VOGLIA DI TENEREZZA di Luigi Lucaioli

03.09.2020

VOGLIA DI TENEREZZA

Quanti nel mondo, conoscono la favola di Cenerentola? E quante Cenerentole ci sono nella realtà? Questa è la storia di Angelina. Vissuta fino a dodici anni in un orfanotrofio dalle "Piccole figlie di Maria". Già all'età di otto anni aveva dovuto accudire alle bambine più piccole. Come una mammina, era cresciuta in fretta. Piccola donnetta, le lavava, le metteva a letto, asciugava loro le lacrime, ma voleva bene a tutte: in fondo erano la sua "famiglia".
Quanto dolore, misto a gioia, ogni volta che qualcuna di loro, veniva adottata. E una mattina venne anche per lei il giorno più bello. Vennero due signori, lei molto bella, con indosso collana, orecchini... cose che denotavano una certa agiatezza. Quando scelsero proprio lei, si sentì il cuore esplodere: avrebbe avuto anche lei una mamma ed un papà.
Infagottò le sue poche cose e seguì i suoi nuovi "genitori". Fuori ad attenderli, c'era una berlina, con tanto di autista.

<<Andiamo in villa>> furono queste le uniche parole che sentì dalla signora.
Arrivando, restò a bocca aperta. Davanti a lei, quella che le sembrò una reggia. Ma il suo entusiasmo durò meno di un amen.
Appena entrati, la Signora, si rivolse ad una donna (la governante): « Questa e' Angelina. Mostrale quali sono i suoi compiti e la sua cameretta ».
Cameretta... un sottotetto, che nonostante fosse alta quanto un soldo di cacio, Angelina doveva starci piegata, per non sbattere la testa.
Mentre riponeva, le sue poche cose, in un baule, sentì delle risa di bambini: Matteo e Claudio.
Scese di corsa le scale, felice di poter trovare bambini coi quali giocare. Ma, ahimè, la governante la frenò: «Dovrai andare quando sarai chiamata, il tuo compito è quello di pulire e rimettere a posto, quanto i figli della Signora, lasceranno in giro. Dovrai stare in cucina, lavare le stoviglie e i pavimenti » 
« E la scuola? » chiese Angelina. Dalle suore, aveva imparato a leggere e far di conto, ora?
« Scordatela! » fu l'unica risposta che ottenne.
Dunque: nell'istituto doveva accudire alle bambine, qui, anche se una villa, doveva accudire due piccole pesti e in più sbrigare le faccende domestiche. Cosa era cambiato? Lei che sognava coccole e abbracci, un po' di tenerezza!
Tutto questo, durò fino all'età di 18 anni, quando, fattasi una bella signorina, si accorse che, il garzone del fornaio, quando la vedeva, sorridendo le faceva l'occhiolino. Se ne innamorò subito, come solo sa fare chi è ingenuo e sprovveduto: aria spavalda, ciuffo ribelle, (oggi si potrebbe paragonare ad un Ninetto Davoli ante litteram). Non ci pensò due volte, quando lui (ironia della sorte) Renzo, le disse: <<Tu sei la mia Lucia. Fuggiamo insieme. Ti sposo>>
Ma quella promessa non fu mai mantenuta. Fino ai 40 anni durò quella vita: lavare, stirare, cucinare... mai una carezza! Veniva presa, nel letto, senza il benché minimo scambio di effusioni. 
Fino a che, un giorno, Angelina si avviò lungo i binari della ferrovia.
No! Non per fuggire via, ma fuggire per sempre.