RASIGLIA

25.07.2020

Le sorgenti di Rasiglia sono:

  • Capovena, nella parte alta dell'abitato di Rasiglia. L'acqua sgorga da una roccia in una grotta.
  • Alzabove, che nasce sotto al monte Carosale che serve ad alimentare l'acquedotto della Valle Umbra sud.
  • Venarella, di fronte al campo sportivo di Rasiglia, serve ad alimentare l'acquedotto per Verchiano
  • Le Vene, in località Chieve.
  • La Vena Pidocchiosa, in località Pallailla.
  • Le Vene di Campolungo, nel fosso di Volperino.

La sorgente che alimenta e percorre Rasiglia è quella di Capovena: si trova nella parte alta del paese, ai piedi del palazzo che i Trinci (signori di Foligno tra il 1305 e il 1439) occupavano all'epoca del loro governo sul territorio folignate, e che percorre il paese formando rivoli e cascatelle che si riuniscono in una grande vasca denominata "Peschiera", per poi riversarsi nel fiume Menotre; passeggiando per i suggestivi vicoli del centro è impossibile non rimanere incantati dai corsi d'acqua che attraversano l'abitato, rendendolo unico e affascinante. Nei dintorni è possibile visitare l'Antico Santuario di Santa Maria delle Grazie e il Parco dell'Altolina, dal paesaggio ricco di biodiversità: le Cascate del Menotre e le Grotte dell'Abbadessa, di origine carsica, con suggestive formazioni di stalattiti e stalagmiti.

MARCO DA RASIGLIA

Marco da Rasiglia fu un grande poeta, filosofo e canonista. Non si ha una data ben precisa della sua nascita, si sa solo che è nato a Rasiglia verso l'inizio del XV secolo. Era un uomo di vasta cultura, bravo con la poesia religiosa e con la poesia profana. Stampò molte sue opere a Firenze, Foligno, Venezia, Roma e in molte altre città. Il poema che lo rese famoso fu Santa Maria Maddalena, San Giovanni e Marta diviso in sei canti. Fu stampato varie volte, tra il 1513 e 1631, e fu molto imitato. Oltre a questo, Marco da Rasiglia scrisse molti altri poemi. A questa opera si aggiungono poesie profane, più volte ristampate: barzellette, capitoli, epistole, egloghe, sonetti. Molte sue poesie e poemi si trovano nella biblioteca L. Jacobilli di Foligno e nella biblioteca comunale di Foligno. Morì il 15 novembre nel 1508.

Nella piazza di Rasiglia, luogo natio del poeta, si trova una lapide commemorativa del poeta: è un medaglione in bronzo con le parole di Mons. Faloci Pulignani. La lapide, voluta fortemente dal parroco di Rasiglia e dallo scultore Pietro Corradi, fu inaugurata l'8 settembre 1934.

In un sonetto Marco da Rasiglia celebra il suo paese natio e, descrivendolo, ne coglie l'elemento più importante: l'acqua. Il poeta descrive un luogo tranquillo, molto bello, in mezzo alla natura, con un paesaggio mozzafiato: è Rasiglia, dove sorge una fonte, che, col suo mormorio, rallegra il paese .

In questo luogo la dea Diana, accompagnata dalle ninfe, ama andare a caccia con le sue armi per boschi, dove ci sono gli uccellini che cantano volando di albero in albero rendendo questo luogo ancora più felice. Il poeta prova molta felicità per la libertà che gode stando in questo luogo; è una felicità che solo la morte gli può togliere. La poesia evidenzia la bellezza del luogo e la felicità che si prova a vivere in un posto che ci fa sentire liberi. Esprime l'entusiasmo di trovarsi in mezzo alla natura.

Solo me trovo in questo alpestro loco

A pie' de uno sacro e glorioso monte

Dove tra vivi sassi surge una fonte

Che l'acque porge mormorando un poco


RASIGLIA: il borgo dei ruscelli

Rasiglia è una frazione montana del comune di Foligno (PG). Il paese è situato a 648 m s.l.m., a circa 18 km da Foligno. E' anche conosciuta come "Borgo dei ruscelli", per via dei corsi d'acqua che attraversano il piccolo centro della frazione. Nonostante le ridotte dimensioni, Rasiglia è divenuta col tempo un'apprezzata meta turistica, soprattutto durante la stagione estiva, capace di attrarre ogni anno sempre più visitatori.

