RICORDI (dedicata a Mirko) di Stefania Bocchetta
RICORDI (dedicata a Mirko)
Quanto tempo è passato
dal giorno in cui sei nato.
Era un autunnale martedì sera
e alla Tv, Dallas spopolava.
Quanta ansia per quell'attesa
ma poi la gioia è esplosa.
Un cucciolo in un mondo di adulti
afflitti da conflitti mai risolti,
ma non son questi i ricordi che porto nel cuore
ma solo uno scrigno di immenso valore.
Ti ho dato il nome di nonno Agostino
e ti ho cambiato pure il pannolino
e mentre crescevi ti insegnavo, discreta, la vita
cercando di essere per te la zia amica.
Avevi 3 o 4 anni, su uno sgabello, le maniche arrotolate
avvolto nel grembiulone, ti divertivi a sciacquare piatti e posate.
A 5 anni cantavi Masini senza sbagliar parola, dolce bimbo intonato
a suon di Duran Duran ti avevo svezzato.
Eri un ometto con pochi capricci
cresciuto a miele rosato e tanti abbracci.
Ti contentavi di cose piccole, "ine" "ine"
da tener strette nelle tue morbide manine.
Eri affascinato dal suono delle campane,
dai treni che veloci, attraversavano una stazione,
ma avevi il terrore di dormire nella casa di Giotto,
e allora vai col disco di Dalla/Morandi che s'è quasi rotto.
E intanto crescevi
e le strade della vita veloce percorrevi.
Venne il nostro unico, orrendo litigio
un dolore immenso ha rivestito il mio cuore di un color grigio:
la luce si era spenta
e mi sembrava di vagare in un'oscura tormenta.
Ma non voglio pensare a cose brutte,
le voglio cancellare, proprio tutte.
Da quel primo maledetto motore
alla paura di perderti, anzi proprio terrore;
gli anni persi in cui siamo stati un po' distanti,
incapaci di dirci quanto fossimo l'uno per l'altro importanti.
Il tempo troppo in fretta è volato,
oggi sei un uomo ad una cara fanciulla sposato,
e il mio orgoglio di zia è immenso
quando col cuore spesso ti penso,
son fiera dell'uomo che sei
e spero che i meriti siano un po' anche miei,
ma vorrei poter stringere ancora quel dolce bambino
al quale compravo un giochino "ino" "ino"