PERSONAGGI UMBRI: QUINTO SERTORIO

12.11.2024
Quinto Sertorio
Quinto Sertorio

Quinto Sertorio

Gerard van Kuijl - Quintus Sertorius e la coda di cavallo 1638.jpg
Gerard van Kuijl - Quintus Sertorius e la coda di cavallo 1638.jpg

Una volta tornato a Roma, al sua nomina a tribuno venne fortemente impedita da Silla, tanto che Quinto Sertorio prese posizione a favore di Gaio Mario e del partito dei populares, non opponendosi alle numerose esecuzioni sommarie che nell'87 a.C. vennero da loro perpetrate a Roma e nel Lazio. Quando nell'83 Silla fece ritorno a Roma dopo una campagna nell'Est, Quinto Sertorio partì per la Spagna per rappresentare i Populares, pur senza un incarico ufficiale. Venne poi costretto a ritirarsi in Africa dall'avanzata delle truppe di Silla, con le quali si scontrò in Mauretania sconfiggendole, un successo che gli fece acquisire i favori dei popoli ispanici, soprattutto in Lusitania, oggi Portogallo, dove l'esercito di Silla aveva saccheggiato e oppresso la popolazione. Quinto Sertorio fu un comandante coraggioso, come testimoniano le numerose ferite compresa la perdita di un occhio, un ottimo militare anche gentile e dotato di un'ottima eloquenza, che impressionò le popolazioni locali ma anche la loro milizia che aveva provveduto ad organizzare e che lo definiva il "nuovo Annibale". Molti rifugiati e disertori romani si unirono a lui che, uniti ai volontari ispanici, contribuirono alla sconfitta e alla scacciata definitiva delle truppe di Silla dalla Lusitania, rispendendo a Roma il Governatore Quinto Cecilio Metello Pio mandato appositamente per sconfiggerlo


Era nato nell'antica Nursia, Norcia, all'epoca nella Sabina, nel 126 a.C. Annoverava un parente illustro, quel Gaio Mario, antagonista di Silla, erano lontani cugini. Si trasferì giovanissimo a Roma dove acquistò una buona reputazione come giurista ed oratore ma dove iniziò anche la sua carriera militare con Gaio Mario, al fianco del quale si fece notare nella battaglia di Aquae Sextiae, oggi la francese Aix-en-Provence, nel 102 a.C.,nella quale l'esercito romano sconfisse definitivamente i Teutoni. Poi venne inviato in Spagna nel 97 a.C. quindi nella Gallia Cisalpina nel 91 a.C. dove venne nominato Questore. 

Quinto Sertorio in Spagna
Quinto Sertorio in Spagna

Fu anche un abile statista che aveva come obiettivo quello di dare vita ad un governo stabile, che raccogliesse il consenso e la collaborazione della gente locale, che voleva civilizzare alla romana. Costituì un Senato composto da 300 membri, sotto il controllo di Romani, formato anche da ispanici di rilievo e si circondò di una guardia personale scelta tra i locali. Per i figli degli ispanici più importanti creò scuole dove ricevevano una istruzione e formazione romano, vestendo come i giovani Romani. Era severo e rigoroso con l'esercito ma era ben considerato dalle classi popolari che arrivarono a donargli un cerbiatto bianco, suo costante compagno di vita, che leggenda vuole che gli comunicasse i consigli di Diana. Dopo sei anni in cui governò la Spagna col favore e il rispetto della popolazione, nel 77 a.C. gli venne inviato da Roma Marco Perperna Vento per affiancarlo, accompagnato da un seguito di nobili romani ma arrivò anche Gneo Pompeo Magno per sconfiggerlo insieme a Quinto Cecilio Metello Pio, nella continua diatriba tra Mario e Silla. Quinto Sertorio riportò una vittoria quasi totale a Saguntum, tanto che Pompeo chiese rinforzi a Roma per sconfiggere l'avversario o lui e Metello avrebbero rischiato per perdere la Spagna. Sertorio venne sconfitto dalla capacità di temporeggiare di Metello, sconfitta che gli permise di imparare a diventare un grande comandante. Secondo leggenda sembra che Quinto Sertorio fosse in contatto con i pirati che colpivano le coste del Mediterraneo e che fosse in trattative con Mitridate, re del Ponto e nemico di Silla, il quale era a sua volta in contatto con gli schiavi che stavano insorgendo in Italia. A causa però delle gelosie fra i suoi ufficiali romani e con gli ispanici di rango, Sertorio non poté mantenere la sua posizione influente nei confronti delle popolazioni locali, nonostante le molte vittorie riportate, perciò nel 72 a.C. venne assassinato durante un banchetto, probabilmente su istigazione di Marco Perperna Vento, dopo che Metello e Gneo Pompero Magno ebbero posto una taglia sul suo comandante e aver creato dissidi tra di loro.