PEPPA 'A CANNUNERA: tra leggenda e storia
Un'altra donna dimenticata dalla Storia che ha lottato per i valori della libertà: Peppa 'a Cannunera o Giuseppa Bolognara Calcagno. Come molti personaggi vissuti nell'800, la figura di Peppa resta al confine tra realtà e leggenda, rendendo difficile oggi comprendere dove cominci una e finisca l'altra. Peppa 'a cannunera nasce a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1826 (vent'anni dopo, invece, secondo altre fonti). Bolognara e Calcagno sono i cognomi che le derivarono dalla nutrice che l'ebbe in custodia, dopo che i genitori l'abbandonarono, destinandola a un'infanzia in orfanotrofio. Catania divenne la sua città d'adozione. Lavorava come serva per un oste. Non era considerata un esempio di virtù, elemento di giudizio principale per le donne dell'epoca, dato che Giuseppa aveva una relazione con un uomo molto più giovane di lei e per questo deprecata agli occhi della società ottocentesca. Questo giovane, stalliere di professione, si chiamava Vanni e sembra sia stato proprio lui a coinvolgerla nei moti rivoluzionari. Nel suo passato travagliato, pare non mancarono neanche le malattie: alcuni la ricordano con il viso segnato dal vaiolo. Il 1860 è l'anno decisivo. Il 31 maggio, mentre le truppe garibaldine si facevano strada verso Palermo, Catania insorse contro i Borboni. A guidare neanche un migliaio di Catanesi, contro circa duemila soldati reali, c'era il colonnello Giuseppe Poulet. Gli scontri si protrassero per circa sette ore, con grande coraggio da parte degli insorti, i quali, senza saperlo, avevano però un asso nella manica: proprio Peppa. Unitasi ai rivoltosi, li aiutò a trasportare e installare nell'atrio del Palazzo Tornabene all'Ogninella un cannone precedentemente nascosto. Mentre gli scontri imperversavano per le vie, Peppa fece aprire il portone e sparò un colpo che colse di sorpresa i Napoletani, costringendoli a riparare. Nella ritirata, però, le truppe si lasciarono alle spalle un altro pezzo d'artiglieria. Nonostante gli incessanti colpi di archibugio, con l'aiuto di una fune e altri insorti Peppa si impossessò del cannone nemico. Col trascorrere delle ore la resistenza s'indebolì e i rinforzi tardavano ad arrivare. Verso mezzogiorno la cavalleria tentò un altro assalto agli insorti, cercando di aggirarli. Peppa 'a cannunera era ancora lì. Insieme ad un gruppo di popolani e trascinando il cannone di cui si era impadronita, si piazzò sul parterre di Palazzo Biscari alla Marina per rispondere ai colpi della nave da guerra che cannoneggiava la sua città. Le munizioni stavano per finire, gli insorti perdevano terreno. Molti fuggirono e lasciarono Peppa sola, minacciata nella sua postazione da due squadre di lancieri provenienti dal Duomo.
GIUSEPPA BOLOGNARA CALCAGNO
Ma ecco il colpo di scena, o forse meglio dire di genio. Peppa a Cannunera riuscì ad ingannare la cavalleria: spruzzò sulla punta del suo cannone un po' di polvere da sparo e le diede fuoco, dando l'impressione che il colpo avesse fatto cilecca. Allora la carica avanzò per travolgerla, sicuri che il cannone fosse scarico, ma Peppa restò al suo posto, al momento giusto, sparògli ultimi colpi e fece strage di nemici. Nonostante l'intervento di questa donna straordinaria, la giornata di lotta non ebbe un buon esito per i ribelli, che vennero colpiti da tre giorni di dura repressione. Il cannone di Peppa venne messo in salvo a Mascalucia; Vanni, il suo amante, perse invece la vita. L'arrivo delle truppe di Garibaldi a Milazzo, infine, convinse le truppe borboniche a lasciare la città. Giuseppa rimase ancora insieme ai rivoltosi come vivandiera. Tornò in battaglia, invece, durante le lotte per liberare Siracusa dal dominio borbonico. Da quel momento in poi, Peppa dismise gli abiti femminili per non indossarli mai più. Cessate le insurrezioni venne decorata con la Medaglia d'argento al valor militare. Le venne data una pensione dallo Stato che ammontava a nove ducati mensili, solo che durarono circa due anni, poiché l'anno seguente le fu fatto un conguaglio di 216 ducati da parte del comune di Catania. Si hanno notizie di lei a Catania fino al 1876, poi le fonti storiche non ne danno più notizia. Alcuni sostengono che fosse tornata nel Messinese, dove era nata.. Morì probabilmente a cinquantanove anni, dopo esser tornata, secondo alcune fonti. Il suo cannone è oggi conservato presso il Museo Civico di Catania. La sua memoria sopravvive anche nel nome di una strada della città: via Peppa ' a Cannunera, eroina del 1860.