfani, per poi dedicarsi di nuovo alla cronaca intervenendo al congresso delle suffragette del 1913. Il 27 gennaio 1922, a seguito di una polmonite Nellie venne ricoverata al St. Mark's Hospital di New York dove morì; poche settimane prima aveva dichiarato "Non ho mai scritto una parola che non provenisse dal mio cuore e mai lo farò". Riposa al Woodlawn Cemetery nel Bronx in una tomba modesta per una pioniera del giornalismo, però le è stato dedicato uno dei crateri di Venere. A poco più di 100 anni dalla sua morte la sua è la storia di una donna, giornalista investigativa ed esploratrice da record, che trovò il coraggio di ribellarsi a un sistema sessista e patriarcale, in cui le donne erano ancora relegate alla sfera domestica e all'accudimento della famiglia, dimostrando al mondo intero l'importanza dell'autodeterminazione femminile e contribuendo, con il suo esempio personale, al difficile cammino verso la parità di genere.
Nel 2015 la sua inchiesta sui manicomi ha ispirato il film "10 days in a madhouse" di Timothy Hines con Caroline Barry, Christopher Lambert e Kelly Lebrock