YESTERDAY di Luigi Lucaioli
YESTERDAY
«... di nuovo la cena aziendale, che palle! » Fu
questa, la prima reazione di Andrea, all'annuncio del capo settore.
Programmatore di una azienda informatica, leader
nel settore, doveva aspettare altri tre anni, a causa della legge Fornero, prima
di andare in pensione. Ciò significava altre tre cene, senza contare quella di
addio per lui stesso.
Odiava, quel rituale, sempre
uguale: colleghi, che si vestivano come per un matrimonio, colleghe
"restaurate" per sentirsi dire, dai colleghi di altre sedi, che non
erano invecchiate affatto, i plurisposati, che avrebbero fatto la ruota alle
nuove arrivate e, immancabilmente, pettegolezzi a iosa. Ma, cosa più mortale:
si sarebbe parlato di lavoro per tutto il tempo.
Ma sarebbe andato lo stesso, perché al rientro in azienda, la sua mancanza,
avrebbe dato la stura a mille ipotesi e lui, non voleva rispondere alle domande
insinuanti, che spesso gli venivano rivolte.
« Come mai, non hai ancora trovato l'anima gemella?
» Era un classico, sembrava una parola d'ordine.
Ma questa volta ci sarebbe stata una variazione sul
tema. Andrea aveva in mente qualcosa.
Già da un mese, stava facendo le prove in casa. Si
era comprato una scatola di bicchieri da flute, ed ogni sera si esercitava.
Venne l'ultimo sabato del mese. Ridendo sotto inesistenti
baffi, Andrea si vestì, immaginando i suoi colleghi, tutti in
"ghingheri".
Lui aveva deciso: jeans, mocassini e polo.(almeno ci
sarebbe stato un motivo, del tutto inaspettato, per aprire un nuovo argomento di
discussione.
Quando la cena, era quasi al termine, mentre molti,
dopo essersi rimpinzati (tanto era tutto pagato) e sorseggiavano, l'amaro, il
grappino. « Sai mi aiuta a digerire ».sarebbe stata la giustificazione di
Alfonso, suo collega, che a quel punto, si sarebbe allentato cintura e
cravatta, per essere più libero. dopo il discorso dell'AD si sarebbero fatti i
fatidici " quattro salti".
Andrea, bevve l'ultimo sorso, dal suo bicchiere,
lasciandone un dito nel fondo. e quando, l'AD, alzandosi dalla sedia fece tintinnare
il suo bicchiere, per richiamare l'attenzione dei commensali. intinse l'indice,
nel suo calice, per inumidirlo, cominciò a farlo roteare sul bordo del
bicchiere. L'intento, era quello di farlo arrivare ad un volume di decibel, da
sfiorare gli ultrasuoni.
Prese a girare vorticosamente, con una leggerezza,
come sfiorasse i capezzoli di una donna, fino a che, non sarebbe esploso.
Era questa la sua intenzione : meravigliarli e
zittirli tutti, ma accadde qualcosa di incredibile: quelle vibrazioni, si
tramutarono in una musica.
Yesterday ! Era proprio quella musica. Ancora non
riusciva a credere alle sue orecchie. Non era possibile! Eppure, tutta la sala,
si era alzata in piedi a bocca aperta. Ritrasse la mano, e subito scoppiò un
applauso fragoroso.
« Bravo! Fantastico.. »
(possibile, siano talmente intontiti da non
accorgersi, che non era stato lui, a produrre quel suono?)
Mentre l'AD, iniziava la sua tiritera, mostrando
grafici e percentuali, Andrea, senza farsi notare, uscì.
Giunto a casa, prese un bicchiere, ci mise dell'acqua,
inumidì il dito e... quel suono, si riprodusse: Yesterday...
La mente andò indietro nel tempo, quando i Beatles,
l'avevano lanciata.
« Marina, dolce Marina, era la nostra
canzone.....mi stai forse chiamando? Per scherzo, mi dicesti: - non troverai
nessuna come me, tu mi aspetterai e quando io, ti chiamerò, tu verrai da me- ».