Storia

Il paese conserva l'aspetto tipico di borgo medievale umbro, raccogliendosi in una struttura ad anfiteatro. Le prime notizie sull'esistenza del paese risalgono agli inizi del XIII secolo, nelle cosiddette "carte di Sassovivo", cioè l'archivio dell'Abbazia di Sassovivo. Qui è menzionata per la prima volta la "curtis de Rasilia", che risultava avere come edificio di culto la chiesa di S. Pietro.

Rasiglia era fiancheggiata dall'antica via della Spina, a circa 3 km, importante per i traffici commerciali tra Adriatico e Tirreno ed in particolare tra Roma e la Marca Anconetana. Le origini di Rasiglia possono essere fatte risalire già al XII secolo, come attestano alcuni antichi documenti.

La sua posizione di frontiera verso il territorio sellanese e verso la diocesi di Spoleto, ha fatto sì che i Trinci vi costruissero una delle strutture difensive per rendere sicuri e controllabili i propri confini: ecco quindi il Castrum et Roccha Rasilia.

La Rocca di Rasiglia in origine occupava tutta la sommità del colle, con un andamento pressoché rettangolare, mentre attualmente restano visibili tratti delle mura di cinta e il rudere di una torre.

Un molino, una gualchiera, alcune case nel borgo erano di proprietà dei Trinci che, sfruttando la preziosa presenza dell'acqua, avevano dato inizio a quelle attività che per secoli hanno poi garantito la sopravvivenza di tutta la comunità (mulini e opifici) grazie alla forza idrica proveniente dal fiume Menotre.

Durante la seconda guerra mondiale i rastrellamenti nazifascisti non risparmiarono la comunità rasigliana. Nel giugno del 1944 l'attentato a due Tedeschi scatenò una rappresaglia, durante la quale tre paesani vennero deportati a Mathausen. Di essi solo uno è tornato.

Dal 1945 al 1980 circa, Rasiglia ebbe il massimo sviluppo economico. Negli ultimi decenni, invece, con la chiusura delle attività industriali, gran parte degli abitanti si è spostata a Foligno. A seguito del terremoto del 1997, la popolazione ha vissuto prima all'interno dei container, poi presso il "villaggio delle sorgenti" costituito da fabbricati in legno e ubicato esternamente al nucleo urbano.

Gli antichi mestieri del borgo

In primis, l'antico mulino: tra le attività aperte, una bottega si trova all'interno dell'edificio di un mulino ristrutturato. Entrate per curiosare tra gli oggetti artigianali esposti e approfittate per ammirare l'antica macina del mulino stesso, ancora collocata al suo posto.

Il lavatoio del paese è oggi completamente restaurato nel rispetto della sua antica funzione e arricchito da una stampa d'epoca collocata proprio al di sopra della vasca. Rende perfettamente l'idea del suo utilizzo in passato e dell'importanza centrale che aveva per lo sviluppo tessile locale, assieme alle sale dove si tingevano e lavoravano i tessuti.

Tanto è stato centrale il settore per il borgo che da alcuni anni gli abitanti collaborano per svolgere in giugno "Penelope a Rasiglia". La manifestazione è incentrata sulla tessitura e prevede la rievocazione di alcune attività tipiche del passato, come la tosatura delle pecore, la tintura della lana o il laboratorio di tessitura antica.

Per chi voglia concedersi una passeggiata un pochino più impegnativa, basta prendere il sentiero che sale ai resti del Castello di Rasiglia. La struttura è situata sul colle che sovrasta il paese e in passato presentava una forma irregolare che ben adattava alle caratteristiche stesse del colle. Aveva una funzione principalmente di difesa, ma anche di residenza nobiliare per la famiglia Trinci di Foligno, che tra il XIV e il XV secolo fece costruire numerosi castelli e fortificazioni nella zona.

Nel 2006 sono stati avviati dei lavori di ristrutturazione e ad oggi i resti del castello sono costituiti da un tratto di mura con torri difensive e il rudere del mastio principale.


Per concludere il detto che contraddistingue Rasiglia dice: Rasiglia è una meraviglia.

Non perdetevi questo luogo lontano dal tempo, dal fascino magnetico e irresistibile, in cui il fragoroso mormorio delle acque accompagna ogni vicolo.